Non pagare l’abbonamento telefonico può costare molto caro: con l’introduzione del Simoitel, infatti, c’è il rischio che nessuna compagnia sia più disposta a sottoscrivere un contratto con voi.
Per chi non paga la bolletta del telefono, sia della linea fissa che mobile, ci sono delle nuove sanzioni: a partire dal 18 marzo 2019, infatti, è entrato in vigore il Simoitel, ossia il Sistema informativo sulle morosità intenzionali riservato al settore telefonico.
Si tratta di un meccanismo simile a quello già in vigore per chi non paga le rate del mutuo o del prestito, per i quali è prevista l’iscrizione nel Sistema di Informazioni Creditizie (SIC) del Crif, ossia in quello che più comunemente è conosciuto come registro elettronico dei cattivi pagatori; con l’introduzione del Simoitel - sempre gestito dal Crif - quindi anche i gestori telefonici possono verificare se un utente è un cattivo pagatore, così da poter eventualmente rifiutare di sottoscrivere un abbonamento telefonico per una tariffa fissa, o anche per l’acquisto di uno smartphone.
D’ora in avanti, quindi, per chi non paga il telefono c’è un ulteriore rischio oltre a quelli già previsti (dei quali vi parleremo di seguito): c’è la possibilità, infatti, che nessun operatore sia più disposto a sottoscrivere un contratto telefonico con voi.
Nuove sanzioni per chi non paga il telefono: inserimento nella black list
L’inserimento del debitore nel nuovo registro dei cattivi pagatori riservato al settore telefonico è previsto per ogni mancato pagamento, di qualsiasi natura esso sia.
Vale quindi per chi non paga le eventuali penali previste per il recesso anticipato del contratto, ma anche per le rate insolute dell’abbonamento per l’acquisto di uno smartphone, così come ovviamente per la bolletta mensile della linea fissa.
È bene sottolineare però che l’iscrizione al Simoitel riguarda solamente le morosità intenzionali e gravi, ossia quelle messe in atto dai coloro che cambiano operatore e decidono intenzionalmente di non pagare gli insoluti con il precedente gestore telefonico. Nel dettaglio, per l’iscrizione al Simoitel è necessario che sussistano contemporaneamente quattro fattori, quali:
- il recesso del contratto (esercitato sia dal gestore che dal cliente) viene esercitato dopo il 3° mese dalla sottoscrizione;
- l’importo del debito, per ogni singolo operatore, deve essere superiore ai 150,00€;
- fatture non pagate nei primi sei mesi dalla sottoscrizione del contratto;
- assenza di altri rapporti contrattuali post-pagati, attivi e regolari nei pagamenti con lo stesso operatore.
Qualora sussistano queste condizioni scatterà quindi l’iscrizione al Simoitel, con la conseguenza che l’utente moroso non potrà sottoscrivere un nuovo abbonamento telefonico, sia di linea fissa che mobile, con qualsiasi altro gestore.
L’inserimento nella black list comunque non sarà immediato: i debitori, infatti, riceveranno una comunicazione preventiva con la quale saranno avvisati dell’iscrizione al Simoitel qualora non provvedano a saldare il debito entro il 30° giorno successivo. In ogni caso, una volta saldati tutti i debiti questi torneranno ad essere immediatamente considerati come dei buoni pagatori, almeno per quel che riguarda il settore telefonico.
Anche per i cattivi pagatori, comunque, le informazioni saranno disponibili nel Simoitel solamente per un arco di tempo limitato: indipendentemente dal fatto che questi abbiano o meno saldato il debito, infatti, sarà possibile la conservazione dei dati per un periodo non superiore ai 36 mesi.
Cosa rischio se non pago il telefono?
Come anticipato, l’iscrizione al nuovo registro dei cattivi pagatori si aggiunge ad una lunga serie di sanzioni già previste per chi non paga l’abbonamento del telefono.
Indipendentemente dall’iscrizione nel Simoitel, infatti, la compagnia telefonica cercherà in tutti i modi di recuperare il suo credito: per farlo comincerà inviando un sollecito di pagamento all’intestatario del contratto, una sorta di primo avvertimento che precede le sanzioni vere e proprie.
Qualora l’utente decida di non saldare comunque l’insoluto, infatti, la compagnia telefonica procederà prima con la limitazione delle telefonate in uscita (non si potrebbe utilizzare quindi il telefono per chiamare ma solo per ricevere) e poi con l’interruzione totale del servizio.
Nel caso in cui il debito sia particolarmente elevato c’è la possibilità che la compagnia si rivolga ad una società di recupero crediti specializzante o anche - ma solo per le gravi morosità - che emetta un decreto ingiuntivo nei confronti dell’utente.
Con quest’ultimo provvedimento all’utente oltre ad essere segnalato il debito maturato (al quale si aggiungono eventuali penali per il ritardo del pagamento) viene indicato il termine entro il quale è possibile saldare il tutto; scaduto anche quest’ultimo avvertimento la compagnia si rivolgerà all’autorità competente per chiedere il pignoramento dei beni del debitore.
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