Benzina, lo sconto ha favorito i ricchi: vantaggi sei volte superiori rispetto ai poveri

Alessandro Cipolla

18/01/2023

Per uno studio di Transport & Environment, in Italia i ricchi avrebbero beneficiato molto di più rispetto ai poveri degli sconti sulle accise della benzina in vigore per buona parte del 2022.

Benzina, lo sconto ha favorito i ricchi: vantaggi sei volte superiori rispetto ai poveri

Nell’Unione europea gli sconti sulle accise della benzina sarebbero costati in totale 35 miliardi, ma i benefici per il 10% più ricco della popolazione sarebbero stati di gran lunga superiori rispetto a quelli del 10% più povero.

Questo è il responso di uno studio condotto da Transport & Environment, la Federazione europea per i trasporti e l’ambiente che da trent’anni opera nel campo dei trasporti per cercare di promuovere una mobilità più sostenibile.

Stando allo studio, l’Italia dal marzo 2022 quando il governo Draghi ha deciso di mettere in campo gli sconti sulle accise dei carburanti per combattere il caro-benzina, fino al 31 dicembre quando per decisione del nuovo esecutivo guidato da Giorgia Meloni la misura non è stata più prorogata, ha speso in totale 7,6 miliardi.

In Italia gli sconti sulla benzina però avrebbero generato un risparmio medio di 58 euro per quanto riguarda la fascia più ricca della popolazione, mentre quella più povera avrebbe avuto un beneficio pari a soli 9 euro.

Benzina: quanto sono costati gli sconti sulle accise

Negli ultimi mesi nell’Unione europea buona parte degli Stati membri hanno messo in campo misure per aiutare i cittadini a sostenere l’impennata del prezzo della benzina; per lo studio di Transport & Environment, all’11 gennaio 2023 in totale sono stati spesi circa 35 miliardi.

Spesa degli Stati Ue per gli sconti sulla benzina Spesa degli Stati Ue per gli sconti sulla benzina Fonte Trasnsport&Environment

La Francia con 7,7 miliardi è il paese che finora ha speso di più per il caro-benzina, con questo speciale podio che è completato dall’Italia con 7,6 miliardi e dalla Spagna con 4,5 miliardi. Il governo di Madrid però, al pari di quello portoghese, belga e olandese solo per citarne alcuni, ha deciso di mantenere gli sconti anche in questo inizio di 2023.

Come ben noto in Italia invece la misura non è stata prorogata a partire dall’inizio dell’anno da parte del governo Meloni, ma l’esecutivo si è impegnato a ridurre progressivamente il peso delle accise durante questa legislatura.

Inoltre il governo di fronte alle proteste dei cittadini per l’aumento del costo del carburante, ha fatto intendere di essere pronto a introdurre di nuovo gli sconti sulle accise della benzina nel caso in cui i prezzi dovessero assestarsi in maniera stabile oltre i 2 euro al litro.

I vantaggi dei più ricchi

Lo studio di Transport & Environment ha criticato la decisione dei vari governi comunitari di introdurre degli sconti per due motivi: avrebbe incentivato l’utilizzo di mezzi inquinanti e il vantaggio sarebbe stato ben maggiore per i ricchi rispetto ai poveri.

Come riporta Europa Todayla stima, infatti, è che il 10% più ricco degli europei spenda annualmente, in media, 1.249 euro di benzina contro i 162 del 10% più svantaggiato (si tratta di costi pro-capite, non per automobilista); ad esempio, una riduzione di 15 centesimi sull’accisa sul carburante in sei mesi ridurrà la bolletta di un guidatore di un suv Bmw X5 di 300 euro rispetto agli 85 euro risparmiati da chi ha una Citroen C3”.

Di conseguenza in Italia i vantaggi dei più ricchi sarebbero stati sei volte superiori a quelli dei più poveri, una stima che a ottobre è stata certificata anche dal nostro Ufficio parlamentare di bilancio che ha calcolato un vantaggio 6,5 volte superiore.

La tesi è stata in qualche modo fatta propria anche dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che ha giustificato la mancata proroga degli sconti in quanto “tagliare le accise sulla benzina è una misura che aiuta tutti, indipendentemente dalla condizione economica che hanno”.

In futuro così sulla benzina potrebbero arrivare degli aiuti mirati ai cittadini in base alla propria condizione economica, anche se la vera sfida per il governo sarà quella di mantenere l’impegnativa promessa della “sterilizzazione delle entrate dello Stato da imposte su energia e carburanti e automatica riduzione di Iva e accise” che è stata inserita nel programma elettorale.

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