Le grandi aziende continuano, anche per merito delle misure introdotte con la legge di Bilancio 2023 (e confermate per il 2024) a riconoscere bonus ai loro dipendenti. A novembre è la volta di Eni.
Sempre più spesso le grandi aziende sostengono il reddito dei loro dipendenti riconoscendo dei premi di produzione o altre misure di welfare: questo mese è stata la volta di Ferrero, oggi segnaliamo quanto fatto da Eni che nella busta paga di novembre erogherà un maxi bonus in favore di 20 mila dipendenti (esclusi i dirigenti).
D’altronde tanto nel 2023 quanto nel 2024 (visto che la misura è stata confermata dalla recente manovra) sui premi di produttività si applica una cedolare secca del 5% anziché del 10%, rendendo così questo strumento ancora più attrattivo per le aziende.
Tant’è che Eni ha investito circa 85 milioni di euro per adottare un piano di “interventi straordinari” volti a supportare gli stipendi dei circa 20 mila dipendenti del colosso dell’energia in questo particolare periodo storico caratterizzato da un’elevata svalutazione dei salari dovuta all’inflazione.
Risorse che vengono investite non solo per riconoscere una misura straordinaria come appunto il bonus di 3.000 euro: parimenti, infatti, viene anche incrementato il valore del buono pasto che l’azienda eroga nei giorni di attività lavorativa in smart working (mentre quando si lavora in sede si dispone del servizio mensa aziendale), oltre a erogare il bonus benzina nel massimo dell’importo consentito.
Come già fatto in passato, quindi, ci teniamo a mettere in risalto iniziative di questo genere con la speranza che tante altre aziende si spingano a emularle: d’altronde non sono sufficienti misure come il taglio del cuneo fiscale per incrementare gli stipendi, è assolutamente necessario il contributo dei datori di lavoro.
Eni, risultati straordinari e dipendenti premiati
D’altronde per Eni si tratta di un periodo ricco di soddisfazioni: nel 2022 è stato infatti registrato un utile netto di 13,3 miliardi di euro, 4,3 miliardi in più rispetto all’anno prima.
Il merito è specialmente del decollo delle quotazioni del gas in Europa, il che paradossalmente rappresenta anche la motivazione - o perlomeno una delle tante - scatenante dell’elevata inflazione che ha portato alla riduzione del potere d’acquisto dei salari.
Tant’è che la crescita non accenna ad arrestarsi, per quanto i prezzi dell’energia siano nuovamente scesi (ma con la prospettiva di un nuovo rialzo entro la fine dell’anno): alla chiusura del terzo trimestre, infatti, Eni vanta un utile netto di 6,66 miliardi, con le stime di utile operativo rettificato che sono state riviste al rialzo (da 12 a 14 miliardi di euro).
Ci sono quindi tutte le condizioni favorevoli per permettere un investimento di 85 milioni di euro che va a premiare chi è al servizio di Eni: circa 20 mila dipendenti, i quali gioveranno di ben tre misure in arrivo.
Bonus in busta paga e non solo, gli interventi di Eni in favore dei dipendenti
Già a novembre i dipendenti di Eni possono sorridere per l’introduzione di ben tre novità che si ripercuotono sulla loro busta paga:
- in primis, come già largamente anticipato, il riconoscimento di un bonus una tantum di ben 3.000 euro lordi;
- dopodiché, a decorrere da novembre viene incrementato l’importo del buono pasto riconosciuto ai lavoratori nei giorni impiegati in smart working, che sale del 45%;
- infine, “in coerenza con la normativa vigente”, viene riconosciuto un bonus carburante (o di ricarica elettrica) del valore di 200 euro. Bonus che ricordiamo è detassato al 100%.
Insomma, un intervento di welfare aziendale molto importante in quanto, come si legge nella nota dell’azienda, va a supporto “delle persone Eni e delle loro famiglie”, confermando l’attenzione che l’azienda riconosce nei confronti del capitale umano.
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