Per un rapporto della Guardia di Finanza ammonterebbero a 17 milioni le frodi inerenti al bonus cultura: ecco i meccanismi delle truffe fatte tramite la 18App.
Tra il 2018 e il 2020 si sarebbero verificate frodi per un valore totale di 17 milioni tramite la 18 App, l’applicazione che riguarda quel bonus cultura che tanto sta facendo discutere in Parlamento in questi giorni.
A rilevarlo è un rapporto della Guardia di Finanza dove sono stati snocciolati i numeri delle indagini fatte sulla 18App nel triennio in questione, con il bonus cultura che è stato introdotto dal governo guidato da Matteo Renzi nella legge di Stabilità 2016.
Si tratta di bonus da 500 euro elargito a tutti i neo diciottenni che può essere speso in cultura: biglietti per cinema, musei e teatri, libri anche scolastici oltre a musica registrata e ingressi per spettacoli dal vivo come i concerti.
Ma come funziona il bonus 18 anni? Come si legge sul sito di Matteo Renzi “una volta ottenuto la SPID si deve andare sul sito www.18app.italia.it oppure scaricare l’applicazione 18app; è dal 18app.italia.it che si possono generare i buoni per acquistare quello che interessa, sia per prodotti online oppure da ritirare nei negozi fisici degli esercenti registrati al servizio”.
Per quanto riguarda le violazioni “il MIBACT vigila sul corretto funzionamento della Carta e può provvedere, in caso di eventuali usi difformi o di violazioni delle norme del presente decreto, alla disattivazione della Carta di uno dei beneficiari o alla cancellazione dall’elenco di una struttura, di un’impresa o di un esercizio commerciale ammessi, fatte salve le ulteriori sanzioni previste dalla normativa vigente”.
Stando ai dati diffusi dalla Guardia di Finanza, questa vigilanza non avrebbe impedito la diffusione di molte truffe relative al bonus cultura.
Bonus cultura: truffe per 17 milioni
Lo scorso 9 dicembre i deputati del centrodestra Federico Mollicone (Fratelli d’Italia), Rossano Sasso (Lega) e Rita Dalla Chiesa (Forza Italia), hanno presentato un emendamento alla legge di Bilancio 2023 per cancellare il bonus cultura e usare i 230 milioni di costo annuo per sostenere in altri modi il mondo dello spettacolo e della cultura.
Subito Matteo Renzi ha minacciato l’ostruzionismo in Aula, alla faccia dell’opposizione costruttiva sbandierata fino a qualche ora prima, con il governo che poi si è adoperato in una frettolosa retromarcia: il bonus 18 anni non sarà cancellato ma riformato con l’introduzione di una soglia Isee.
In questo scenario, ecco che è arrivato il rapporto della Guardia di Finanza dove è riportato che, nel periodo che va dal 2018 al 2020, sono state individuate truffe per un totale di oltre 17 milioni relative al bonus cultura.
Come si legge su Agi, questi sono stati i meccanismi più usati per le truffe:
- compravendita su internet attraverso piattaforme come Instagram, Facebook, Telegram;
- conversione del bonus cultura in voucher da spendere in un periodo temporale successivo alla scadenza del periodo di validità:
- acquisto di apparecchiature elettroniche non consentite dalla normativa, come smartphone, tablet, e console;
- simulazione dell’acquisto di un bene consentito, poi restituito in cambio di un altro bene;
- furto di identità digitale Spid per accedere alla piattaforma 18 App e generare il codice del buono da spendere.
Sempre stando ai dati della Guardia di Finanza, nel triennio in questione le truffe hanno riguardato il 3,85% della spesa totale per il bonus cultura: su 639 persone controllate, in 501 casi sono emerse irregolarità mentre sono state 299 le persone segnalate alla magistratura.
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