Bonus per chi guadagna fino a 1.000 euro al mese, ecco cosa spetta

Simone Micocci

09/07/2024

Guadagni fino a 1.000 euro al mese? Lo Stato ti aiuta: ecco quali bonus ti spettano.

Bonus per chi guadagna fino a 1.000 euro al mese, ecco cosa spetta

Uno stipendio da 1.000 euro al mese non è di certo sufficiente per poter vivere una vita dignitosa, specialmente quando si tratta dell’unica fonte di reddito in famiglia. Basti pensare che affinché una famiglia non possa dirsi a rischio povertà è necessario un reddito complessivo, netto, pari a 1.245 euro.

E pensare che c’è chi neppure arriva a questo importo. A tal proposito, è lecito chiedersi se nell’ottica del welfare state, dove lo Stato interviene per garantire l’assistenza e il benessere dei propri cittadini, esistano dei bonus pensati appositamente per chi guadagna 1.000 euro al mese (o anche meno).

Ebbene sì, per quanto in alcuni casi si possa perlopiù parlare di agevolazioni, alcune delle quali tra l’altro già vengono già riconosciute in automatico busta paga e quindi non possono essere di alcun aiuto per chi, per colpa di uno stipendio basso, ha difficoltà ad arrivare alla fine del mese.

A tal proposito, ecco un elenco che confidiamo possa essere il più esaustivo possibile per chi guadagna fino a 1.000 euro netti al mese, in modo da poter rappresentare una guida utile per tutti coloro che sono alla ricerca di un supporto da parte dello Stato.

I bonus in busta paga

Come anticipato, tra le categorie dei bonus spettanti con uno stipendio fino a 1.000 euro netti al mese ci sono quelli riconosciuti direttamente sulla busta paga. Ne abbiamo diversi che possiamo così riassumere:

  • fiscalità agevolata: più è basso lo stipendio e meno sono le tasse dovute anche per merito di alcune agevolazioni che abbattono l’Irpef dovuta. Intanto va detto che con uno stipendio di 8.500 euro lordi l’anno l’imposta sul reddito non è proprio applicata (si parla infatti di no tax area). Sopra questa soglia, invece, spettano delle detrazioni sul reddito che riducono sensibilmente l’Irpef, con l’aggiunta poi di poter ricevere un trattamento integrativo che incrementa l’importo netto percepito;
  • trattamento integrativo di 100 euro al mese, spettante a chi guadagna tra gli 8.500 e i 15.000 euro l’anno, quindi circa 1.153 euro lordi mensili. Ex bonus Renzi, in alcuni casi viene riconosciuto in automatico dal datore di lavoro, in altri va richiesto o in alternativa recuperato in sede di dichiarazione dei redditi;
  • sgravio contributivo: per chi guadagna meno di 1.923 euro lordi mensili, la quota di contributi dovuta viene ridotta di 7 punti, scendendo quindi al 2,19% nel settore privato e all’1,80% nel pubblico. Un’operazione che da sola garantisce un risparmio netto di circa 75 euro per chi ha un reddito annuo di circa 20.000 euro lordi, 67 euro per chi ne guadagna 15.000 euro. Per il momento questo bonus è in scadenza il 31 dicembre prossimo, ma il governo ha già fatto sapere di volerlo confermare per almeno un altro anno.

I sostegni al reddito

C’è poi una seconda categoria ed è probabilmente quella più interessante in quanto si tratta di veri e propri sostegni che possono essere richiesti al fine di “arrotondare” il reddito percepito.

Il più importante è sicuramente l’Assegno di inclusione, il cui importo per una persona sola è di 500 euro al mese, con l’aggiunta di altri 280 euro per chi vive in affitto. Ci sono poi maggiorazioni spettanti nel caso in cui in famiglia ci siano componenti minori, disabili, over 60 o comunque non occupabili. Nel migliore dei casi l’importo può arrivare a 1.150 euro al mese, 1.430 euro se consideriamo anche la quota per il rimborso dell’affitto.

Il diritto all’Assegno di inclusione non è precluso a chi lavora, anzi: laddove l’importo guadagnato dovesse essere inferiore a quello teoricamente spettante con il sostegno, spetta un’integrazione tale da raggiungere la soglia minima prevista.

Va detto però che l’Assegno di inclusione spetta solo a coloro che vivono in un nucleo familiare in cui è presente almeno un componente minore, disabile oppure che ha compiuto i 60 anni.

In alternativa è possibile fare domanda del Supporto per la formazione e il lavoro, strumento che riconosce un’entrata mensile di 350 euro per 12 mensilità, a patto però di partecipare alle iniziative di orientamento e formazione. Anche questa misura è compatibile con l’attività lavorativa, sia dipendente che autonoma, a patto che - come per l’Assegno di inclusione - il reddito percepito non superi le soglie previste per accedere alla misura.

È poi importante sottolineare che anche lavorando non è detto che non si possa mantenere lo stato di disoccupazione. Nel dettaglio, oggi chi guadagna fino a 8.500 euro lordi - che come visto sopra è il limite entro cui non è dovuta l’Irpef su quanto guadagnato - può essere comunque considerato disoccupato, ma per un massimo di 6 mensilità. Ha così diritto a una serie di agevolazioni, come ad esempio l’esenzione del ticket sanitario riservata a chi ha un reddito familiare (non si tiene quindi conto solamente di quello individuale) che non supera gli 8.263,31 euro, limite incrementato a 11.362,65 in presenza del coniuge, e di ulteriori 516,46 euro per ogni figlio a carico.

I bonus con Isee basso

Va detto però che per l’accesso a diversi bonus non si guarda tanto al reddito individuale, quindi al guadagno percepito dal singolo lavoratore, quanto più all’intera situazione economica del nucleo familiare.

Questa viene valutata utilizzando l’Isee, parametro calcolato prendendo in considerazione redditi e patrimoni riferiti a due anni prima. È molto probabile, quindi, che con uno stipendio fino a 1.000 euro anche l’Isee sia basso, a patto però che nel nucleo familiare non ci siano altre entrate rilevanti.

Mantenendo un Isee basso si ha diritto a una serie di aiuti: ad esempio l’Assegno unico che spetta per i figli a carico ha un importo più alto, così come eventualmente il bonus con cui viene riconosciuto il rimborso della retta per l’asilo nido.

Si aggiunge poi la possibilità di ottenere dei contributi per fare la spesa gratis grazie alla Carta acquisti da 480 euro complessivi (ma solo per chi ha figli minori di 3 anni oppure ha compiuto i 65 anni) e alla nuova Carta Dedicata a te da 500 euro (ma attenzione, perché le due misure non sono compatibili tra loro).

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