Bancarotta fraudolenta, significato, reato, pena e prescrizione

Nadia Pascale - Money.it Guide

25 Febbraio 2025 - 17:10

Cosa succede se un imprenditore sottrae risorse all’azienda al fine di non pagare i creditori? Ecco il reato di bancarotta fraudolenta tra significato e pena.

Bancarotta fraudolenta, significato, reato, pena e prescrizione

Nel contesto economico e giuridico italiano, la bancarotta fraudolenta rappresenta un tema di cruciale importanza, sia per gli operatori del diritto che per gli imprenditori. Hai mai sentito parlare di questo reato? E di crisi di impresa? Ecco tutto quello che c’è da sapere.

Cosa vuol dire bancarotta fraudolenta? Significato e definizione

Partiamo dal principio. La bancarotta fraudolenta si configura come una delle fattispecie più gravi nell’ambito dei reati fallimentari, in quanto implica condotte dolose volte a sottrarre beni ai creditori o a falsificare le scritture contabili per occultare la reale situazione patrimoniale dell’impresa. Tali azioni non solo ledono i diritti dei creditori, ma minano anche la fiducia nel sistema economico e commerciale.

Quindi, se volessimo dare una definizione, potremmo dire che:

la bancarotta fraudolenta è un reato previsto dal diritto penale fallimentare italiano, che si concretizza quando un imprenditore, dichiarato in stato di liquidazione giudiziale (precedentemente noto come fallimento), compie atti fraudolenti con l’intento di recare danno ai creditori. Tali atti possono includere la sottrazione, l’occultamento o la distruzione di beni, nonché la falsificazione o l’alterazione delle scritture contabili.

Con l’entrata in vigore del Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.Lgs. n. 14/2019), modificato dal D.Lgs. n. 83/2022, il legislatore ha inteso rafforzare gli strumenti di prevenzione e gestione delle crisi aziendali, introducendo misure più stringenti per contrastare le pratiche fraudolente. In questo scenario, è fondamentale per gli operatori economici e i professionisti del settore legale essere aggiornati sulle caratteristiche del reato di bancarotta fraudolenta, sulle sue implicazioni penali e sulle strategie di difesa più efficaci.

Reato di bancarotta fraudolenta: cosa dice la legge

La bancarotta fraudolenta si inserisce nel filone dei reati fallimentari; questi possono essere sinteticamente individuati nella bancarotta semplice, bancarotta fraudolenta e, infine, ricorso abusivo al credito.

Come anticipato, la disciplina della bancarotta in precedenza si trovava nella legge fallimentare, ora nel Codice della Crisi di impresa e dell’Insolvenza, D.Lgs. n. 14/2019, modificato da ultimo dal D.Lgs. n. 83/2022- da qui in poi “Codice”. Presupposto del reato l’apertura della procedura di liquidazione giudiziale.

L’articolo 3 del «Codice» definisce l’insolvenza come ”lo stato del debitore che rende probabile l’insolvenza e che si manifesta con l’inadeguatezza dei flussi di cassa prospettici a far fronte alle obbligazioni nei successivi dodici mesi

Nel momento in cui il flusso di cassa viene alterato con manovre non lecite volte a danneggiare i creditori, c’è la bancarotta fraudolenta. Il Codice prevede che l’imprenditore dichiarato in liquidazione giudiziale che abbia:

  • sottratto, occultato o distrutto in tutto o in parte i propri beni, con l’intento di recare pregiudizio ai creditori;
  • esposto passività inesistenti o riconosciuto debiti non dovuti;
  • distrutto, falsificato o alterato le scritture contabili, in modo da non rendere possibile la ricostruzione del patrimonio o del movimento degli affari;

sia punito con la reclusione da tre a dieci anni. Sull’aspetto delle pene e delle conseguenze torneremo più avanti.

La differenza tra bancarotta fraudolenta e bancarotta semplice

La bancarotta semplice si ha quando la condotta dell’imprenditore è sorretta da dolo semplice o a titolo di colpa, vale a dire per imprudenza, negligenza, imperizia.

In poche parole: l’impresa fallisce, non è più in grado di restituire quanto dovuto ai creditori, ad esempio ai fornitori, e alla base di tale fallimento vi è un’incapacità gestionale. In tutto ciò l’imprenditore non pone in essere comportamenti volti a nascondere beni. In pratica si parla di bancarotta semplice quando l’imprenditore effettua acquisti personali al di sopra delle proprie possibilità economiche con risorse aziendali o tiene scritture contabili irregolari. Si tratta solo di due ipotesi, vi sono altri comportamenti tipici da analizzare in altra sede.

Rispetto alla bancarotta semplice, la bancarotta fraudolenta è molto più grave perché trattasi di un reato caratterizzato dal dolo, cioè dalla precisa intenzione di danneggiare altri soggetti: i creditori.

Per la bancarotta fraudolenta si può parlare anche di un reato “proprio” in quanto può essere commesso solo da soggetti specifici, che si trovano in particolari condizioni. Ciò a differenza dei reati “comuni”, ad esempio l’omicidio, che è un reato comune.

Possono essere accusati di bancarotta fraudolenta imprenditori, soci all’interno di una società, amministratori e sindaci di società, direttore generale e liquidatori. In seguito non saranno più individuati singolarmente i soggetti che possono compiere tale reato, ma parleremo in modo generalizzato di “imprenditore”.

Il comportamento tipico che può portare a indagini per bancarotta fraudolenta è il mascherare i propri beni al fine di non farli aggredire dai creditori, ad esempio viene occultato o dissipato il patrimonio sociale.

Tipi di bancarotta fraudolenta da conoscere

La bancarotta fraudolenta è un reato complesso che si manifesta attraverso diverse condotte illecite, tutte accomunate dall’intento di sottrarre beni o risorse ai creditori in caso di insolvenza. Nel contesto normativo italiano, le principali tipologie di bancarotta fraudolenta sono senz’altro le seguenti.

  • Bancarotta fraudolenta patrimoniale: si verifica quando l’imprenditore, dichiarato in liquidazione giudiziale, sottrae, distrugge, falsifica o dissipa beni del patrimonio aziendale, con l’obiettivo di pregiudicare i creditori. Questa condotta è disciplinata dall’articolo 322, comma 1, lettera a) del Codice.
  • Bancarotta fraudolenta documentale: si configura quando l’imprenditore sottrae, distrugge o falsifica i libri o le altre scritture contabili, rendendo impossibile la ricostruzione del patrimonio o del movimento degli affari. Questa fattispecie è prevista dall’articolo 322, comma 1, lettera b) del Codice.
  • Bancarotta preferenziale: avviene quando l’imprenditore, prima o durante la procedura di liquidazione giudiziale, esegue pagamenti o costituisce garanzie a favore di alcuni creditori, con l’intento di favorirli a danno degli altri, violando il principio della par condicio creditorum. Questa condotta è sanzionata dall’articolo 322, comma 3 del Codice.

La bancarotta può essere anche del tutto fittizia, cioè il patrimonio viene occultato al fine di non pagare i creditori. Una frode vera e propria.

È importante notare che, con l’entrata in vigore del Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza (D.Lgs. n. 14/2019), le disposizioni in materia di bancarotta fraudolenta hanno mantenuto una sostanziale continuità con la precedente legge fallimentare, garantendo così una coerenza nell’applicazione delle norme penali in questo ambito.

Condanna per bancarotta fraudolenta: pene e conseguenze

Si è detto che la bancarotta fraudolenta è un reato; infatti, consiste in azioni dolose volte a occultare risorse al fine di non pagare i creditori. I creditori, sono naturalmente la parte danneggiata. Quando siamo di fronte a un reato vi sono, ovviamente, delle conseguenze e delle pene.

Nel caso della bancarotta fraudolenta è prevista la reclusione da 3 a 10 anni. In presenza di bancarotta preferenziale la pena è più lieve, con un rischio di reclusione da 1 a 5 anni. Per la bancarotta semplice, invece, la pena varia da 6 mesi a 2 anni.

Diciamo che le pene non sono particolarmente alte in considerazione del fatto che possono esservi sospensioni dovute ad assenza di precedenti o altri fatti che potrebbero alleviare la “sofferenza”. Occorre però prestare attenzione alle pene accessorie, queste limitano molto la possibilità per il condannato di esercitare professioni. Infatti, le pene accessorie sono:

  • inabilitazione all’esercizio di una impresa commerciale e incapacità di assumere incarichi direttivi presso le imprese per un periodo fino a 10 anni ridotti a 2 per la bancarotta semplice;
  • la confisca dei beni in caso di bancarotta fraudolenta non è esattamente una pena, ma è una conseguenza in quanto si rende necessario tutelare i creditori, o meglio una procedura cautelare.

La confisca è prevista dall’articolo 240 del codice penale e prevede che lo Stato si appropri di beni, mobili e immobili connessi al reato, ad esempio il profitto derivante dal reato di bancarotta fraudolenta, e i beni utilizzati per la commissione del reato stesso. Non può essere oggetto di confisca la somma eccedente il passivo fallimentare.
Attenzione però: la Corte di Cassazione ha stabilito che nel caso in cui il reato sia stato commesso da soggetti diversi rispetto a imprenditori e soci, ad esempio un amministratore estraneo che percepisce lo stipendio e, quindi, non ha un vantaggio diretto dalla commissione del reato, non vi può essere sequestro preventivo funzionale alla confisca sui beni personali dell’amministratore.

Casi particolari di assoluzione dal reato di bancarotta fraudolenta

Si è visto che la bancarotta fraudolenta è un reato piuttosto grave; ci sono, però, state delle sentenze particolari di assoluzione. La Corte di Cassazione con la sentenza 18271 del 2019 ha assolto un imprenditore che ha scelto di non tenere la contabilità perché in quello stesso periodo era esposto alle pretese estorsive della malavita e aveva perso la disponibilità di accedere ai locali aziendali.

Un altro caso di assoluzione ha riguardato un amministratore di diritto che nella realtà era scavalcato dall’amministratore di fatto ed è riuscito a dimostrare l’estraneità alle operazioni di distorsione di risorse (tribunale Cassino sentenza 725 del 2021).

La giurisprudenza in questi casi è concorde nel ritenere che se l’amministratore di diritto è consapevole delle attività illecite poste in essere dall’amministratore di fatto, deve essere ritenuto anch’egli responsabile. Il prestanome potrebbe essere chiamato a rispondere del reato di bancarotta fraudolenta in concorso con l’amministratore di fatto anche laddove non sia a conoscenza di tutte le attività illecite poste in essere da quest’ultimo, ma ne abbia comunque accettato il rischio.

Prescrizione del reato di bancarotta fraudolenta

La prescrizione della bancarotta fraudolenta è una causa di estinzione del reato e si verifica se entro un determinato lasso di tempo non si arriva a una sentenza definitiva.

  • Per la bancarotta fraudolenta il termine di prescrizione è di 10 anni (12 anni e 6 mesi se vi sono stati atti interruttivi).
  • Nel caso di bancarotta preferenziale il termine è più breve: 6 anni (7 anni e 6 mesi in caso vi siano atti interruttivi).

Il termine iniziale per il calcolo dei termini di prescrizione, nel caso in cui il reato sia commesso dopo l’apertura della liquidazione giudiziale coincide con quello in cui vengono poste in essere le condotte illecite.

Nel caso in cui le azioni distorsive siano iniziate prima dell’apertura della liquidazione, è più complesso verificare da quando inizia a decorrere il termine, generalmente anche in questo caso si fa coincidere con l’apertura della procedura di liquidazione giudiziale.

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