Parla il CEO di Banco BPM Giuseppe Castagna dopo la pubblicazione dei conti della banca preda di UniCredit. La frase su MPS e quell’attenti sul golden power.
Una fusione tra Banco BPM e MPS-Monte dei Paschi di Siena “non è più ipotizzabile”, a causa dell’OPS che UniCredit ha lanciato sul Banco.
A dirlo il numero uno di Piazza Meda, ovvero il CEO di Banco BPM Giuseppe Castagna, parlando nel corso della conferenza stampa che si è svolta a Milano per commentare i conti della banca italiana, diffusi oggi prima dell’inizio della giornata di contrattazioni di Piazza Affari. Conti che sono stati accompagnati da diverse sorprese, come la decisione del Banco di alzare il prezzo dell’OPA lanciata sulla società del risparmio gestito Anima Holding. E conti affiancati da dichiarazioni sull’offerta che Piazza Gae Aulenti ha presentato in data 25 novembre 2024 a BAMI, mettendo nel mirino il Banco e così sparigliando le carte delle partite del risiko bancario su cui fino ad allora diversi operatori di mercato avevano puntato.
Quel matrimonio tra MPS e Banco BPM, che era stato tanto sponsorizzato dal governo Meloni, ormai non si può più fare, e a dirlo è stato lo stesso amministratore delegato del Banco.
Terzo polo bancario con MPS-Banco BPM? Castagna: “non più ipotizzabile”
Dar vita ora a un terzo polo bancario con eventuali nozze tra le due banche “ non è nemmeno più ipotizzabile dopo l’operazione di Unicredit ”, ha affermato il banchiere.
Riferendosi a quella partecipazione che Piazza Meda detiene nel capitale del Monte dei Paschi di Siena pari al 5% circa, acquistata lo scorso 13 novembre, quando il MEF maggiore azionista tuttora del Monte ha smobilizzato altre azioni dell’istituto senese, Castagna ha tenuto a precisare che “l’investimento è stato voluto”, visto che “MPS è un importantissimo distributore di Anima” e noi “volevamo dimostrare che potevamo allargare i discorsi anche a MPS”.
Scenario ora “non più ipotizzabile”, dopo l’lOPS, offerta pubblica di scambio arrivata da Piazza Gae Aulenti.
Anima Holding, Castagna: senza quell’OPA staremmo ad annaspare
Detto questo, ha fatto notare il CEO di BPM, “se non avessimo fatto il 6 novembre l’OPA su Anima ora staremmo ad annaspare, invece ci possiamo difendere bene con un’operazione di un valore che difficilmente può essere pareggiato ”.
Secondo Castagna, insomma, proprio quella offerta pubblica di acquisto volta alla conquista di Anima (che ha essa stessa partecipato al terzo atto di privatizzazione di MPS, aumentando la sua partecipazione nell’istituto senese), ha permesso a Banco BPM di dotarsi di un asso nella manica (sebbene sia necessario ricordare che, tra le motivazioni che Andrea Orcel, CEO di UniCredit, ha addotto nello spiegare alla comunità finanziaria il prezzo a suo avviso giusto offerto a BAMI, ci sarebbe il fatto che quell’OPA su Anima non si è ancora concretizzata, e che su quella stessa OPA la BCE ha avanzato dubbi sul possibile utilizzo da parte di Piazza Meda del Danish Compromise.
Tra l’altro proprio ieri, nel commentare i conti del 2024 annunciati, Orcel si è così espresso: “Siamo stati chiari dal primo giorno abbiamo fatto un’offerta a un prezzo che per noi è a premio del 15% sul prezzo undisturbed, perchè il deal con Anima non è completato ”.
Vero però anche che l’AD di UniCredit ha detto di non escludere nulla e di non avere tra l’altro mai escluso la possibilità di alzare la posta: “ Non l’ho mai escluso sin dal primo giorno: vediamo cosa succede nel primo trimestre, poi valuteremo se l’offerta è finale oppure no”.
“Non vogliamo che Banco BPM sia svenduta”
A tal proposito il CEO di Banco BPM Giuseppe Castagna, che ha fatto notare più volte come il prezzo offerto da UniCredit fosse a sconto, oggi è tornato a confermare la view sull’OPS: “Non vogliamo che Banco BPM sia svenduta ai prezzi di due anni fa, ma se mai deve essere venduta lo sia in base alle prospettive che ha. Per ora valore non c’è, c’è uno sconto: oggi abbiamo voluto far capire quanto vale la nostra banca”.
Di fatto, proprio “il piano industriale serve a dire che c’è ancora tanto valore nella banca che non è stato espresso”.
E proprio Anima, nel momento in cui sarà completata l’OPA, secondo il banchiere farà “sicuramente aumentare il valore della banca”, ovvero di Banco BPM. Certo, “ se poi dovesse arrivare l’offerta della vita ”, ha fatto notare l’amministratore delegato di BAMI, gli azionisti di Piazza Meda la esaminerebbero. Ma “per ora non c’è”.
La frase sul golden power
Un messaggio è stato poi inviato dal banchiere, riguardo alla questione del golden power.
Castagna ha detto che “sarebbe molto grave” se si “decidesse di appoggiare un’operazione per guadagnare i favori di qualcun altro”.
A tal proposito Radiocor, nel riportare questa osservazione, ha messo in evidenza come il banchiere abbia fatto una precisazione sulla “sua precedente risposta sulla possibilità che l’intervento di UniCredit in Generali possa essere legato a una valutazione «soft» del golden power sull’OPS”.
“Castagna non intendeva quindi riferirsi all’esecutivo, ma a un non meglio precisato ’operatore di mercato’ in cui è possibile riconoscere il profilo della banca di Piazza Gae Aulenti”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Argomenti