La BCE ha imposto cuscinetti aggiuntivi di capitale e di liquidità ad alcune banche dell’Eurozona.
La vigilanza bancaria della BCE ha annunciato di aver alzato in modo lieve i requisiti minimi di capitale che le banche dell’area euro dovranno rispettare nel 2025, a causa dei rischi geopolitici più alti che gli istituti di credito dovranno affrontare.
Il nuovo livello minimo di capitale è stato fissato all’11,3%, superiore di un soffio rispetto all’11,2% che era stato deciso per il 2024.
Ma non è stata questa l’unica novità che la Banca centrale europea ha comunicato nella giornata di oggi, nel presentare i risultati aggregati della sua procedura di valutazione SREP (Supervisory Review and Evaluation Process) e le priorità che ha intenzione di perseguire negli anni compresi tra il 2025 e il 2027.
Vigilanza BCE impone requisiti aggiuntivi su alcune banche dell’area euro
La divisione di vigilanza bancaria della BCE guidata dalla presidente Claudia Buch ha annunciato oggi anche di avere imposto quest’anno requisiti aggiuntivi di capitale su alcuni istituti dell’Eurozona che, a suo avviso, starebbero assumendo più rischi rispetto a quelli che riuscirebbero ad assorbire.
I cuscinetti sono stati imposti dopo “alcuni cambiamenti che hanno interessato il profilo di rischio di alcune banche selezionate ”.
A queste banche è stato richiesto, per la precisione, un requisito aggiuntivo sul leverage ratio, ovvero sul rapporto tra il capitale core di un istituto di credito e il valore totale dei suoi asset.
La cautela della BCE è confermata dal fatto che i maggiori oneri sono stati decisi per un numero di banche più che doppio rispetto allo scorso, per la presenza di un “leverage eccessivo”.
In base alle nuove disposizioni annunciate dalla banca centrale, saranno 13 le banche che dovranno presentare un leverage ratio superiore alla soglia minima del 3%, in particolare cuscinetti aggiuntivi compresi tra 0,1 e 0,4 punti percentuali.
Richieste di cuscinetti aggiuntivi di liquidità sono state inoltrate anche ad altri quattro istituti.
L’imposizione di questi oneri ha rappresentato il cambiamento più significativo emerso dalla valutazione annuale che la BCE ha lanciato sulle 113 banche su cui vigila, in una situazione in cui il timore era che la Vigilanza potesse decidere di mettere un freno alla distribuzione dei dividendi.
Banche euro stanno bene, occhio al CET1. Bene l’effetto tassi BCE, ma attenti ai rischi
In generale, la vigilanza bancaria dell’Eurotower ha confermato le buone condizioni di salute del settore bancario dell’Eurozona, che è riuscito a mantenere posizioni patrimoniali e di liquidità “solide, ben superiori ai requisiti richiesti”, come ha confermato il trend del valore aggregato relativo alla solidità patrimoniale, ovvero del CET1 (Common Equity Tier 1) : questo parametro, ha reso noto la BCE, ha segnato di fatto un lieve miglioramento, salendo alla metà del 2024 al 15,8%.
La BCE ha rimarcato inoltre il sostegno dei tassi di interesse dell’area euro ancora elevati alla redditività del comparto:
“I tassi di interesse più alti hanno continuato a supportare la reddività delle banche”, ha fatto notare la Vigilanza nel suo rapporto, lanciando tuttavia qualche avvertimento:
“Guardando avanti, tuttavia, l’indebolimento dell’outlook macroeconomico e i cambiamenti strutturali dell’economia richiederanno una vigilanza più forte. Spesso i rischi geopolitici non sono prezzati dai mercati finanziari fino a quando non si materializzano”, ha scritto la BCE, non escludendo di conseguenza il pericolo che si verifichi un “brusco repricing del rischio” che, a sua volta, “potrebbe aumentare i rischi di liquidità e provocare ulteriori perdite”.
Nell’affrontare la questione dei rischi che si stagliano all’orizzonte, la vigilanza non ha menzionato solo i rischi geopolitici.
Un chiaro riferimento è stato alle preoccupazioni che tuttora persistono sulla “governance delle banche”, sulla loro “gestione del rischio - inclusa la gestione dei rischi climatici e di quelli relativi alla natura ”, così come sulla “resilienza operativa” degli istituti: timori che vanno secondo la BCE tamponati in modo veloce, a causa del “contesto incerto di rischio”.
Riguardo a quanto emerso dai test SREP, la BCE ha annunciato che il punteggio, in media, è rimasto ampiamente stabile a 2,6 (in un range compreso tra 1 e 4), con il 74% delle banche che ha riportato lo stesso punteggio del 2023, l’11% che ha fatto peggio e il 15% che ha fatto invece meglio.
Azioni banche soffrono in Borsa, Buch non si sbottona su UniCredit-BAMI e UniCredit-Commerzbank
Giornata negativa oggi a Piazza Affari per le azioni delle principali banche italiane, dopo la corsa degli ultimi giorni di contrattazione che è stata alimentata dalle speculazioni sul risiko del settore.
In evidenza il trend al ribasso dei titoli protagonisti delle ultime manovre lanciate nel settore, ovvero di UniCredit, Banco BPM, MPS.
A tal proposito, occhio alle dichiarazioni che sono state rilasciate nel corso della conferenza stampa - indetta per commentare l’esito dei test SREP - dalla presidente della vigilanza bancaria Claudia Buch.
Interpellata sui due doppi dossier UniCredit-Commerzbank e UniCredit Banco BPM, Buch ha sortolineato che la BCE adotta di solito “ un approccio molto neutrale quando si tratta di fusioni transfrontaliere piuttosto che domestiche”, ricordando che l’ultima parola spetta alle “parti”.
La numero uno della vigilanza bancaria della BCE non è andata però oltre, rifiutandosi di rilasciare commenti specifici sui due dossier.
Nessuna risposta neanche alla domanda sui tempi che le autorità impiegheranno a decidere se dare l’ok alla richiesta di UniCredit di salire ancora nel capitale della seconda banca tedesca Commerzbank.
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