Che succederà all’Europa già alle prese con una crescita del PIL da zero virgola? La presidente della BCE Lagarde presenta la conta dei danni dei dazi di Trump.
La presidente della BCE Christine Lagarde ha annunciato oggi la conta dei danni che i dazi di Trump infliggeranno al PIL dell’area euro.
“ L’imposizione di dazi pari al 25% sui prodotti europei che gli Stati Uniti importano dall’Europea sforbicerebbe la crescita del PIL dell’area euro dello 0,3% nel primo anno di applicazione delle tariffe”, ha calcolato Lagarde, aggiungendo che, “se poi Bruxelles decidesse di rispondere, alzando i dazi sui beni che l’Unione europea importa dagli USA, l’erosione del PIL dell’Eurozona sarebbe pari a -0,5% ”.
Si tratta di stime frutto di un’analisi della BCE che, tuttavia, non possono essere considerate certe, e che devono essere prese con le pinze, visto che “la situazione, ovviamente, è in evoluzione”.
Lagarde al Parlamento europeo lancia l’allenti su effetto dazi Trump su PIL euro
“I danni che i dazi della seconda amministrazione di Donald Trump provocherebbero alla crescita economica dell’area euro si concentrerebbero nell’anno successivo all’imposizione delle tariffe ”, ha aggiunto Lagarde, “per poi diminuire nel corso del tempo”. Detto questo, l’ “effetto negativo sul livello dell’output sarebbe persistente”.
Lagarde ha presentato la conta dei danni della guerra commerciale lanciata dal presidente americano Donald Trump nel corso di un discorso proferito di fronte alla Commissione degli Affari economici e monetari del Parlamento europeo, al cui cospetto è tornata a presentarsi per la prima volta dal dicembre del 2024, quando la seconda presidenza di Donald Trump non era ancora iniziata.
Da allora, il mondo è stato bombardato da annunci e da imposizioni di dazi continui: “La nuova amministrazione USA sta cambiando direzione in diverse aree che interessano la politica, con quella commerciale che rappresenta una questione cruciale. Il risultato è che l’incertezza sulla direzione futura della politica commerciale è volata a livelli eccezionalmente alti”, ha ammesso la numero uno dell’istituzione.
Lagarde ha continuato, sottolineando che, “nel nostro mondo interconnesso, l’aumento delle frizioni commerciali è di detrimento alla crescita e al benessere globali ”, in quanto “aumenta i costi, provoca interruzioni nella produzione e spesso causa aggiustamenti nelle catene dell’offerta ”. Non solo: “ incoraggia anche ritorsioni , erodendo ulteriormente i benefici del libero commercio”.
Il PIL dell’area euro ha, in questa situazione, molto da perdere.
“L’area euro, che è molto aperta al commercio e profondamente integrata nelle catene globali di approviggionamento, specialmente negli Stati Uniti, è esposta in modo particolare ai cambiamenti che interessano le politiche commerciali”.
Lagarde presenta l’effetto dei dazi di Trump sull’inflazione dell’Eurozona
L’altro problema è rappresentato dal fatto che la guerra dei dazi e in generale le tariffe imposte da Trump avrebbero inevitabilmente ripercussioni anche sull’inflazione, al momento ancora non facili da individuare: “In uno scenario del genere”, ha avvertito Lagarde, “l’outlook sull’inflazione diventerebbe più incerto in modo significativo”, nel senso che, “nel breve termine, le misure UE di ritorsione e un cambio euro-dollaro più debole, risultante da una domanda inferiore dei prodotti europei da parte degli Stati Uniti, potrebbe aumentare l’inflazione di mezzo punto percentuale circa ”.
Questo effetto verrebbe poi “smorzato nel medio termine, a causa di un’attività economica più debole, che metterebbe sotto pressione le pressioni inflazionistiche”.
La presidente della BCE, a conferma di tutto il senso di incertezza che in primis lei stessa sta avvertendo, ha poi continuato: “ Fatemi sottolineare di nuovo che queste stime sono soggette a una incertezza molto alta, in quanto l’impatto degli aumenti dei dazi potrebbe non essere lineare, per esempio a causa di una riconfigurazione significativa delle catene dell’offerta a livello globale”.
Detto questo, “l’elevato livello di incertezza politica ci richiede di rimanere vigili e pronti ad agire per mantenere la stabilità dei prezzi”.
“Fattore cruciale, la risposta a questo cambiamento attuale delle politiche commerciali americane dovrebbe essere non una minore, ma una maggiore integrazione commerciale, sia con i partner commerciali di tutto il mondo che all’interno dell’Unione europea. L’integrazione commerciale, inclusi gli accordi sul libero commercio, continua a essere un elemento di prosperità economica, che può proteggerci contro misure commerciali unilaterali”.
A confermarlo è proprio l’analisi della BCE, “che indica che una maggiore integrazione con il resto del mondo potrebbe più che compensare le perdite che si verrebbero a creare con i dazi unilaterali, incluse le ritorsioni”.
Di fatto, “in uno scenario del genere soltanto i Paesi che facessero ricorso a politiche isolazionistiche sarebbero destinati a perdere; è dunque importante che l’UE rimanga aperta al commercio, e il completamento in modo veloce di quegli accordi commerciali recenti con altri partner internazionali sarebbe un segnale potente ”.
Proprio a tal fine, è stato l’appello di Lagarde, “dobbiamo utilizzare questi sviluppi considerandoli una spinta a rendere più profonde le relazioni commerciali tra gli Stati membri dell’UE ”.
La spinta del mercato unico alla crescita, Lagarde lancia appello per una maggiore integrazione
I numeri parlano chiaro: “Si stima che il mercato unico abbia aggiunto alla crescita del PIL UE di lungo termine, nel corso dei primi 30 anni, (una spinta) compresa tra il 12% e il 22%, e che il livello del commercio tra gli Stati membri sia raddoppiato dalla sua creazione”.
Dunque, “ un mercato unico ancora più integrato è cruciale per ridurre le barriere commerciali all’interno dell’Europa e per creare quella scala che è necessaria alle aziende per prosperare. Inoltre, più sfruttiamo il nostro mercato unico, più resiliente sarà l’Europa di fronte all’impatto della frammentazione globale e degli shock esterni, più in generale”.
Tra l’altro, con la sua “ Competitiveness Compass, la Commissione europea ha presentato una road map concreta a cui si dovrebbe dare attuazione in modo urgente. In questo contesto, il piano per una unione dei risparmi e degli investimenti presentato ieri rappresenta un altro passo cruciale”.
Insomma: “rafforzando la sua autonomia strategica e aumentando il suo prestigio economico, l’Europa tratterà con i partner commerciali da una posizione di maggiore forza, forza che possiamo guadagnare solo insieme”.
Lagarde ha concluso il suo discorso ricordando che “nella situazione attuale di turbolenze, soltanto una Europa unita è una Europa più forte ”.
La frase di Lagarde sul trend dei tassi di interesse
Riguardo al trend dei tassi di interesse dell’Eurozona, la presidente dell’Eurotower ha ricordato che, a seguito dell’ultimo taglio che è stato annunciato lo scorso 6 marzo, il tasso sui depositi è al momento pari al 2,5%, in calo di 150 punti base rispetto al massimo testato nel 2024: “La nostra politica monetaria sta diventando meno restrittiva in modo significativo. I nuovi prestiti stanno diventando meno costosi per le aziende e le famiglie, mentre la crescita dei prestiti si sta riprendendo ”.
Confermato l’approccio di politica monetaria dipendente dai dati, “soprattutto nelle condizioni attuali di incertezza in aumento”. Dunque, “non ci impegnamo in anticipo a seguire un percorso particolare dei tassi”.
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