Il Binario 21 della Stazione di Milano fa parte di un progetto museale dedicato alla Shoah, ed è ormai diventato uno dei simboli italiani dell’Olocausto. Ecco cos’è e perché è così importante.
Furono ben 23 i treni che partirono dal binario 21 della Stazione centrale di Milano diretti ad Auschwitz-Birkenau, Mauthausen e altri campi di concentramento.
In occasione della Giornata della Memoria - 27 gennaio 2023 - è giusto ricordare il coinvolgimento del nostro Paese nella deportazione di ebrei, partigiani e avversari politici, deostruendo quella visione semplicistica e - talvolta - negazionista a cui si oppose per anni lo scrittore Primo Levi. Ed è per tale motivo che il binario 21 è entrato a far parte di un progetto museale: il Memoriale della Shoah.
Eppure, la storia del binario 21 non è conosciuta da tutti, e per questo è giusto in tale occasione non fermarsi alla superficie degli accadimenti, ma scendere in profondità per conoscere cosa abbia significato il binario 21 per tutti coloro che sono stati deportati nei campi di concentramento. Ecco tutto quello che occorre sapere su uno dei simboli italiani della Shoah.
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Binario 21, cos’è e qual è la sua storia?
Il binario 21, come anticipato, è ormai diventato un simbolo della Shoah in Italia; binario non più attivo e che oggi ospita il Memoriale della Shoah per ricordare la persecuzione di migliaia di cittadini italiani solo per la loro fede.
Le leggi razziali del 1938 furono solo la prima espressione di un sentimento antisemita presente in certi ambienti culturali italiani. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, i nazisti, che avevano occupato l’Italia settentrionale con la collaborazione dei fascisti, decisero di portare a termine l’attuazione della “soluzione finale” della questione ebraica nei territori italiani.
Nello stesso anno il binario 21, fino ad allora utilizzato dai treni del servizio postale, fu quindi convertito nella stazione di partenza dei perseguitati religiosi e politici chiusi nel carcere milanese di San Vittore e destinati a diversi campi di concentramento. Stando alle disposizioni del comando nazista locale Theodor Saevecke, i convogli composti da soli ebrei avrebbero avuto come unica destinazione Auschwitz, mentre gli altri convogli avrebbero trovato altri campi di concentramento e lager ad attenderli.
Giornata della Memoria, dove si trova il binario 21
Per poter visitare il complesso memoriale e raggiungere il binario 21 è sufficiente, una volta usciti dalla stazione, costeggiare piazza Luigi di Savoia e raggiungere la porta di via Ferrante Aporti, dietro la quale si trovava allora un marchingegno per il sistema postale.
Proprio la sua posizione nascosta, al di sotto del manto stradale, consentì all’esercito nazifascista di eseguire nella maniera più discreta possibile i trasporti e le partenze dei prigionieri, i quali tramite un ascensore monta-vagoni, sarebbero giunti al binario all’aria aperta dove sarebbero stati costretti a salire sui vagoni verso Auschwitz.
Binario 21, perché è un simbolo della Shoah: la Storia da non dimenticare
Dopo aver conosciuto la storia del binario 21 il perché sia stato eretto a simbolo della Shoah italiana dovrebbe esser chiaro. Il binario 21 a oggi rimane l’unico luogo intatto nell’Europa che fu teatro delle deportazioni, sebbene centinaia di scali analoghi furono usati in tutto il vecchio continente, come testimoniano i siti ufficiali della Fondazione del Memoriale della Shoah e delle Ferrovie dello Stato Italiane.
Tra i racconti raccolti dal Memoriale della Shoah, trovano spazi anche quelli della senatrice a vita Liliana Segre, che a soli 13 anni si trovò su quel binario 21 il 30 gennaio del 1944, quando la soluzione finale era a pieno regime. In quei vagoni vennero stipati 605 cittadini italiani di famiglia ebrea. Il giorno stesso in cui raggiunsero il lager di Auschwitz-Birkenau, 477 di loro vennero uccisi nelle camere a gas. Gli altri 128 vennero immessi nel campo di concentramento. Di questi sopravvissero solo 14 uomini e 8 donne, tra cui una Segre.
Il Memoriale della Shoah vuole essere quindi occasione di riflessione, realizzando ciò che lo scrittore Primo Levi si è sempre augurato, che l’Olocausto non fosse dimenticato e anzi diventasse occasione per abbattere ideologie razziste e discriminatorie tutt’oggi dilaganti e forse per farlo bisogna ripartire proprio da quel binario 21.
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