A breve si potrebbe dover dire addio alle detrazioni fiscali per i bonus casa e commettere l’errore di ristrutturare senza chiedere l’autorizzazione potrebbe costare la perdita del rimborso.
Bonus casa, si va verso lo stop alle detrazioni automatiche. Le agevolazioni previste per gli interventi edili non saranno più fruibili senza presentare un’apposita richiesta. La via appare inevitabile in vista della nuova riforma dei bonus casa che devono, in ogni caso, adeguarsi alla direttiva europea. Le attuali detrazioni non prevedono controlli preventivi e a richiederle potrebbe essere chiunque, anche chi non ne ha diritto.
Proprio per questo motivo si pensa di puntare a un sistema basato su contributi a fondo perduto per accedere ai quali è necessario provvedere alla presentazione di apposita domanda. Il sistema delle agevolazioni fiscali per i lavori edilizi si sta pian piano limitando sempre di più: dopo la chiusura della possibilità dello sconto in fattura e della cessione del credito, ora si sta prospettando un venire meno anche delle detrazioni. Scopriamo cosa potrebbe cambiare tra non molto.
Addio alle detrazioni per i bonus casa
Attualmente, dopo la fine dello sconto in fattura e della cessione del credito, nonostante il grosso handicap rappresentato dalla capienza fiscale, è ancora abbastanza facile accedere ai bonus edilizi. Tutto è automatico, si sostiene la spesa, si conserva la fattura e si inserisce l’onere in dichiarazione dei redditi. A quel punto si ottiene il rimborso di almeno la metà di quello che si è speso in dieci quote dello stesso importo con cadenza annuale. Tutto molto semplice, ma difficile da controllare.
Attualmente i controlli sui lavori, sulle spese e sull’agevolazione che si riceve non possono essere preventivi, ma possono avvenire solo a cose fatte, quando il contribuente sta già fruendo della detrazione. Proprio per questo già da qualche giorno circola l’ipotesi ventilata dall’Ufficio Parlamentare di Bilancio di sostituire le detrazioni dei bonus fiscali, con sovvenzioni su domanda. In campo bonus edilizi si sta per assistere a una riforma che coinvolgerà tutto il settore.
Nell’audizione del 16 aprile sul decreto Legge 39 del 2024 si fanno due osservazioni proprio sui bonus casa. La prima, che sicuramente è l’ennesima stilettata al superbonus e al suo eccessivo costo, riguarda le aliquote troppo generose che questa tipologia di incentivi prevedono. La seconda riguarda la difficoltà di monitorare i benefici stessi, visto che sono erogati sotto forma di crediti di imposta.
Dalle detrazioni ai contributi a fondo perduto
L’idea è quella di trasformare le agevolazioni fiscali, che oggi si fruiscono con le detrazioni di imposta, in contributi a fondo perduto soggetti a procedure di autorizzazione preventiva. In questo modo si ha un duplice beneficio: da una parte si monitora preventivamente la spesa e allo stesso tempo si ha la possibilità di vedere quali saranno gli effetti della stessa sulla finanza pubblica.
In futuro, molto probabilmente, per accedere alle agevolazioni per gli interventi edilizi, sarà necessario presentare domanda a cui dovrà seguire una autorizzazione. Il tutto eviterebbe non solo gli abusi, ma anche interventi opportunistici e non necessari.
Pensare, quindi, che affrontare una spesa dia diritto in automatico al rimborso, in futuro potrebbe essere un grosso errore e proprio per questo motivo consigliamo di seguire tutte le notizie al riguardo prima di affrontare qualsiasi ristrutturazione o di riqualificazione energetica dopo il 31 dicembre 2024 (questa è la data in cui finiranno il bonus ristrutturazione e l’ecobonus così come li conosciamo).
I rimborsi sulle spese dovrebbero essere solo per interventi necessari
Oggi, sapendo che se si fa un intervento di ristrutturazione dell’immobile si ha diritto alla detrazione al 50%, può anche capitare il contribuente che decide di ristrutturare la casa per renderla più bella e non per un reale bisogno. Magari mentre si ristruttura il bagno si decide di approfittarne anche per cambiare i condizionatori, i pavimenti e gli infissi perché «tanto mi costa la metà grazie alla detrazione».
Non si tratta di una ipotesi di governo, ma di semplice buon senso: i bonus edilizi a sovvenzione statale dovrebbero essere limitati a interventi necessari come ad esempio quelli che puntano a migliorare le prestazioni energetiche dell’immobile, a ridurre i consumi e le dispersioni, ad aumentare l’isolamento. Ovviamente ci sono anche lavori di manutenzione ordinaria che sono necessari: la caldaia rotta va sostituita (o riparata) anche se consuma poco.
Forse insieme alla riforma dei bonus casa nella forma in cui sono erogati, si dovrebbe pensare anche alle priorità con cui stanziarli soprattutto in vista delle riqualificazioni previste dalla direttiva case green.
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