Le misure in vigore e quelle varate per combattere l’impatto della pandemia sulle economie della Zona Euro hanno permesso al bilancio della BCE di registrare un nuovo massimo storico.
Nell’ultima settimana il bilancio della BCE ha messo a segno un nuovo massimo storico portandosi per la prima volta sopra quota 7 mila miliardi di euro.
Per la precisione, il bilancio dell’Eurotower è aumentato di 59 miliardi di euro a 7.008,896 miliardi. Rispetto a metà marzo 2020, il bilancio della BCE ha messo a segno uno strabiliante +48%.
La causa di questa impennata va ovviamente ricondotta al Quantitative Easing, lo shopping di titoli da parte della banca guidata da Christine Lagarde, ed ai prestiti al settore bancario.
Entrambe le misure sono state potenziate nel corso dell’ultimo meeting, quando la BCE ha annunciato l’aumento di 500 a 1.850 miliardi di euro degli acquisti di titoli del programma PEPP, che sarà prolungato di nove mesi almeno fino a marzo 2022, e la proroga della terza tranche di TLTRO, le operazioni di liquidità di lunga durata, con condizioni più favorevoli e durata che passa da giugno 2021 a giugno 2022.
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Bilancio BCE al 60% del Pil
Il nuovo record messo a segno dal bilancio della Banca Centrale Europea ha spinto il dato a circa il 60% del Pil della Zona Euro.
Il risultato è particolarmente significativo se confrontato con il 34,3% statunitense e con il 36,4% britannico ma è meno della metà rispetto al dato giapponese, al 132,6% nell’ultima rilevazione.
È giunto il momento della politica fiscale
Per diversi commentatori questo rappresenta il segnale più lampante che le politiche monetarie in questa fase storica abbiano assolto il loro compito e che nel 2021 dovranno per forza di cose lasciare il palcoscenico agli interventi di natura fiscale.
“Il 2021 si prefigura come un anno in cui le politiche fiscali saranno probabilmente protagoniste mentre le politiche monetarie saranno sempre fondamentali, ma assumeranno un ruolo più da comprimario, ossia intervenire nei momenti di maggiore turbolenza per rassicurare i mercati e dare tempo alle politiche fiscali di esprimere i loro impatti”, ha commentato Antonio Cesarano, Chief Global Strategist di Intermonte SIM.
Per quanto riguarda le politiche fiscali, continua Cesarano, un ruolo importante sarà svolto, da un lato, dall’implementazione del Next Generation Eu e dall’altro dal piano Biden.
Quest’ultimo, rileva l’esperto, è basato su due punti chiave: “è rivolto solo ad aziende (soprattutto medio/piccole US o estere) che producono e generano occupazione in US; comprende anche tematiche green”.
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