Bonus merito, il MIUR lo conferma (nonostante la promessa di cancellazione) ma ci sono novità: non sarà più il Dirigente Scolastico a decidere a chi spetta.
Il bonus merito, ossia l’emolumento accessorio introdotto dalla Buona Scuola per premiare gli insegnanti che nel corso dell’anno, secondo il mero parere discrezionale del Dirigente Scolastico, si sono distinti per la loro professionalità, resterà in vigore anche nei prossimi anni.
Una misura che gli insegnanti non hanno mai accolto con entusiasmo, tanto da congratularsi con il neo Ministro dell’Istruzione - Lorenzo Fioramonti - quando questo ha annunciato la sua intenzione di eliminare il bonus merito in quanto strumento di natura talmente discriminatoria da avere ricadute negative su “coesione e serenità” della comunità scolastica.
A pochi mesi da queste importanti dichiarazioni, però, non ci sono novità in merito ad una possibile cancellazione del bonus merito, anzi: nel [testo della Legge di Bilancio 2020 (oggi in esame al Senato), infatti, questa misura è stata confermata seppure con un’importante novità che ne andrà a modificare notevolmente il funzionamento.
Nulla da fare, quindi, per coloro che speravano che le risorse risparmiate dal bonus merito venissero utilizzate nel rinnovo di contratto, così da garantire agli insegnanti un aumento di stipendio maggiore rispetto a quello previsto con gli stanziamenti attuali (si parla di poco più di 74,00€ medi e lordi); il bonus merito resta dov’è e - grazie a quanto disposto dal Decreto Scuola - spetterà anche ai docenti non di ruolo, con un contratto in scadenza al 30 giugno o al 31 agosto.
Bonus merito 2020, novità: ecco chi decide a chi spetta
Come anticipato, la prima novità per il bonus merito 2020 è stata introdotta dal Decreto Scuola, il quale ha stabilito che allo strumento introdotto per valorizzare e premiare coloro che hanno dimostrato di aver apportato un valore aggiunto alla scuola possono concorrere anche i docenti non di ruolo.
Il bonus merito, quindi, viene esteso anche ai supplenti (non a quelli brevi), ossia a coloro che hanno sottoscritto con la scuola un contratto a tempo determinato fino al termine delle attività didattiche (30 giugno) o fino al termine dell’anno scolastico (31 agosto).
Viene ampliata, già per l’a.s. 2019-2020, la platea dei potenziali beneficiari del bonus merito, così come il meccanismo che porta all’individuazione dei docenti meritevoli e al riconoscimento del beneficio. È proprio questa la novità delle ultime ore, prevista da un emendamento alla Legge di Bilancio (firmato dal Movimento 5 Stelle, grazie al lavoro svolto dalla senatrice Bianca Laura Granato) approvato in Commissione Bilancio del Senato.
Nel dettaglio, questo emendamento elimina uno dei fattori introdotti dalla Buona Scuola, limitando al massimo la discrezionalità del Dirigente Scolastico nell’ambito dell’assegnazione del bonus merito.
Le risorse destinate al riconoscimento di questo strumento, che andranno distribuite così tra i vari insegnanti, andranno a confluire interamente nel Fondo d’Istituto, “senza ulteriore vincolo di destinazione”. Ciò significa che il Dirigente Scolastico non avrà più alcun potere decisionale, con il bonus che verrà assegnato tramite la contrattazione d’istituto sulla base, come spiegato dalla Granato, di “criteri trasparenti, rendicontati e condivisi”.
Buona Scuola smantellata: i prossimi passi
Molti insegnanti rimproverano al Movimento 5 Stelle di non aver eliminato la Buona Scuola (la riforma attuata dal Governo Renzi tramite con l’approvazione della Legge 107/2015) nonostante le promesse fatte in campagna elettorale.
Come fa notare la Granato, però, molto è stato fatto in questa direzione (e le novità del bonus merito ne sono la conferma) e tanto altro bisognerà fare ancora.
A tal proposito la senatrice pentastellata fissa i prossimi obiettivi del Governo: l’abolizione della chiamata diretta e degli ambiti territoriali, due pilastri della Buona Scuola. Sarà dovere del Presidente della VII Commissione della Camera, Luigi Gallo, calendarizzare i lavori che porteranno alla cancellazione di queste due misure.
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