Bando Impresa Sicura, il click day dell’11 maggio è stata una vera e propria beffa: 3150 domande di rimborso Invitalia sono state accolte in poco più di un secondo. Che imprese e professionisti si siano affidati a bot, rendendo così nullo il bando, è un’opzione da prendere seriamente in considerazione.
Bando Impresa Sicura di Invitalia, pubblicati i risultati, ma è una vera e propria beffa: i 50 milioni di euro messi a disposizione come risorse sono stati bruciati in meno di un minuto.
È chiaro che il meccanismo del Click day, basato sulla velocità, premia chi “clicca” per primo, ma stavolta la questione è diversa e assume contorni allarmanti.
Nell’elenco del bando degli ammessi al rimborso infatti si legge anche l’ora in cui la prenotazione è stata accettata: per le 3150 domande approvate sono bastati pochi millesimi di secondo.
Bando Impresa Sicura, la beffa del click day: vince «Usain Bot»
Il 21 maggio 2020 sono stati pubblicati i risultati del bando Impresa Sicura di Invitalia, con cui sono stati messi a disposizione 50 milioni di euro.
Le richieste per ottenere il bonus si sono aperte l’11 maggio, tramite il meccanismo del click day, ovvero le domande vengono valutate in base all’ordine cronologico di presentazione: ciascun richiedente può avere un rimborso pari a un massimo di 500 euro per addetto, fino a un massimo di 150.000 euro ad impresa.
Il bonus coprirà l’acquisto di:
- mascherine filtranti, chirurgiche, FFP1, FFP2 e FFP3;
- guanti in lattice, in vinile e in nitrile;
- dispositivi per protezione oculare;
- indumenti di protezione quali tute e/o camici;
- calzari e/o sovrascarpe;
- cuffie e/o copricapi;
- dispositivi per la rilevazione della temperatura corporea;
- detergenti e soluzioni disinfettanti/antisettici.
A differenza dei bonus pensati dal decreto Rilancio, il bonus di Invitalia viene erogato come liquidità diretta, e non come credito d’imposta: ecco perché il bando Impresa Sicura era parecchio invitante.
Il problema però è che i 50 milioni di euro stanziati sono spariti in poco più di un secondo. La prova ci viene data proprio dall’elenco delle prenotazioni ammesse a presentare domanda di rimborso: l’ultima (delle 3150 totali) è stata accettata alle 09:00:01.046749.
Bando Impresa Sicura, la beffa del click day: Invitalia inondata di bot?
Sono migliaia le segnalazioni degli utenti rimasti fuori dal bando e che sono giustamente indignati dalla modalità con cui è stato gestito questo click day: una vera e propria beffa, uno schiaffo a tanti esercenti e professionisti.
Per completare la domanda bisognava compilare tre campi (codice fiscale dell’impresa, codice fiscale del legale rappresentante e importo in euro), e anche se Invitalia aveva messo a disposizione una “pagina di prova”, è davvero difficile giustificare come possa essere possibile riempire tutti i campi in meno di un secondo.
Anche perché nel bando Invitalia si invita a riaggiornare la pagina qualora il giorno 11 maggio “si continui a visualizzare la pagina di prova della procedura”, solo così si potrà vedere la pagina definitiva di invio.
Che le aziende “promosse” si siano affidate a Usain Bot, il bot più veloce del mondo, per ottenere il bonus?
Eppure, la guida al bando prevede che:
“qualsiasi azione atta a violare i sistemi informatici, nonché ad interrompere il servizio, costituisce illecito perseguibile.”
Qualora questo non bastasse, nella sezione “Comportamento degli utenti” nella suddetta guida è esplicitamente scritto che “non è consentito utilizzare strumenti automatici di invio”.
Ci si aspetta dunque che l’amministratore delegato di Invitalia Domenico Arcuri (sì, il Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19 designato dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, quello dell’ordinanza delle mascherine senza IVA) faccia chiarezza su quanto accaduto.
Decreto Rilancio: gli altri bonus per le imprese
Sono tanti gli imprenditori e le partite IVA che sono rimaste escluse dalla selezione del bando Invitalia. A loro ricordiamo che il Governo ha messo disposizione altri strumenti per poter riaprire le proprie attività nel rispetto delle nuove norme di sicurezza.
Questi strumenti sono regolamentati dal decreto Rilancio, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 19 maggio.
Il primo è il bonus per l’adeguamento dei luoghi di lavoro, che consiste in un credito d’imposta del 60% delle spese sostenute nel 2020 fino a un massimo di 80.000 euro per realizzare gli interventi richieste dalle nuove disposizioni anti-Covid.
L’altro invece è il bonus sanificazione, ovvero un credito d’imposta del 60% fino a un massimo di 60.000 euro per le spese sostenute per la sanificazione degli ambienti e per l’acquisto di DPI, comprese mascherine e gel disinfettanti.
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