Il Consiglio di Stato fa chiarezza sul bonus insegnanti e su chi ne ha diritto: il MIUR può escludere i precari?
Il bonus insegnanti, il contributo pari a 500 euro stanziato per la copertura delle spese sostenute per la propria formazione, è stato confermato anche per l’anno scolastico 2017-2018 e come al solito si potrà utilizzare tramite la piattaforma la Carta del Docente.
Ricordiamo che il bonus è riconosciuto solamente ai docenti di ruolo che prestano servizio nelle scuole pubbliche, indipendentemente dall’ordine e dal grado di insegnamento.
L’esclusione degli insegnanti precari dal beneficio è da tempo al centro delle polemiche, con questi che si lamentano per essere trattati come “docenti di serie B”. Anche quest’anno i sindacati si sono fatti portavoce delle richieste dei precari, chiedendo al Ministero dell’Istruzione di estendere il bonus docenti di 500 euro anche a chi non ha una cattedra di titolarità.
D’altronde se nella stessa bozza dell’Atto di indirizzo, che verrà utilizzato nell’ambito delle trattative per il rinnovo del contratto, è stato stabilito che non ci debbano essere differenze tra gli stipendi dei precari e dei docenti di ruolo perché il bonus insegnanti continua ad essere limitato a quest’ultimi? A tal proposito è intervenuto il Consiglio di Stato, il quale ha fatto chiarezza su chi ha effettivamente diritto al bonus.
Niente 500 euro per i precari, non fanno parte dello stipendio
Il Consiglio di Stato con la sentenza del 30 giugno 2017 ha ribadito quanto stabilito dal TAR del Lazio (sentenza n°7917 del 2016) in merito al bonus insegnanti. Secondo il Consiglio di Stato, infatti, questo contributo per legge non costituisce né una retribuzione accessoria né un reddito imponibile.
Insomma, il bonus non fa parte dello stipendio ecco perché il Ministero dell’Istruzione ha tutto il diritto di escludere i precari dal beneficio.
Lo stesso TAR del Lazio si era espresso in merito al bonus insegnanti, rispondendo a coloro che segnalavano una discriminazione tra personale a tempo determinato e indeterminato, indicandola come una violazione della normativa comunitaria.
Nel dettaglio, il TAR del Lazio negò l’esistenza dell’obbligo di assicurare la parità di trattamento tra gli insegnanti di ruolo e i precari, ecco perché il MIUR era del tutto legittimato ad introdurre dei requisiti così restrittivi per il bonus insegnanti.
Questo infatti è uno strumento correlato all’obbligo di formazione professionale che riguarda solamente il personale di ruolo, quindi non è necessario estenderlo anche ai precari.
La giurisprudenza questa volta non sorride ai precari, i quali dovranno sottostare al volere del Ministero dell’Istruzione.
Il bonus 500 euro sarà esteso ai precari?
Nonostante un mese fa l’Anief abbia presentato una richiesta al MIUR per l’estensione del contributo di 500 euro anche ai precari (e al personale ATA) da viale Trastevere non è arrivata alcuna risposta.
In questo caso il silenzio non è positivo, poiché probabilmente sta a significare che il MIUR non ha intenzione di prendere in considerazione una tale ipotesi. E anche qualora ci fosse la volontà di estendere questo beneficio anche ai precari, difficilmente il MEF ne darebbe l’autorizzazione visto una mancanza di risorse per la scuola.
Insegnanti precari e personale ATA quindi si dovranno “accontentare” dell’entrata gratuita ai musei gestiti dallo Stato, mentre il bonus di 500 euro continuerà ad essere riconosciuto esclusivamente ai titolari di una cattedra.
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