Bonus busta paga giugno 2023, aumento fino a 162 euro per oltre 1 milione di dipendenti: ecco perché

Simone Micocci

8 Giugno 2023 - 12:49

Busta paga, 1 milione e 600 mila lavoratori e lavoratrici impiegati con il Ccnl Metalmeccanici possono sorridere: a giugno è in arrivo un aumento tra i 99,60 e i 162,21 euro.

Bonus busta paga giugno 2023, aumento fino a 162 euro per oltre 1 milione di dipendenti: ecco perché

Buone notizie per circa 1 milione e 600 mila lavoratori e lavoratrici, ossia quelli impiegati con contratto collettivo di lavoro dei metalmeccanici: è in arrivo a giugno un bonus d’importo compreso tra i 99,60 e i 162,21 euro.

E la buona notizia è che il “bonus” non è una tantum: decorre infatti da giugno, in quanto si tratta a tutti gli effetti di un aumento stipendiale che - come spiegato dai principali sindacati di categoria - è merito della clausola di salvaguardia introdotta nel rinnovo di contratto firmato nel 2021, con il quale è stato stabilito che gli aumenti stipendiali riconosciuti - e da riconoscere negli anni a venire - a coloro che sono impiegati con il Ccnl Metalmeccanici devono tener conto dell’andamento del costo della vita.

Va detto che - come sottolineato da Rocco Palombella, segretario generale Uilm - si tratta di un “soluzione unica nel suo genere” che potrebbe fare da scuola anche per i contratti di altri settori. In questo modo, infatti, gli stipendi verrebbero adeguati tenendo conto anche del costo della vita, così da evitarne una svalutazione.

A tal proposito, vediamo nel dettaglio cosa è stato previsto dall’ultimo rinnovo del Ccnl Metalmeccanici e in che modo questa novità comporterà vantaggi a partire dalla busta paga di giugno (e soprattutto di che importi si parla).

Cosa ha previsto l’ultimo rinnovo del Ccnl Metalmeccanici

Con l’ultimo rinnovo, risalente al 2021, i sindacati hanno firmato un accordo per un aumento di stipendio medio complessivo di 27 euro lordi. Tuttavia, allo stesso tempo sono riusciti a strappare una clausola di salvaguardia che lega il suddetto incremento al costo della vita: laddove l’inflazione (indice Ipca al netto dei beni energetici importati) sarebbe risultata superiore alla soglia indicata dal contratto, anche l’aumento previsto sarebbe dovuto aumentare. Nel dettaglio, un aumento dell’inflazione avrebbe dovuto comportare un effetto immediato sui minimi.

E così è stato: per la prima volta nel mese di giugno 2023, a oltre due anni dalla sottoscrizione dell’accordo per il rinnovo, la famosa clausola scatta per la prima volta, riconoscendo un incremento di 6,6 punti percentuali.

Gli importi

Grazie all’adeguamento con l’inflazione, l’incremento stipendiale medio (livello C3)
passa da 27 a 123,40 euro, con un aumento quindi di 96,40 euro rispetto a quanto riconosciuto nell’ultima busta paga.

Nel dettaglio, si va da un minimo di 99,60 euro per chi è impiegato con livello D1 (ex seconda categoria), fino a un massimo di 162,21 euro per chi è nel livello A1 (ex ottava categoria). A tal proposito, ecco una tabella con tutte le cifre aggiornate, come pubblicata dal sindacato Fim Cisl.

Nuovi livelliex Cat Minimi mensili dal 1 giugno 2022 Aumenti mensili dal 1 giugno 2023 Minimi mensili dal 1 giugno 2023
D1 2 1.509,07 euro 99,60 euro 1.608,67 euro
D2 3 1.673,45 euro 110,45 euro 1.783,90 euro
C1 3 S 1.709,60 euro 112,83 euro 1.822,43 euro
C2 4 1.745,75 euro 115,22 euro 1.860,97 euro
C3 5 1.869,64 euro 123,40 euro 1.993,04 euro
B1 5 S 2.003,99 euro 132,26 euro 2.136,25 euro
B2 6 2.149,95 euro 141,90 euro 2.291,85 euro
B3 7 2.400,22 euro 158,41 euro 2.558,63 euro
A1 8 Q 2.457,72 euro 162,21 euro 2.619,93 euro

Importi che entrano quindi a regime con la busta paga di giugno e che per questo motivo continueranno a essere riconosciuti anche nelle prossime mensilità.

Inoltre, come ricorda sempre Fim Cisl, entro il 1 giugno 2023 sarà d’obbligo per il datore di lavoro erogare i flexible benefit, strumenti di welfare di valore di 200 euro.

Inoltre, sempre il Ccncl del 5 febbraio 2021 ha introdotto l’elemento perequativo, con il quale ogni anno - nella busta paga di giugno - devono essere erogati 485 euro (valore annuo) ai lavoratori che non beneficiano della contrattazione aziendale o di altri istituti retributivi aggiuntivi al Ccnl.

Infine, il sindacato - data l’attuale situazione inflattiva - fa sapere che chiederà alle singole aziende di non procedere all’assorbimento dei superminimi per la quota degli aumenti contrattuali.

Clausola di salvaguardia, un punto da cui partire

Rocco Palombella, segretario generale di Uilm, ha rivendicato la lungimiranza delle parti sociali che nel Ccnl Metalmeccanici hanno adottato una “soluzione unica nel suo genere”. Chi inizialmente è rimasto deluso dal poco aumento riconosciuto, criticando la decisione dei sindacati di puntare sulla clausola di salvaguardia, oggi dovrà infatti ricredersi visto che l’aumento medio di 123,40 euro è molto più di quanto si potesse sperare alla vigilia del rinnovo.

Uno strumento che si è rivelato importante in questo particolare periodo storico, in quanto “restituisce ai nostri lavoratori una parte del potere di acquisto che avrebbero altrimenti perso”. Ed è per questo che Palombella ritiene che la clausola di salvaguardia sia un punto da dove partire per il prossimo rinnovo di contratto (ricordiamo che il Ccnl Metalmeccanici è in scadenza a giugno 2024), con il quale bisognerà “puntare ancora sull’incremento salariale e sul recupero del potere di acquisto”.

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