Borsa di Milano oggi 5 ottobre: il Ftse Mib parte in flessione e sprofonda di oltre l’1,5%. I PMI composito e dei servizi hanno rivelato numeri deludenti. Spread attorno ai 240 punti.
Borsa di Milano oggi 5 ottobre: il Ftse Mib viene letteralmente affossato dalla decisione dell’Opec+ di tagliare la produzione di petrolio come non avveniva da due anni a questa parte.
Lo spread è in salito attorno ai 240 punti, rispetto alla chiusura di ieri a 231. A incupire il sentiment sono stati i dati di settembre dei PMI composito e dei servizi in Eurozona e in Italia. I numeri hanno rilevato una flessione evidente, tanto che per la regione a moneta unica ormai si parla di recessione inevitabile. E ancora: l’agenzia Moody’s minaccia un taglio al rating sull’Italia se la crescita sarà debole, che può significare un aumento del costo del debito, già difficilmente sostenibile per il nostro Paese.
Le mosse delle banche centrali restano in primo piano: oggi la banca centrale neozelandese ha alzato i tassi come previsto di 50 punti base, mentre ieri quella australiana ha ritoccato il costo del denaro di 25 pb, meno delle attese. I mercati nella giornata del 4 ottobre hanno prezzato la possibilità che gli interventi aggressivi di politica monetaria possano allentarsi, con la Fed in primo piano.
Intanto, la coppia EUR/USD viene scambiata ancora in territorio negativo.
Borsa di Milano oggi 5 ottobre aggiornamento delle ore 18.00: Ftse Mib in netto calo
Il Ftse Mib chiude perdendo l’1,52%, a 21.360,72 punti. Risalgono anche lo spread tra Btp e Bund tedeschi, viaggiando attorno ai 240 punti base, e il rendimento del titolo a 10 anni, che tocca il 4,4%.
Sul listino principale di Piazza Affari il rialzo del Brent e del Wti sul greggio fa guadagnare ad Eni l’1,59%. Tenaris è in lieve aumento (+0,45%), mentre Saipem realizza un vero e proprio balzo (+8,56%). Bene anche Stm, per il resto tutti i titoli virano in rosso.
Aggiornamento delle ore 13.00: Ftse Mib cede oltre l’1%
Il Ftse Mib perde quota e si piazza come il peggiore in Europa: alle ore 13.08 è in ribasso dell’1,59%. Banche in rosso, tranne Banca Generali che continua a scambiare con un balzo di oltre il 2%. Spicca il +6% di Saipem.
Aggiornamento delle ore 9.25: Ftse Mib sul filo dei 21.500 punti
Il Ftse Mib non va oltre i 21.500 punti e alle ore 9.25 flette dello 0,81%. Sul listino le banche viaggiano in rosso, tranne Banca generali che guadagna il 2,43% e Banca Mediolanum che avanza dello 0,15%.
Eni, Italags, Leonardo, STMicrolectronics scambiano in frazionale aumento. Sale dello 0,04% DiaSorin, che ha annuncitao la collaborazione con Biomedical Advanced Research and Development Authority per ottenere la convalida di LiaisonNes, piattaforma Point of Care molecolare per la diagnosi di prossimità delle malattie infettive.
In Europa, il Dax tedesco perde lo 0,53% e il Cac francese lo 0,66%.
In Asia c’è il rally di Hong Kong
Le azioni dell’Asia-Pacifico sono state scambiate in rialzo mercoledì dopo che le azioni statunitensi sono aumentate per il secondo giorno.
L’indice Hang Seng di Hong Kong è salito di circa il 6% al suo ritorno in borsa dopo un martedì festivo. L’indice Hang Seng Tech è balzato del 7,4%.
I mercati della Cina continentale rimangono chiusi per le festività della Golden Week e anche il mercato azionario indiano è fermo.
Future Usa non seguono il rally di Wall Street
I futures sulle azioni statunitensi sono in calo dopo che l’S&P 500 ha registrato il miglior guadagno di due giorni in circa due anni.
Durante la sessione regolare di martedì, il Dow è balzato di circa 825 punti, ovvero del 2,8%. L’S&P 500 ha guadagnato quasi il 3,1%, mentre il Nasdaq Composite il 3,3%.
I due giorni consecutivi di guadagni sono arrivati sulla scia di un calo dei rendimenti obbligazionari, con il rendimento del Tesoro a 10 anni che è sceso al di sotto del 3,6% a un certo punto dopo aver superato brevemente il 4% la scorsa settimana.
Nel frattempo, un indebolimento dei dati più recenti sulle aperture di lavoro ha indotto alcuni investitori a considerare se la Federal Reserve rallenterà il ritmo degli aumenti dei tassi di interesse.
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