Jeffrey Epstein, in attesa di una condanna fino a 45 anni, avrebbe dovuto rispondere delle accuse di abusi e sfruttamento sessuale. Tra amicizie importanti, celle vuote e mancata sorveglianza, il suo suicidio lascia più di un dubbio.
La morte di Jeffrey Epstein, il finanziere americano travolto dalle accuse di abusi sessuali, sfruttamento della prostituzione e traffico di minori, desta sospetti. Il suicidio sarebbe avvenuto proprio all’indomani della diffusione dei documenti che avrebbero rivelato ulteriori nuove accuse contro di lui, e contro molte delle personalità a lui associate; Donald Trump, Bill Clinton e Andrea di Gran Bretagna sono solo alcuni dei nomi più importanti che sembrano essere implicati nello scandalo.
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Il presunto suicidio, dopo aver sollevato dubbi e congetture, vede ora gli inquirenti indagare sulle altre persone coinvolte nel caso Epstein. In particolare l’attenzione è tutta su Ghislaine Maxwell, ex ragazza del finanziere, su cui volano accuse che la vogliono implicata nello scandalo di molestie di lunga data di Jeffrey Epstein
Jeffrey Epstein infatti, già registrato negli Usa come molestatore sessuale per delle analoghe vicende avvenute nel 2008 da dove ne è uscito grazie a un controverso accordo, era accusato di abusi sessuali e associazione a delinquere finalizzato al traffico di minori.
Nel 2008 l’accordo fu firmato dall’allora Procuratore generale Alexander Acosta, voluto da Donald Trump come suo ministro del Lavoro ma che ora ha rassegnato le proprie dimissioni che sono state accettate dal Presidente.
Secondo l’accusa Epstein avrebbe reclutato decine di ragazze minorenni, abusandone sessualmente nelle sue ville a Palm Beach e a Manhattan. Comparso davanti al giudice dopo l’arresto, l’uomo si era dichiarato non colpevole rischiando comunque fino a 45 anni di carcere.
Chi è Jeffrey Epstein? La biografia del miliardario
Classe 1953 nato a Brooklyn da una famiglia di origine ebraica, dopo essersi diplomato Jeffrey Epstein ha frequentato sia il college Cooper Union che la University of New York, senza però mai conseguire la laurea in entrambi i casi.
Nonostante questo Epstein trovò subito quale fosse la sua strada, iniziando a lavorare nel mondo della finanza come trader specializzato nel consigliare a facoltosi clienti le migliori strategie in ambito fiscale.
Visti gli ottimi risultati riscontrati nel suo lavoro nel 1982 decise di fondare la J. Epstein & Co., una sua società di gestione finanziaria ora nota come Financial Trust Company, capace di gestire assets di clienti per un valore maggiore al miliardo di dollari.
Grazie a questo successo lavorativo e personale, in molti negli Usa parlano comunque anche di sospetti nel suo operato e di una lista di clienti rigorosamente top secret, Jeffrey Epstein divenne così un facoltoso miliardario capace di coltivare importanti amicizie.
Oltre al principe Andrea del Regno Unito, a Kevin Spacey e a Les Wexner, il boss dell’azienda di abbigliamento intimo Victoria’s Secret, il finanziere poteva contare su un solido rapporto anche con Donald Trump e Bill Clinton.
Nel 2002 Trump così parlava di lui: “Conosco Jeff da 15 anni. È un tipo incredibile. È divertente e pare gli piacciano le giovani donne come a me, e molte sono particolarmente giovani”. Clinton invece in quegli anni volò spesso sui suoi aerei pare anche senza scorta.
Una vita agiata e contornata da amicizie importanti quella di Epstein, che però salì alla ribalta nel 2005 per altri motivi: una madre si presentò dalla polizia di Palm Beach in Florida, denunciando come la sua figliastra di 14 anni fosse stata nella villa del miliardario insieme a due amiche e, dietro a un pagamento di 300 dollari, lo avrebbe massaggiato nuda.
Le accuse di violenza sessuale su minori
La denuncia della donna portò a delle lunghe indagini da parte della polizia che scoperchiarono un autentico vaso di Pandora. Grazie anche all’aiuto dell’FBI, emerse un quadro sconvolgente.
Le polizia mise insieme le testimonianze di 36 ragazzine, ma secondo una indagine dell’Herald Miami le vittime sarebbero state circa 80, con tanto di scoperta anche di compromettenti foto delle vittime.
Secondo l’accusa, Jeffrey Epstein avrebbe pagato decine di ragazze minorenni tutte provenienti da famiglie povere per abusarne sessualmente nella sua villa in Florida, usando le stesse anche per reclutare altre potenziali vittime.
Nel 2006 il miliardario venne quindi incriminato con quattro capi di accusa, ma la vicenda si risolse tutta nel 2008 grazie a un controverso accordo (tenuto segreto alle vittime fino alla sua conclusione) con l’allora procuratore della Florida Alexander Acosta ex ministro del Lavoro del governo Trump dimessosi dopo lo scoppio dello scandalo.
Epstein che si dichiarò colpevole se la cavò così con una condanna a 18 mesi di carcere e l’iscrizione al registro dei molestatori seriali, in cambio di una immunità riguardante anche qualsiasi altro potenziale complice.
Alla fine scontò in prigione 13 mesi e il resto ai domiciliari con il permesso anche di andare a lavorare, con molte vittime che in più di un caso hanno provato senza successo in Tribunale a fare annullare l’accordo stipulato in quanto illegittimo.
Nel tempo comunque non sono mancate le accuse anche di altre ragazze, una di queste ha tirato in ballo direttamente anche Donald Trump, che raccontavano di aver partecipato a dei festini quando erano minorenni con il finanziere che però si è sempre difeso dicendo che invece erano consenzienti e che pensava avessero almeno 18 anni.
La nuova svolta è arrivata nei giorni scorsi con l’arresto di Jeffrey Epstein appena di ritorno da un viaggio in Francia. Le accuse questa volta riguarderebbero casi di violenza che ci sarebbero stati, tra il 2002 e il 2005, nella villa di Manhattan e con ragazze che avrebbero esplicitamente dichiarato all’uomo di essere minorenni.
Uno scenario nuovo visto che questi fatti non sarebbero coperti dalla impunità garantita dall’accordo del 2008, dato che si sarebbero svolti a New York e non in Florida, così anche per i presunti altri partecipanti ai festini che adesso potrebbero essere perseguiti anche loro.
I sospetti sul suicidio
Jeffrey Epstein, 66 anni, è stato trovato impiccato alle 6.30 di sabato mattina nella sua cella della prigione federale di Manhattan, dove era in attesa del processo per cui rischiava una condanna fino a 45 anni.
A più di 24 ore dalla scoperta del suicidio gli aspetti da chiarire sono ancora tanti. Perché la sua cella non era sorvegliata? Perché il suo compagno di cella era stato trasferito, soprattutto visto il precedente tentativo di suicidio del 23 luglio in cui provò a tagliarsi le vene, lasciandolo solo?
A dare i dettagli e lanciare l’allarme sulle circostanze sospette del caso è il New York Times, le cui rivelazioni rischiano di alimentare le teorie complottiste già virali sui social e che coinvolgono il dibattito politico.
Teorie o meno, sul caso Epstein sono state aperte tre indagini: una parte dell’Fbi, un da parte del ministero della Giustizia, dato che il Metropolitan Correctional Center dipende dall’ufficio Federale delle prigioni, e una dalla città di New York.
Sui social i sostenitori di Trump puntano il dito contro Bill e Hillary Clinton, amici di Epstein, alimentando l’ipotesi che siano loro i “mandatari” del misterioso suicidio. In realtà anche Trump rientra insieme a Bill nella lista degli amici di Epstein e dei presunti nomi implicati nello scandalo.
A loro fanno eco molti altri personaggi importanti del mondo della politica e del top management tra cui Leslie Wexner, il proprietario di Victoria’s Secret, e il principe Andrea duca di York.
La morte sospetta sarebbe avvenuta all’indomani della divulgazione di documenti importanti e che avrebbero rivelato nuovi retroscena e accuse; nelle oltre duemila pagine si farebbe infatti riferimento a nomi di alto profilo.
Il tutto si basa sulla testimonianza di molte delle vittime di Epstein ma in particolare su quella di Virginia Robert Giuffre, che avrebbe accusato il finanziere di averla resa sua “schiava sessuale” all’età di soli 14 anni.
La Giuffre avrebbe inoltre dichiarato che nel 2001, ancora minorenne, sarebbe stata costretta ad avere rapporti con molti degli amici che circolavano nella cerchia di Epstein tra cui spicca il nome del principe Andrea, duca di York e figlio della regina Elisabetta.
La Giuffre, che ora risiede in Australia, ha commentato la morte di Epstein esprimendo un misto di sentimenti: «Provo sollievo perché so che non potrà più fare del male a nessuno, ma allo stesso tempo rabbia perché dopo aver combattuto tanto, non potrò vederlo rispondere della sua condotta»
Lady Maxwell, la presunta complice
Il caso di Jeffrey Epstein ha già messo sul tavolo una lunga lista infuocata con i nomi dei prestigiosi personaggi che sembrano coinvolti nella cerchie di molestie sessuali. Gli inquirenti, capeggiati dal ministro della Giustizia William Barr, dopo la morte di Epstein si stanno concentrando sui “complici” del finanziere che, secondo le accuse, gestiva un vero e proprio giro di prostituzione minorile.
I media Usa si stanno concentrando in particolare sulla figura di Ghislaine Maxwell, ereditiera britannica trasferitasi in America negli anni novanta, prima fidanzata e poi migliore amica di Epstein e che è stata anche la sua guida nel jet set americano.
Il nome della Maxwell compare nel documento redatto grazie alle testimonianza delle accusatrici di Epstein, indicandola come colei che si occupava personalmente di reclutare le ragazze e organizzare gli appuntamenti, dando allo stesso Epstein la possibilità di avere più incontri al giorno.
Le rivelazioni trovano conferma nelle dichiarazioni alla Cbs di Jack Scarola, avvocato delle vittime, che ha inoltre sottolineato come la Maxwell abbia anche spesso partecipato agli abusi.
La Maxwell nega ogni accusa ma intanto, come sottolineano i giornali americani, ha fatto perdere le sue tracce. Si ritiene abbia lasciato gli Stati Uniti, dove in ogni caso non le è stato ancora contestato alcun reato, mentre sarebbero vuote anche le case di Londra. Il Washington Post, citando fonti vicine, fa sapere che le autorità stanno avendo problemi a rintracciarla.
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