Il neo Ministro della Cultura vuole eliminare l’iniziativa grazie a cui l’ingresso nei musei è gratuito nelle prime domeniche di ogni mese; ecco perché dovrebbe ripensarci se non vuole commettere un errore.
Domenica 5 agosto potrebbe essere una delle ultime volte in cui sarà possibile visitare gratuitamente un museo o un sito archeologico.
L’iniziativa “La domenica al museo” introdotta nella scorsa legislatura dall’allora Ministro della Cultura Dario Franceschini, infatti, rischia concretamente di essere cancellata a partire dal prossimo autunno.
Lo ha annunciato il neo Ministro della Cultura, Alberto Bonisoli, dichiarando che dopo aver ascoltato il parere dei direttori dei singoli musei - e registrando un’opinione unanime in merito - ha deciso di cancellare questa iniziativa subito dopo l’estate.
Confermato quindi l’ingresso gratis nei musei in programma per domenica 5 agosto (prima domenica del mese) e probabilmente anche l’appuntamento di domenica 2 settembre non subirà cancellazioni; dopodiché però Bonisoli intende eliminare l’obbligo di prevedere l’ingresso gratuito ai musei e ai siti archeologici o di interesse culturale del Paese, lasciando la libera iniziativa ai singoli direttori.
Secondo il Ministro della Cultura, infatti, questa inizialmente ha avuto successo “come lancio pubblicitario” e per far sì che gli italiani tornassero ad interessarsi all’arte; adesso però è arrivato un momento di mettere un freno perché “se si continua così si rischia di andare in una direzione che non piace a nessuno”.
Bonisoli: “Continuare con le domeniche gratis non conviene”
Come sottolineato da Bonisoli, il precedente Governo ha commesso un errore nel portare avanti questo progetto ben oltre il periodo in cui era stato pensato.
Questo perché ci sono dei periodi dell’anno in cui ai musei non conviene essere aperti gratuitamente nella prima domenica del mese visto l’alto afflusso di turisti; secondo Bonisoli, infatti, gli stranieri pensano che gli italiani sono “pazzi perché li fanno entrare gratis”.
Inoltre, il Ministro è convinto che sembra un po’ una fregatura rendere gratis una cosa che solitamente si paga, ed è per questo che ha ribadito la sua intenzione di eliminare l’iniziativa che tanto è piaciuta alle famiglie italiane (come confermato dai dati).
Quindi il motivo principale per cui il neo Ministro della Cultura vuole eliminare questa interessante iniziativa è che - secondo lui - rappresenta un spreco in termini di possibili mancati introiti.
Tuttavia c’è da sottolineare che da quando l’iniziativa è stata introdotta i numeri sono dalla parte dei musei italiani: infatti, il flusso di visitatori non è aumentato solamente nelle prime domeniche del mese - quando l’ingresso era gratuito - ma anche nel resto dell’anno, tant’è che dal 2014 ad oggi i guadagni dei siti archeologici e di interesse culturale sono aumentati.
Perché abolire le domeniche gratis al museo è un errore
Sono diversi i musei statali e i siti di interesse culturale visitabili gratuitamente ogni prima domenica del mese; si va ad esempio dal Colosseo al Museo degli Uffizi di Firenze, ma anche il centro archeologico di Pompei o quello di Ostia Antica.
Ebbene, dal 2013 al 2017 in questi siti si è registrato un incremento notevole dei visitatori, cresciuti da 26.359.831 a 34.966.604.
Un incremento di circa 10 milioni di visitatori che si potrebbe giustificare con l’introduzione della domenica al museo, quando gli italiani possono approfittare dell’ingresso gratuito per visitare un luogo di interesse culturale.
Ebbene, sicuramente questa iniziativa ha fatto sì che il numero di visitatori crescesse, ma non solo nelle domeniche in cui l’ingresso è gratuito; anche gli incassi dei musei, infatti, ha subito un incremento negli ultimi 4 anni, con un guadagno complessivo passato dai 126 milioni e 417 mila euro ai 193 milioni e 915 mila euro, per una crescita del 53%.
Insomma, gli italiani sono disposti anche a pagare per visitare un museo a conferma dell’interesse crescente per l’arte e per la cultura. D’altronde in questi 4 anni la crescita maggiore ha riguardato i visitatori paganti (+37%) rispetto a quelli che sono entrati gratuitamente (+25%).
Non ci sono motivi per credere quindi che l’iniziativa di Franceschini abbia danneggiato economicamente il polo museale italiano, anzi probabilmente è proprio il contrario. In questi 4 anni, infatti, circa 10 milioni di persone hanno aderito alla “domenica al museo”, molte delle quali non erano mai entrate in un sito archeologico.
La “domenica al museo” di Franceschini quindi è servita per far crescere un interesse che era andato perduto, ma che purtroppo deve essere alimentato con iniziative di questo genere per far sì che non si perda nuovamente. Ecco perché eliminare questa iniziativa perché si ritiene che la sua finalità promozionale sia ormai conclusa, sarebbe un errore.
© RIPRODUZIONE RISERVATA