Bonus 200 e 150 euro, l’Inps ci ripensa: accolte anche le domande respinte, ecco chi riceverà i soldi

Simone Micocci

13/02/2023

Bonus 200 e 150 euro, accolte d’ufficio le domande inizialmente respinte per collaboratori, dottorandi e assegnisti che non hanno formalizzato l’iscrizione alla Gestione Separata.

Bonus 200 e 150 euro, l’Inps ci ripensa: accolte anche le domande respinte, ecco chi riceverà i soldi

Buone notizie per alcuni di coloro a cui è stata respinta la richiesta dei bonus di 200 e 150 euro introdotti nei mesi scorsi dai vari decreti Aiuti: l’Inps, valutando quanto effettivamente previsto dalla normativa ha allargato la platea dei beneficiari includendo anche i collaboratori, i dottorandi di ricerca e gli assegnisti che non sono formalmente iscritti alla Gestione separata.

Inizialmente esclusi, e quindi con domanda respinta, anche questi saranno tra coloro che riceveranno presto i soldi stanziati dal governo Draghi per far fronte al caro energia.

Ne ha dato notizia l’Inps con il messaggio n. 635 del 2023, facendo chiarezza anche su cosa bisogna fare per avere diritto ai suddetti bonus laddove in passato la domanda risulti respinta.

Bonus 150 e 200 euro anche senza Gestione Separata

Nei mesi scorsi diversi collaboratori, dottorandi e assegnisti di ricerca si sono visti respingere la domanda per il bonus 200 (spettante con reddito inferiore a 35.000 euro) e 150 euro (con reddito sotto i 20.000 euro) in quanto non formalmente iscritti alla Gestione Separata, requisito necessario per far sì che il beneficio venga riconosciuto.

Tuttavia, come già era stato anticipato con il messaggio n. 317 del 2023, l’Inps dopo il parere favorevole del ministero del Lavoro è tornato sui propri passi, spiegando che - ai soli fini del pagamento delle due suddette indennità - “il requisito dell’iscrizione alla Gestione separata risulterà soddisfatto in presenza della contribuzione connessa all’attività svolta dagli utenti interessati”. Basterà quindi avere una contribuzione riconosciuta per il proprio incarico, o collaborazione, e soddisfare gli altri requisiti previsti, per ricevere i bonus da 200 e 150 euro.

Qual è il motivo di una tale precisazione? Il problema era che nonostante per molti collaboratori, assegnisti e dottorandi, ci fossero negli archivi della Gestione separata i dati forniti dai committenti relativi al periodo di attività svolta, questi non hanno mai formalizzato l’iscrizione al fondo seppur prevista dalla legge. Ragion per cui a questi le richieste per i bonus contro il caro vita sono state respinte al mittente inizialmente, salvo poi procedere con un maggior approfondimento della materia.

Bonus 200 e 150 euro in pagamento: come richiederli

Per evitare di penalizzare oltremisura coloro che non hanno provveduto all’iscrizione alla Gestione separata, l’Inps ha poi deciso - previo parere positivo da parte del Ministero del Lavoro - di tornare sui propri passi riconoscendo il diritto al bonus anche agli esclusi.

Nel dettaglio, a ricevere i 200 e 150 euro saranno coloro che soddisfano tutte le seguenti condizioni:

  • hanno presentato domanda del bonus in qualità di collaboratori, assegnisti di ricerca e dottorandi;
  • la richiesta è stata respinta con la sola motivazione dell’assenza del requisito d’iscrizione alla Gestione separata;
  • sono presenti denunce Uniemens presentate dal committente per periodi di competenza antecedenti alla data del 18 maggio 2022, ossia data di entrata in vigore del decreto legge n. 50 del 2022;
  • presente contribuzione connessa all’attività svolta dagli interessati in qualità di collaboratori, assegnisti e dottorandi;
  • non risultano iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie.

La buona notizia è che questi non dovranno far nulla per avere diritto al bonus in quanto tutte le domande respinte verranno riesaminate d’ufficio e accolte laddove risultino in possesso tutti i suddetti requisiti. I soldi saranno così accreditati in automatico, entrambi - sia i 200 che i 150 euro - per coloro che nel 2021 hanno percepito dai suddetti rapporti un reddito non superiore ai 20.000 euro, solamente i 200 euro per chi invece supera tale soglia ma resta dentro il limite di 35 mila euro.

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