A partire da domenica 5 febbraio il prezzo della benzina potrebbe aumentare ancora a causa dell’embargo europeo a tutti i prodotti raffinati russi. Ecco cosa sta accadendo.
Sembra non aver fine l’odissea degli automobilisti e il rincaro della benzina. A partire da oggi, 5 febbraio 2023, potrebbe verificarsi l’ennesima stangata sui prezzi dei carburanti.
Questo perché da oggi scatta di fatti l’embargo da parte dell’Unione europea contro tutti i prodotti raffinati provenienti della Russia, e quindi anche sul petrolio.
Il protrarsi della guerra in Ucraina vede ancora l’intensificarsi delle sanzioni da parte dell’Ue contro Mosca con le conseguenti ripercussioni sul sistema economico europeo e quindi sui cittadini.
Tutt’ora è ancora difficile prevedere l’effetto sui prezzi ai distributori ma non sono esclusi i rincari e al momento i dati settimanali riportano prezzi decisamente alti. Ecco cosa sta accadendo oggi e qual è la situazione in Italia. Di seguito tutto quello che c’è da sapere.
Benzina, cosa sta accadendo e perché c’è il rischio di maxi rincari
C’è il rischio che il prezzo della benzina aumenti in tutti i paesi Europei. Infatti, a causa del divieto di importazione stabilito da Bruxelles contro Mosca, s stima che arriveranno a mancare oltre un milione di barili di petrolio al giorno in tutta l’Europa, equivalente circa a un quarto della domanda dell’Unione europea.
Un embargo ai prodotti raffinati russi di certo non inaspettato, infatti, negli ultimi mesi l’Ue aveva già dimezzato l’acquisto dei carburanti russi, aumentando al contempo le importazioni dagli Stati Uniti e da altri Paesi. Ciò che è certo che non è ancora possibile stabilire di quanto potrebbe aumentare il prezzo della benzina in Europa.
La commissaria europea per l’energia Kadri Simon intanto ha spiegato che essendo noto da giugno 2022 l’attuale provvedimento per l’embargo ai prodotti raffinati russi, i mercati avrebbero avuto tutto il tempo per potersi preparare e adattarsi, mentre i Paesi erano alle prese per la corsa alle scorte di carburanti, specialmente per la seconda parte dell’anno.
Per poter allontanare definitivamente il rischio di maxi-rincari, però, i Paesi del G7 dovrebbero trovare un accordo definitivamente per imporre un tetto al prezzo del gasolio russo.
Benzina, qual è la situazione in Italia?
Se in Europa bisogna attendere per conoscere quali saranno le politiche energetiche in materia, in Italia, intanto, la tensione tra Governo, benzinai e automobilisti è destinata ad aumentare, soprattutto se dopo l’embargo ai prodotti russi - scattato il 5 febbraio 2023 - seguirà un aumento dei prezzi dei carburanti.
Stando ai dati settimanali del Ministero dell’Ambiente i costi sono già particolarmente alti:
- il prezzo del diesel è di 2,007 euro al litro;
- il prezzo della benzina è di 2,051 euro al litro;
Leggermente più bassi i costi al self-service. Il timore per i rincari è più che lecito, ma va detto che allo stato attuale i prezzi non dovrebbero subire grandi ripercussioni dopo il 5 febbraio. Infatti, fino al mese di giugno del 2022 la Russia forniva alla penisola solo il 5% di gasolio/diesel. A partire da luglio 2022, poi, la quota russa è stata totalmente azzerata. E se le raffinerie italiane sembrano stoccare il quantitativo necessario al Paese, secondo il presidente dell’Unione nazionale consumatori Massimiliano Dona, la decisione del governo Meloni di rialzare le accise è a “dir poco irresponsabile”.
Rispetto al 31 dicembre 2022 oggi un litro di benzina costa quasi 23 centesimi in più, con un rincaro del 13,8%, pari a una stangata di 11 euro e 36 per un pieno da 50 litri, 273 euro su base annua considerando 2 pieni di carburante al mese a famiglia
Per non parlare del gasolio che è aumentato del 12%, oltre 20 centesimi, pari a 10 euro e 22 centesimi a rifornimento. Detto questo il Governo Meloni ha reintrodotto l’accisa mobile per calmierare i prezzi qualora superino una certa soglia, calando in automatico le accise per alleggerire il carico complessivo.
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