Il bilancio della guerra Israele-Hamas a 1 anno dal suo inizio, tra vittime, costi e barbarie

Alessandro Cipolla

07/10/2024

Un anno di guerra tra Israele e Hamas, tutti i numeri: il bilancio delle vittime, i costi di questo conflitto e quali sono state le conseguenze per la popolazione civile e l’economia dei territori.

Il bilancio della guerra Israele-Hamas a 1 anno dal suo inizio, tra vittime, costi e barbarie

Un anno di guerra Israele-Hamas. Sono passati 12 mesi dal 7 ottobre 2023, giorno in cui i miliziani palestinesi hanno lanciato dal Nord della striscia di Gaza un attacco senza precedenti - via terra e cielo - verso lo Stato ebraico: il bilancio di quel nefasto giorno è stato di circa 1.200 morti israeliani e 251 persone prese in ostaggio.

Quello che è successo dopo è storia ben nota, con Israele che ha risposto invadendo la striscia di Gaza ormai ridotta a un cumulo di macerie, mentre ora la guerra si sta allargando anche al Libano e, con ogni probabilità, presto potrebbe coinvolgere non solo l’Iran, ma anche Yemen, Iraq e Siria.

Insomma uno scenario da guerra regionale - se non mondiale vista la presenza di un incredibile schieramento militare degli Usa in zona pronto a sostenere in ogni modo Israele -, senza che si possa intravedere uno spiraglio diplomatico per la soluzione del conflitto un po’ come sta accadendo in Ucraina.

In questo anno di guerra tra Israele e Hamas sono stati versati fiumi di inchiostro per cercare di descrivere quello che è avvenuto - e sta avvenendo - in Terra Santa. Noi di Money.it in questa triste ricorrenza invece abbiamo voluto focalizzarci sui numeri - che non mentono mai - di questo conflitto, un modo questo per far comprendere al meglio la tragedia civile e anche economica che sta andando in scena.

Prima di passare a snocciolare cifre e dati, bisogna premettere che molti di questi numeri sono stime o comunque non ufficiali: come in Ucraina, nonostante il vivere in una società dove finisce subito in rete anche un cane che fa la pipì in un angolino di una sperduta città, di queste guerre abbiamo poche immagini e informazioni spesso contraddittorie.

Un paradosso che può essere in parte spiegato sempre da un numero: 116, ovvero i giornalisti, fotografi e cameraman uccisi nella striscia di Gaza nell’ultimo anno. Anche nell’epoca di internet, nessuno tra i belligeranti ha interesse che si venga a sapere quello che veramente accade sul campo di battaglia.

Il numero di morti in un anno di guerra Israele-Hamas

In un anno di guerra Israele-Hamas finora sono più di 42.000 i morti accertati, quasi tutti palestinesi tra cui un altissimo numero di donne e bambini, con la popolazione civile che sta pagando il prezzo più alto in questo nuovo conflitto in Terra Santa.

Questo è il tristemente provvisorio bilancio di morti e feriti dal 7 ottobre 2023 a oggi.

Israele:

  • 1.514 morti;
  • 8.730 feriti.

Striscia di Gaza:

  • 41.870 morti;
  • 97.166 feriti.

Nella striscia di Gaza dall’inizio di questa guerra sono morti circa 16.500 bambini, mentre oltre 10.000 al momento risultano spariti o dispersi.

In Israele invece nell’ultimo anno sono stati uccisi in attacchi terroristici 885 civili, di cui 809 durante l’azione del 7 ottobre a opera dei miliziani di Hamas.

I soldati israeliani morti in questa guerra invece sarebbero 705: circa 300 sono stati uccisi il 7 ottobre, gli altri invece durante l’invasione di Gaza.

La situazione in Cisgiordania

La Cisgiordania è una parte di territorio palestinese dove non c’è la presenza di Hamas e, per questo motivo, non è stata oggetto della risposta da parte dell’esercito di Israele dopo l’attacco del 7 ottobre.

Dall’inizio della guerra però ci sono stati oltre 1.000 attacchi violenti contro i palestinesi da parte dei coloni israeliani, con quest’ultimi che hanno occupato ulteriori territorio assegnati alla Palestina.

Questi attacchi da parte dei coloni - condannati dall’Occidente solo a parole - hanno provocato in Cisgiordania finora la morte di 753 persone - tra cui 160 persone - e il ferimento di altre 5.750.

Quanti miliziani di Hamas sono stati uccisi

Questa guerra bisogna ricordare è tra Israele e Hamas, la milizia palestinese - alleata di Hezbollah, Houthi e Iran - che ha la sua roccaforte nella striscia di Gaza, o meglio ora in quel che resta del tristemente famoso enclave.

Secondo fonti israeliane, sarebbero 17-18.000 i combattenti di Hamas rimasti uccisi dall’inizio della guerra, tra cui numerosi capi. Si stima che quasi il 50% dei battaglioni sia stato decimato o ucciso, ma ciò non significa che queste brigate non siano più operative anche se l’Idf ha annunciato di aver distrutto “l’ala militare” del nemico.

Stando a questi numeri, si può dedurre che circa il 60% dei morti nella striscia di Gaza in questo conflitto siano civili.

La situazione degli ostaggi israeliani

Nel corso dell’attacco del 7 ottobre Hamas ha preso in ostaggio 251 israeliani. Un anno dopo 97 persone sono ancora prigioniere dei miliziani palestinesi, 29 sono state dichiarate morte e 125 - soprattutto donne e bambini - sono state liberate.

Si ritiene però che una quarantina degli attuali ostaggi siano morti senza che i loro corpi siano stati recuperati o restituiti, mentre di tutti gli altri non si ha notizia di dove possano essere.

I danni nella striscia di Gaza

Stando all’ultimo report dell’Onu, gli attacchi israeliani hanno danneggiato nella striscia di Gaza:

  • Più della metà delle case (danneggiate o distrutte)
  • L’80% delle strutture commerciali
  • L’87% percento degli edifici scolastici
  • 23 ospedali sono fuori uso su un totale di 38
  • 130 ambulanze non sono più utilizzabili
  • Il 68% delle reti stradali
  • Il 68% dei terreni coltivabili

La stima è che nella striscia di Gaza - dove il 96% della popolazione soffre di una carenza alimentare - ogni ora vengano distrutti dodici edifici.

Il numero di profughi e sfollati

Prima dell’inizio della guerra nella striscia di Gaza vivevano circa 2,3 milioni di persone, di cui il 47% bambini. La città più popolosa è Gaza City (750.000 abitanti), seguita da Khan Younis (430.000) e Rafah (270.000).

Nell’ultimo anno sia Israele sia Egitto hanno tenuto quasi sempre i rispettivi confini chiusi, con gli abitanti dell’enclave che sostanzialmente sono rimasti come in trappola sotto l’incessante bombardamento israeliano.

Circa mezzo milione di persone vive negli otto campi profughi presenti nella striscia di Gaza, con la situazione umanitaria che è precipitata nell’ultimo anno. In Cisgiordania invece ci sono altri 190.000 profughi.

Gli sfollati poi stando alle stime delle Nazioni Uniti sarebbero oltre un milione, con le persone costrette di volta in volta ad abbandonare le città finite sotto assedio da parte dell’esercito israeliano. Secondo altre fonti, il 90% degli abitanti della striscia di Gaza sarebbe stato sfollato più volte nell’ultimo anno.

In Israele invece ci sarebbero circa 100.000 sfollati, ovvero i residenti delle zone vicine ai confini con Libano a striscia di Gaza.

La guerra tra Israele e Libano

Lo scorso 23 settembre Israele ha allargato il fronte della guerra iniziando un’operazione anche in Libano con tanto di invasione via terra. Stando al governo di Beirut, nell’ultimo anno sono morti 2.000 libanesi a seguito degli attacchi israeliani, tra cui almeno 127 bambini.

I combattenti di Hezbollah morti per l’Idf sono 440 - la maggior parte delle vittime anche in questo caso sono civili -, mentre gli sfollati al momento sarebbero 1,5 milioni di persone.

Ci sono vittime anche tra i soldati israeliani, una trentina solo negli ultimi giorni, ma al momento non è dato sapere il numero esatto dei morti tra le fila dell’Idf negli scontri con i miliziani di Hezbollah.

I costi della guerra per Israele

Di recente in Israele la banca centrale ha stimato che il costo della guerra in corso raggiungerà i 67 miliardi di dollari entro il 2025, di cui 32 miliardi solo per le spese militari. Una cifra monstre che potrebbe aumentare ulteriormente in caso di un’escalation bellica capace di coinvolgere anche l’Iran.

Per l’economista israeliano Yacov Sheinin invece il prossimo anno i costi per la guerra arriveranno a essere per Tel Aviv pari a 120 miliardi di dollari, ovvero circa il 20% del Pil di Israele.

Del resto ogni missile lanciato dall’Iron Dome - il sofisticato sistema antimissilistico israeliano - costa 50.000 dollari, un niente in confronto ai 3,5 milioni di dollari per ogni missile Arrow utilizzato. La ricostruzione degli edifici distrutti invece è stata stimata in 6 miliardi di dollari.

C’è da dire che ogni anno dagli Stati Uniti arriva un fiume di denaro in Israele: 3,8 miliardi di dollari di aiuti militari. Lo scorso aprile il Congresso ha approvato un ulteriore pacchetto da 14 miliardi di dollari, il tutto per permettere all’Iron Dome di continuare a funzionare perfettamente.

La situazione dell’economia israeliana

La guerra ha costretto Israele a richiamare alle armi oltre 280.000 riservisti, in gran parte lavoratori che in buon numero ancora devono fare ritorno alla loro occupazione. Questo è solo uno dei motivi che hanno portato a una contrazione dell’economia israeliana in quest’anno di guerra dove anche il turismo si è sostanzialmente azzerato.

In Israele così Il PIL è sceso del 4,1% nelle settimane successive agli attacchi dello scorso 7 ottobre. La flessione è proseguita nel 2024, segnando un ulteriore calo dell’1,1% e dell’1,4% rispettivamente nel primo e nel secondo trimestre dell’anno. Un dato emblematico sono le 46.000 aziende israeliane fallite dall’inizio dell’anno - soprattutto in settori come edilizia e agricoltura -, anche a causa della mancanza di lavoratori.

Le grandi agenzie di rating di recente hanno declassato lo status del Paese. Ad agosto Fitch ha abbassato la valutazione di Israele da A+ ad A, spiegando che l’aumento della spesa militare ha contribuito a una crescita del deficit fiscale al 7,8% del PIL nel 2024, rispetto al 4,1% dell’anno precedente.

La catastrofe dell’economia palestinese

Se il PIL di Israele è in calo a causa della guerra, l’economia palestinese - da lustri sostanzialmente dipendente dagli aiuti internazionali e dalle rimesse dall’estero - praticamente si è quasi azzerata.

La situazione è difficile anche in Cisgiordania, dove per l’Unctad negli ultimi dodici mesi sono andati persi più di 300.000 posti di lavoro, con il tasso di disoccupazione che è schizzato dal 12,9 al 32%.

Come abbiamo detto nella striscia di Gaza - dove manca praticamente tutto, compresa la carta - il 68% dei terreni coltivabili è andato distrutto, con la produzione agricola che è crollata del 96% nell’ultimo anno.

Da quando è scoppiata la guerra il Pil palestinese è sprofondato dell’86% stando ai dati forniti dalle Nazioni Unite: se Gaza è in rovina, la Cisgiordania è messa in ginocchio anche dall’inflazione e dalla violenza dei coloni.

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# Guerra
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