Bonus sicurezza e allarme 2025, limite importo e spese ammesse

Simone Micocci

15 Gennaio 2025 - 15:41

Hai necessità di installare un allarme in casa? Per te c’è il bonus sicurezza confermato nel 2025 (ma con una riduzione per le seconde case).

Bonus sicurezza e allarme 2025, limite importo e spese ammesse

Il bonus sicurezza è stato confermato anche nel 2025 ma attenzione perché da quest’anno l’importo della detrazione si riduce notevolmente, ma solo per le seconde case.

Nell’ambito dell’operazione che ha portato all’addio del superbonus e alla stretta degli altri bonus edilizi in vigore, anche il bonus ristrutturazione - nel quale è compreso il pacchetto di interventi per la messa in sicurezza dell’immobile che ad esempio comprende allarmi e inferriate - subisce una riduzione nel caso di seconde case.

Nessuna differenza invece per il bonus sicurezza per le prime case, per le quali il limite per la detrazione, nonché la misura della stessa, non cambia.

Il bonus sicurezza offre quindi l’opportunità di acquistare e installare impianti di allarme per la propria abitazione, consentendo di recuperare il 50% della spesa sostenuta. Non si limita però solo agli allarmi: questa agevolazione copre anche altri interventi volti a proteggere la casa da minacce esterne, come l’installazione di porte blindate, sistemi di videosorveglianza e grate alle finestre. Inoltre, include dispositivi per prevenire incidenti domestici, come i rilevatori di fumo e incendi.

Essendo considerato un intervento di manutenzione ordinaria, è possibile usufruirne senza necessità di aprire una Cila. Ricordiamo comunque che già dallo scorso anno se ne può fruire solamente sotto forma di detrazione, mentre non è più ammessa la facoltà di godere della cessione del credito o dello sconto in fattura.

Si tratta di un’agevolazione significativa, che contribuisce a far sentire i cittadini più sicuri tra le mura di casa. Nonostante i furti siano in calo rispetto ai periodi pre-pandemia, i dati più recenti rivelano un quadro preoccupante: nel 2023 sono stati registrati 1.858 rapine e 147.660 furti in abitazione, con un aumento del 10,4% rispetto al 2022. In media, ogni giorno si contano ben 410 furti e rapine nelle case degli italiani.

Il bonus sicurezza rientrando nel bonus ristrutturazione è valido almeno fino al 31 dicembre 2025. Tuttavia, a partire dal 2026 e fino al 2027, l’aliquota di detrazione sarà ridotta al 36%, mantenendo lo stesso limite di spesa.

Cosa spetta

Il bonus sicurezza consiste in una detrazione fiscale del 50% a fronte di una spesa massima di 96 mila euro.

Chi ne beneficia può quindi recuperare la metà del costo sostenuto, ma in 10 rate annuali e ovviamente fino a capienza Irpef.

Non se ne può fruire, invece, attraverso gli strumenti della cessione del credito e dello sconto in fattura.

Come anticipato, nel caso delle seconde case è già stata anticipata l’operazione di taglio del bonus. Per gli interventi effettuati dall’1 gennaio al 31 dicembre 2025, infatti, la detrazione fiscale Irpef ammessa è del 36% - da ripartire sempre in 10 quote annuali - da calcolare su un importo massimo di 48.000 euro.

Sulla prima casa quindi il bonus di cui si può fruire è pari a 48.000 euro, mentre per le seconde case scende a 17.280 euro.

Quali spese comprende

Districarsi nel complesso delle agevolazioni previste per la ristrutturazione della propria casa può essere molto complicato. Anche perché spesso le misure non vengono chiamate con il loro nome: ad esempio, c’è chi parla di bonus antifurto o allarmi non sapendo che in realtà di tratta del bonus sicurezza 2025 che in sé comprende una serie di spese soggette ad agevolazione.

Nel dettaglio, vi rientrano le spese sostenute per l’adozione di misure volte a prevenire il rischio di atti illeciti, dai furti alle aggressioni. Ma non solo, anche per la prevenzione di incendi, ad esempio. Volendo riepilogare, possiamo dire che il bonus sicurezza comprende gli interventi per:

  • il rafforzamento, sostituzione o installazione di cancellate o recinzioni murarie degli edifici;
  • l’apposizione di grate sulle finestre o loro sostituzione;
  • l’installazione porte blindate o rinforzate;
  • l’apposizione o sostituzione di serrature, lucchetti, catenacci, spioncini;
  • l’installazione di rilevatori di apertura e di effrazione sui serramenti;
  • l’apposizione di saracinesche;
  • l’installazione di tapparelle metalliche con bloccaggi;
  • l’installazione di vetri antisfondamento;
  • l’installazione di casseforti a muro;
  • l’installazione di fotocamere o cineprese collegate con centri di vigilanza privati;
  • l’installazione di apparecchi rilevatori di prevenzione antifurto e relative centraline;
  • l’installazione d’impianti di rilevazione incendi, evacuazioni e controllo fumi

Come detto sopra, non sono agevolabili solamente le spese sostenute per l’acquisto dei materiali. Rientrano, infatti, anche i costi di progettazione e delle prestazioni professionali connesse, come pure quelle per la messa a norma degli impianti elettrici. Vale lo stesso per eventuali perizie e sopralluoghi, o anche la parcella sostenuta per la certificazione di conformità dei lavori.

Chi può richiederlo

Il bonus sicurezza, così come la generalità delle spese rientranti nella detrazione del 50% per le ristrutturazioni, può essere fruito da tutti i soggetti tenuti al versamento dell’Irpef.

Più nel dettaglio, possono detrarre la spesa sostenuta i proprietari dell’immobile nel quale sono installati i sistemi di sicurezza, ma anche i titolari di diritti reali o personali di godimento.

Forniamo quindi di seguito l’elenco di chi può beneficiare del bonus per il 2024:

  • proprietari o nudi proprietari
  • titolari di un diritto reale di godimento (usufrutto, uso, abitazione o superficie)
  • locatari o comodatari
  • soci di cooperative divise e indivise
  • imprenditori individuali, per gli immobili non rientranti fra i beni strumentali o merce
  • soggetti indicati nell’articolo 5 del Tuir, che producono redditi in forma associata (società semplici, in nome collettivo, in accomandita semplice e soggetti a questi equiparati, imprese familiari), alle stesse condizioni previste per gli imprenditori individuali.

Può beneficiare della detrazione se sostiene la relativa spesa e se i bonifici e le fatture sono a lui intestati anche il familiare convivente di chi possiede o detiene l’immobile, il coniuge separato assegnatario dell’immobile, il convivente o parte dell’unione civile.

Bonifico parlante

Particolare attenzione bisognerà prestare alle modalità di pagamento da adottare. Anche per le spese che rientrano nel bonus sicurezza è infatti necessario utilizzare il bonifico parlante, contenete i seguenti dati:

  • causale del versamento, con riferimento alla norma (articolo 16-bis del Dpr 917/1986)
  • codice fiscale del beneficiario della detrazione
  • codice fiscale o numero di partita Iva del beneficiario del pagamento.

Il bonifico dovrà essere conservato, insieme alle fatture e alle ricevute delle spese effettuate, ed esibito in caso di controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate.

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