Quanto è reale la possibilità che la BCE di Christine Lagarde annunci un taglio dei tassi di emergenza? Il caso Fed, e le alternative a disposizione.
La BCE sarebbe disposta a lanciare un salvagente per soccorrere i mercati, annunciando anche tagli dei tassi di emergenza, in caso di nuovi crolli?
Oggi, martedì 8 aprile 2025, il massacro, sui mercati, si è fermato.
Ma, nella nuova era dei maxi dazi di Donald Trump, nessuno si azzarda a fare previsioni troppo ottimistiche; piuttosto, il contrario, visto che la grande platea degli economisti e degli esperti si è data da fare in questi giorni a rifare un po’ di calcoli, sforbiciando le previsioni sulla performance di diversi asset finanziari, rivedendo al rialzo il rischio che il PIL del mondo intero finisca in recessione, e mettendo improvvisamente in conto più tagli ai tassi di interesse da parte delle banche centrali più importanti del mondo.
Tagli di interesse che, si è vociferato nelle sessioni contrassegnate da una pioggia di smobilizzi, potrebbero essere annunciati magari anche da un giorno all’altro, e di cui si è parlato molto, in particolare nella giornata di ieri, facendo riferimento alla Federal Reserve guidata dal presidente Jerome Powell.
Se nella giornata di contrattazioni della vigilia Wall Street ha puntato improvvisamente verso l’alto, con un colpo di reni che è arrivato anche ad azzerare le perdite dei principali indici azionari USA, è stato di fatto per alcuni rumor di mercato: da un lato, l’eventuale decisione del Presidente americano Donald Trump di mettere in pausa i dazi appena annunciati la scorsa settimana, per 90 giorni - indiscrezioni immediatamente smentite dalla Casa Bianca; dall’altro lato, la possibilità che, nella riunione prevista da calendario per la giornata di ieri, (non di politica monetaria) la Fed di Jerome Powell potesse decidere di assecondare Trump e di tagliare i tassi, per cercare di tamponare l’emorragia di Wall Street.
Così non è stato, in una situazione di panico in cui gli investitori si sono attaccati alla speranza che da un momento all’altro la Banca centrale americana potesse annunciare un intervento salvifico, per strappare Wall Street dalla grinfia dei sell. In parte, da quella grinfia di sell, alla fine Wall Street si è poi liberata, senza alcun particolare annuncio da parte della Fed.
Taglio tassi di emergenza da Fed e BCE? Piuttosto più tagli nel 2025, le scommesse dei mercati
Oggi i mercati finanziari sono tornati finalmente a salire. Ciò non toglie che, a salire in queste ore, siano state anche le aspettative di una Fed, così come di una BCE, pronte a tagliare i tassi nel corso del 2025 in modo più significativo e, magari, anche dopo una eventuale riunione di emergenza.
Nel caso della Fed, i mercati hanno già rivisto al rialzo le aspettative sui tagli dei tassi, e ora scommettono su ben cinque sforbiciate dei tassi sui fed funds entro la fine del 2025, dunque pari a -125 punti base, da parte della Banca centrale americana guidata da Jerome Powell.
La probabilità di un taglio di emergenza firmato dalla Fed, nell’arco della prossima settimana, è schizzata inoltre al 40%, sebbene non sia prevista alcuna riunione della Banca centrale americana prima di quella di politica monetaria che si concluderà con l’annuncio sui tassi, il prossimo 7 maggio (vedi il calendario delle riunioni della Fed nel 2025).
Per quanto riguarda l’Eurozona, dove la crescita dell’economia già da ora impallidisce rispetto a quella del PIL USA, anche qui sono molti gli economisti che stimano più tagli dei tassi da parte della BCE di Christine Lagarde.
D’altronde, a far sentire la loro voce dovish sono stati già gli esponenti del Consiglio direttivo della Banca centrale europea noti come colombe, ovvero Piero Cipollone, Francois Villeroy de Galhau e Yannis Stournaras, mentre tra gli esperti sono arrivati inviti rivolti all’Eurotower ad attivarsi per scongiurare il peggio (ovvero la recessione in Eurozona). “Devono tagliare in ogni meeting, fosse anche solo per l’incertezza”, ha commentato Frederik Ducrozet di Pictet Wealth Management precisando che, a suo avviso, “non ci sono segnali di un aumento delle pressioni inflazionistiche nel più lungo termine”.
Vero che i soliti falchi non si decidono a tacere sottolineando, stando a quanto riporta Reuters, che è possibile che la BCE stia sottovalutando l’impatto inflazionistico dei dazi, e che stia sbagliando nel ritenere che, qualora dovesse manifestarsi una accelerazione dei prezzi provocata dai dazi di Trump, questa avrebbe una breve durata.
I falchi motivano la loro preoccupazione ricordando che i dazi significano meno commercio, nuove catene di approviggionamento e costi in generale più elevati, tutti fattori che puntano a una inflazione sottostante più alta nel lungo periodo, così come è accaduto, fanno notare, nei decenni che hanno preceduto la globalizzazione.
Verso taglio tassi BCE ad aprile e non solo. JPMorgan vede tasso depositi all’1,50% a settembre
Detto questo, i mercati scontano ora la probabilità di ben quattro tagli dei tassi da parte della BCE, nel corso del 2025, di cui due nelle prossime due riunioni.
Probabile, dunque, che in queste ore i falchi stiano ingoiando il rospo di un settimo taglio dei tassi nella imminente riunione di giovedì prossimo, 17 aprile 2025, che farebbe seguito al sesto annunciato lo scorso 6 marzo, giorno in cui è stata la stessa Lagarde ad aprire sia alla possibilità di un ennesima riduzione del costo del denaro, che a una pausa, a seconda dei dati macro in arrivo.
A puntare su altri quattro tagli dei tassi nel 2025 sono ora anche gli economisti di JPMorgan, che ritengono che la BCE abbasserà i tassi in ciascuna delle prossime quattro riunioni, fino a portarli all’1,50% nel mese di settembre 2025.
La view di JPMorgan è sicuramente più dovish rispetto a quella del consensus, che stima non 100 punti base di tagli entro quel mese, ma qualcosa come 64 punti base di riduzione.
Finora non ci sono in ogni caso grandi indicazioni sulla possibilità che Lagarde annunci un taglio dei tassi di interesse di emergenza, al di fuori dunque delle riunioni di politica monetaria in calendario.
Una mossa in tal senso, tra l’altro, avvertono gli esperti, potrebbe alimentare il panico sui mercati, che sconterebbero la possibilità che le banche centrali stesse abbiano perso il controllo della situazione.
Più che taglio tassi di emergenza l’attivazione di questi due bazooka dalla BCE?
L’articolo di Reuters parla piuttosto dell’eventualità che la BCE decida di tornare a sfornare alcuni strumenti che sono ancora presenti nel suo arsenale e che sono considerati non convenzionali.
Tra questi, lo strumento TLTRO, ovvero le cosiddette operazioni di rifinanziamento di più lungo termine che l’Eurotower ha utilizzano nell’arco dell’ultimo decennio per assicurare alle banche dell’area euro l’accesso a finanziamenti a tassi molto agevolati.
La BCE potrebbe decidere di ricorrere in caso di nuovi crolli dei mercati anche alle operazioni di swap in dollari, che permetterebbero al sistema finanziario dell’Eurozona di avere accesso attraverso il canale della Federal Reserve ai dollari, nel caso in cui facesse fatica ad accedere ai finanziamenti bussando alla porta del mercato.
Tuttavia, è la stessa Reuters a far notare che per ora non ci sono segnali che vadano in tale direzione, dal momento che le banche commerciali, in Eurozona, siedono su un eccesso di liquidità che vale ben 2,8 trilioni di euro. Inoltre, nell’asta di liquidità giornaliera di ieri indetta dalla BCE, non ci sono state richieste di liquidità da parte delle banche del blocco.
Per ora, dunque, almeno a caldo, non sembra che, oltre ai tagli dei tassi previsti durante le riunioni di politica monetaria, la BCE abbia fretta di annunciare una sforbiciata di emergenza, né di attivarsi a utilizzare strumenti straordinari di politica monetaria. Il panico, dopo tutto, probabilmente non è arrivato a contagiare i piani alti dell’Eurotower, così come della Federal Reserve. E questo è sicuramente un bene.
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