Si avvicina la fatidica data del terzo halving del Bitcoin. Vediamo cosa è successo ai prezzi nelle scorse occasioni
Si avvicina un momento particolarmente importante per il Bitcoin. Si tratta del terzo halving, che dovrebbe essere portato a termine intorno al prossimo 12 maggio e che dimezzerà le “ricompense” dei miners portandole da 12,5 a 6,25 BTC a blocco.
Per avere un’idea di cosa potrebbe accadere ai prezzi della prima criptovaluta per capitalizzazione possiamo andare indietro di qualche anno e osservare quanto accaduto nei precedenti halving, datati 28 novembre 2012 e 7 luglio 2016.
Bitcoin: il comportamento dei prezzi nel 1° halving
Fonte: Bloomberg
Dal grafico proposto si evidenzia come prima dell’halving del 2012 i corsi fossero in una fase sostanzialmente laterale. Dopo circa due mesi dell’operazione, i corsi hanno iniziato ad accelerare passando dai 12,35 dollari del 28 novembre 2012 ai 234,25 del 9 aprile 2013 (+1.796,76%).
Dopo questo primo picco, le quotazioni hanno iniziato a ritracciare, tornando a veleggiare poco al di sopra dei 100 dollari. È nei mesi successivi che si è avuto il vero e proprio boom dei prezzi, appena un anno dopo l’halving (29 novembre 2013) si attestavano a 1.137 dollari (+9.106,48%).
Da tale eccesso le quotazioni hanno iniziato a correggere in maniera importante, tanto che al 14 gennaio 2015 erano tornate a 183,07 dollari. Da questo livello è partita una ripartenza più lenta delle precedenti, fino ad arrivare al secondo halving.
Bitcoin: il comportamento dei prezzi nel 2° halving
Fonte: Bloomberg
Dal 7 luglio 2016 la velocità della salita della valuta virtuale è aumentata in maniera impetuosa, tanto che dopo un anno e mezzo il Bitcoin ha toccato quota 18.674,48 dollari (+2.904,74%).
Anche in questo caso, al picco è seguita una forte discesa, con minimo posto a 3.156,89 dollari, segnato al 14 dicembre 2018. Come dopo il minimo del primo halving, anche qui i prezzi hanno iniziato una salita che, al momento, li ha portati verso la zona dei 10.000 dollari.
Come si sarà notato, il comportamento dei prezzi nei due halving è molto simile: si ha un picco seguito da una fase discendente piuttosto decisa e il rialzo riprende nuovamente.
Si devono fare però alcune considerazioni. In primo luogo, la situazione economica è profondamente diversa rispetto a quella del 2012 e del 2016, in quanto il mondo intero sta entrando in una fase recessiva.
Oltre a questo, il rialzo dal giorno dell’halving e quello del “picco” (sebbene sempre elevato) è molto inferiore tra la prima e la seconda operazione. Seguendo il ragionamento, si potrebbe affermare come l’entità di una fase ascendente dopo l’halving 2020 possa essere ancora più contenuta.
Infine, i casi da cui trarre esempio sono solo due, e fare previsioni basate su solamente due eventi del genere risulterebbe azzardato.
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Xbt/Usd, grafico giornaliero. Fonte: Bloomberg
Per questo motivo, si possono sfruttare le indicazioni dell’analisi tecnica per trovare qualche possibile indizio. Come specificato precedentemente, un livello a cui fare attenzione è quello dei 10.000 dollari, dove verrebbe confermata la violazione della linea di tendenza ottenuta collegando i massimi del 26 giugno 2019 a quelli dell’11 febbraio 2020.
Al contrario, discese al di sotto dei 7.000 dollari verrebbero interpretate negativamente: questo perché verrebbero violati i supporti forniti dalla trendline disegnata con i massimi del 12 marzo a quelli del 7 aprile 2020, e dal livello statico espresso dai minimi del 13 maggio 2019.
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