La Banca Nazionale Svizzera ha proseguito con la politica del rialzo dei tassi nonostante le turbolenze finanziarie: l’aumento è stato come da attese di 50 punti base.
La Banca Nazionale Svizzera torna sulla scena dopo le vicende di Credit Suisse con la decisione di aumentare i tassi di interesse di 50 punti base.
Una scelta abbastanza scontata in nome della lotta all’inflazione ostinatamente alta anche nella nazione elvetica, ma che gli eventi inaspettati e turbolenti della scorsa settimana avevano messo in serio dubbio.
I recenti sviluppi nei mercati finanziari, infatti, hanno gettato ombre proprio sulla stabilità dello Stato diventato epicentro della crisi bancaria insieme agli Usa.
Poiché il Credit Suisse è una delle due maggiori banche in Svizzera, il che implica che il rischio sistemico è maggiore che altrove, la Banca Nazionale Svizzera è stata sotto i riflettori più che mai. Laa BNS ha quindi dimostrato di riuscire a gestire i rischi per la stabilità finanziaria con strumenti diversi dai tassi di interesse, come fornire liquidità alle banche che ne hanno bisogno, in modo da poter continuare a utilizzare la politica sul costo del denaro per combattere l’inflazione.
Con il rialzo di 50 punti base, l’istituto elvetico ha aumentato il suo tasso ufficiale di mezzo punto percentuale per la seconda volta consecutiva, portandolo all’1,50%.
Tutti i dettagli della decisione sui tassi di interesse della Banca Nazionale Svizzera.
Banca Nazionale Svizzera: tassi all’1,50% contro l’inflazione
L’allarme inflazione ha guidato la decisione sui tassi in Svizzera in questo incontro di marzo.
Dall’inizio dell’anno, i prezzi al consumo hanno continuato a salire e superare le attese, raggiungendo il 3,4% a febbraio, dopo essere scesi nella seconda metà del 2022. Poiché la Banca Nazionale Svizzera si riunisce solo una volta al trimestre e aveva alzato i tassi solo di 175 punti base dall’inizio del ciclo di inasprimento (rispetto ai 350 punti base della Bce e ai 475 punti base della Fed), con un’inflazione ancora oltre il target si è optato per un aumento aggressivo.
L’ulteriore inasprimento monetario è stato messo in atto, infatti, per contrastare il “rinnovato aumento della pressione inflazionistica”, ha affermato la banca in un comunicato stampa.
Ha anche affermato che ulteriori aumenti “non possono essere esclusi ... per garantire la stabilità dei prezzi nel medio termine”.
L’inflazione media annua sarà in media del 2,6% nel 2023 e del 2% nel 2024 e nel 2025, secondo una nuova previsione della Banca Nazionale Svizzera, con un’inflazione prevista al 2,1% entro la fine del 2025.
C’è da aggiungere, inoltre, che a parte le pressioni inflazionistiche interne guidate dal rischio di una spirale salariale, c’è il pericolo che anche la crescita dei prezzi importati possa alimentare questa equazione.
Karsten Junius, capo economista della Bank J Safra Sarasin Ltd, aveva già evidenziato che il franco è attualmente frenato nel rafforzarsi perché i tassi della BNS sono molto più bassi che altrove.
L’aumento di mezzo punto percentuale ha quindi dimostrato che a prevalere è stata la convinzione che i due grandi temi finanziari ed economici del momento, che affliggono la Svizzera e non solo, l’inflazione elevata e lo stress bancario possano restare separati.
Lo aveva spiegato, per esempio, Alessandro Bee, economista di UBS: “Il rischio di inflazione è abbastanza grande da indurre la BNS a decidere di aumentare i tassi nonostante la situazione nel settore bancario, ammesso che la situazione non peggiori ulteriormente.”
Avverate anche le previsioni di Barclays, secondo le quali le recenti preoccupazioni del mercato sulle banche non avrebbero ostacolato la normalizzazione della politica della BNS, poiché dovrebbero essere affrontate tramite strumenti di liquidità mirati, se necessario. In linea con la recente retorica aggressiva della BNS nei confronti dell’inflazione e la sua forte preferenza per l’apprezzamento del CHF, il rischio per il percorso dei tassi non può che essere al rialzo.
Da ricordare, infine, che l’anno scorso la banca centrale svizzera si è discostata da una campagna che aveva condotto per anni per frenare la sua valuta rifugio con tassi negativi ed è intervenuta nei mercati per sostenere il franco.
La questione stabilità finanziaria secondo la BNS
Proseguire con una tale mossa di un aumento di 50 punti base mantiene tuttavia dei rischi in un momento di tensioni di mercato.
Gli svizzeri hanno appena orchestrato l’acquisizione di Credit Suisse Group da parte del suo più grande rivale UBS Group, offerto aiuti di liquidità per facilitare l’affare e introdotto linee di swap internazionali giornaliere con controparti globali.
Inoltre, c’è la questione scottante degli obbligazionisti increduli - con tanto di scossa nel mercato bond mondiale - dopo che $17 miliardi di obbligazioni aggiuntive di primo livello (AT1) della banca sono state spazzate via come parte della sua vendita di emergenza a UBS.
Su questo tema nel comunicato ufficiale della BNS si legge: “La Banca nazionale fornisce ingenti aiuti alla liquidità in franchi svizzeri e valuta straniera. Tali prestiti sono assistiti da garanzie reali e soggetti a interessi.”
© RIPRODUZIONE RISERVATA