Bonus barriere architettoniche, lo stop alla cessione del credito limita la mobilità dei disabili?

Patrizia Del Pidio

02/03/2023

Lo stop alla cessione del credito oltre a problemi prettamente economici per chi vuole effettuare lavori, rischia di non permettere ai disabili di migliorare la propria qualità di vita.

Bonus barriere architettoniche, lo stop alla cessione del credito limita la mobilità dei disabili?

Lo stop della cessione del credito e dello sconto in fattura colpisce anche il bonus barriere architettoniche. E la cosa potrebbe essere più grave di quel che si pensa, visto che i disabili sono molto più esposti al rischio povertà. E la decisione di limitare le detrazioni solo in dichiarazione dei redditi porta molti disabili a non poter più fruire del bonus in questione.

Facciamo un passo indietro e cerchiamo di capire cos’è il bonus barriere architettoniche e quali sono le conseguenze dello stop della cessione del credito e dello sconto in fattura per questa agevolazione.

Bonus barriere architettoniche prorogato fino al 2025

Il bonus per l’eliminazione delle barriere architettoniche, inizialmente previsto solo per il 2022, e prorogato dalla Legge di Bilancio 2023 fino al 31 dicembre 2025, consiste in una detrazione di imposta del 75% delle spese sostenute per l’abbattimento delle barriere architettoniche all’interno degli edifici residenziali.

Questo bonus ha permesso, nel 2022, a molte famiglie con persone disabili di installare monta scale, di sostituire ascensori dalle porte troppo strette o di adattare, ad esempio, bagni alle esigenze del disabile.

Lo sconto in fattura ha permesso a moltissime famiglie di realizzare questi lavori senza sobbarcarsi spese troppo onerose grazie al sostegno economico offerto dalla misura. Ma andare a recuperare la spesa sostenuta complessivamente, nelle dichiarazioni dei redditi degli anni successivi non è cosa che tutti si possono permettere. Soprattutto se questo significa dover anticipare completamente la spesa dei lavori.

Lo stop alla cessione del credito è un danno per i disabili

Soprattutto per quel che riguarda il bonus per l’eliminazione delle barriere architettoniche, lo stop alla cessione del credito e allo sconto in fattura rappresenta un problema di non poco conto. Si pensi, ad esempio, agli invalidi che vivono da soli e che vogliono usufruire dell’agevolazione per i lavori che rendano accessibili spazi della propria abitazione.

Se vivono solo della pensione di invalidità (che ricordiamo essere esentasse) non hanno la possibilità di recuperare il 75% di quanto speso in detrazioni poiché sono soggetti che rientrano tra coloro che non hanno capienza fiscale. Mentre lo sconto in fattura gli avrebbe permesso di realizzare l’abbattimento delle barriere architettoniche pagando, effettivamente, solo il 25% del costo totale dei lavori.

I disabili e le famiglie con soggetti disabili sono chiamati a sostenere sicuramente spese maggiori e proprio per questo sono soggetti più frequentemente a problemi economici. Lo stop alla cessione del credito e allo sconto in fattura escluderà dalla fruizione del bonus una larga parta dei possibili beneficiari che nella maggior parte dei casi si trovano nella condizione economica di non poter anticipare i costi dei lavori. Che in questo caso, però, sono un’esigenza di vita e di inclusione sociale.

E di fatto, questa decisione, impedirà un miglioramento delle condizioni di vita di moltissimi cittadini disabili. In questo caso, forse, prima di pensare ai bilanci dello Stato sarebbe stato il caso di mettere come priorità il diritto fondamentale dei disabili alla propria libertà personale.

Iscriviti a Money.it