La BCE è pronta a punire le società che non rispettano requisiti ambientali e che sono parte del suo portafoglio di asset. Qual è il piano di Lagarde?
La BCE promette battaglia contro le società che inquinano troppo e si dice pronta a punire le aziende poco efficienti sugli obiettivi climatici attraverso un riassetto delle obbligazioni corporate nel suo portafoglio.
La Banca Centrale Europea detiene circa 350 miliardi di euro di debito societario e secondo un rapporto sul clima pubblicato martedì 25 giugno, il Consiglio direttivo fisserà obiettivi provvisori di riduzione delle emissioni per le società inserite nei sui asset e nei programmi di acquisto di emergenza pandemica.
In caso di mancata osservanza di tali target ambientali, che riguarderanno soprattutto la diminuzione delle emissioni inquinanti, potrebbero scattare azioni correttive - o punitive - per le aziende inadempienti.
La BCE si conferma così come la banca centrale più attivista e determinata nell’affrontare il cambiamento climatico come un rischio finanziario. Banche e società dell’Eurozona sono state più volte richiamate a un maggiore sforzo nell’orientamento di attività finanziarie e investimenti verso la decarbonizzazione.
Il piano BCE contro le società inquinanti
La determinazione della BCE nel costruire un portafoglio obbligazionario green è sintetizzata in modo chiaro in questo passaggio del documento pubblicato solo due giorni fa: “il cambiamento climatico e le politiche di transizione influiscono sul valore e potenzialmente il profilo di rischio delle attività detenute nel bilancio dell’Eurosistema portando ad un accumulo indesiderato di rischi finanziari legati al clima”.
Sulla base di questa premessa, il piano di Lagarde e del suo Consiglio direttivo è di fissare obiettivi provvisori di riduzione delle emissioni per i portafogli corporate dell’App e del Pepp (i due strumenti di politica monetaria a disposizione per acquistare obbligazioni).
Finora, i reinvestimenti dell’Asset purchase programme (App) e del Pandemic emergency purchase programme (Pepp) sono stati indirizzati proprio verso società più ecologiche. Tuttavia, con il Pepp in chiusura a fine 2024, la banca centrale vuole introdurre nuovi parametri di decarbonizzazione da monitorare nelle società emittenti debito e che sono incluse nel portafoglio BCE.
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Se i soggetti osservati non soddisfano i target sulla riduzione dell’inquinamento e sulle buone pratiche ambientali possono scattare azioni correttive da valutare “caso per caso”. Per il momento, non si hanno dettagli sull’entità di queste potenziali misure punitive nei confronti di società poco virtuose sul piano ecologico. Tuttavia, le opzioni potrebbero non escludere il disinvestimento in casi di maggiore gravità.
Oltre a fissare obiettivi, la BCE ha anche ampliato la portata degli asset soggetti a revisione climatica, da 395 miliardi di euro (573,17 miliardi di dollari) nella valutazione dello scorso anno a 4,5 trilioni di euro nel rapporto di martedì. Ciò include la detenzione di attività del settore pubblico e obbligazioni garantite, nonché di riserve estere, oltre alle attività del settore societario su cui si è concentrata l’anno scorso.
La determinazione dell’Eurotower sulla politica ambientale sta portando anche a risultati positivi. L’intensità di carbonio media ponderata delle attività aziendali, che misura le emissioni in relazione ai ricavi, è diminuita del 50% dal 2018 al 2022, secondo la valutazione della BCE delle sue partecipazioni. Altre attività hanno visto cali dal 15% al 63% nelle emissioni derivanti dalle proprie operazioni e dal consumo di energia.
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