Al via il baratto amministrativo: i cittadini potranno saldare i debiti fiscali nei confronti dei Comuni lavorando gratuitamente per l’Amministrazione. Vediamo cos’è, dove è attivo e come funziona.
Si torna a parlare di baratto amministrativo: il Comitato per il Verde Pubblico del Ministero per l’Ambiente, con la delibera n. 27 del 2018 dà il via libera alla possibilità di lavorare gratuitamente per il Comune per pagare i propri debiti fiscali.
Il baratto amministrativo è stato introdotto dal Decreto Sblocca Italia del 2014 e consiste nella possibilità per i contribuenti in difficoltà economica di barattare il pagamento delle imposte locali, come Imu, Tasi e Tari, con lo svolgimento di lavori di pubblica utilità.
Ad oggi, tuttavia, sono pochi i Comuni in cui è attivo e sono altrettanto pochi i cittadini che sanno cos’è il baratto amministrativo e come funziona la legge che prevede la possibilità di pagare le tasse e i debiti con i lavori socialmente utili.
Cos’è il baratto amministrativo
Il baratto amministrativo è stato introdotto in Italia dal 2014, grazie al Decreto Sblocca Italia al fine di agevolare la partecipazione delle comunità locali alla valorizzazione e alla tutela del territorio.
Il baratto amministrativo rappresenta una delle più recenti misure di promozione della sussidiarietà orizzontale e, per chi si chiede cos’è, è possibile definirlo come uno “scambio di servizi” tra Comune e cittadini.
In pratica, nel caso di tasse scadute e non saldate di competenza del Comune (come Imu, Tasi e Tari) è possibile ottenere uno sgravio dell’importo dovuto offrendo il proprio lavoro a favore della comunità.
Criteri, regole e condizioni per la realizzazione degli interventi devono essere stabiliti con delibera del Comune e, in sostanza, i cittadini possono pagare le tasse lavorando a titolo gratuito per il proprio territorio offrendo servizi di manutenzione, pulizie, abbellimento di aree verdi, piazze o strade del territorio urbano o extraurbano.
I lavori socialmente utili consentiranno, per un periodo limitato di tempo e per specifici tributi, l’esenzione dal versamento delle imposte.
Come funziona e in quali comuni è attivo il baratto amministrativo
A stabilire le regole sul funzionamento del baratto amministrativo è la delibera di ciascun Comune, con il quale devono essere definiti limiti e criteri per accedere allo scambio di servizi tra cittadini e Ente Locale.
A sottolinearlo è anche la delibera n. 27 del Comitato per lo Sviluppo del Verde Pubblico. In generale, i requisiti per ottenere l’esenzione del pagamento di tasse e imposte locali riguardano sia la residenza che il reddito e l’importo del debito comunale del cittadino.
Ma quali sono i comuni che hanno già adottato delibere per dare il via al baratto amministrativo? Ad oggi sono soprattutto i piccoli centri ad avervi aderito, nonché alcune delle grandi città italiane, come Bari.
Negli scorsi anni era stato avviato anche a Milano, con la delibera del Comune che prevedeva specifici requisiti per i cittadini (e criteri per la determinazione del punteggio della graduatoria) e in merito alle attività di pubblica utilità da svolgere.
Ancora al palo, invece, il Comune di Roma, nonostante siano in molti i cittadini riuniti in comitati ad aver richiesto di poter beneficiare del baratto amministrativo per saldare i debiti relativi a imposte e tasse locali.
Perché il baratto amministrativo non decolla
Quello che in molti si chiedono è perché i comuni siano restii a dare il via al baratto amministrativo. Se per i cittadini si tratta di un’opportunità che comporta un vantaggio per tutte e due le parti in gioco (comunità e Amministrazione Locale), così non è per gli Enti territoriali.
Azzerare i debiti dei cittadini che svolgono lavori di pubblica utilità comporta un inevitabile ammanco nel bilancio locale. Proprio per questo, è lo stesso Comitato tenuto presso il Ministero a ribadire come il baratto amministrativo debba essere attivato in “maniera scientifica”, stimando preventivamente le minori entrate previste al fine del mantenimento dell’equilibrio di bilancio.
A tal proposito, viene sottolineato come tra le attività di pubblica utilità ammesse al baratto debbano esserci esclusivamente lavori già previsti e finanziati in bilancio.
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