Borsa di Milano oggi 28 settembre: Ftse ancora in calo

Violetta Silvestri - Giacomo Andreoli

28/09/2022

Borsa di Milano oggi, 28 settembre: il Ftse Mib chiude la seduta in perdita, con Leonardo ed Stm decisamente negativi. Lo spread è sotto i 25o punti base, ma le previsioni non sono rosee.

Borsa di Milano oggi 28 settembre: Ftse ancora in calo

Borsa di Milano oggi 28 settembre: il Ftse Mib chiude ancora in calo. Il listino milanese perde lo 0,52%. Le piazze europee fanno leggermente meglio, con risultati in positivo trainati dalla Borsa di New York.

La pressione sui mercati finanziari è alta, con i rendimenti delle obbligazioni di Stato che stanno schizzando nelle principali economie europee e mondiali. Nella notte, il Treasury Usa a 10 anni ha raggiunto il 4%, mentre in Italia il Btp decennale rende il 4,7%, avvicinandosi alla soglia del 5%. Anche nel Regno Unito i titoli di Stato sono in balia di svendite.

Lo spread Btp-Bund decennali diminuisce leggermente e viaggia attorno a quota 245 punti. L’Italia è appesa al filo della formazione del nuovo Governo. C’è interesse e attesa soprattutto per il nome del prossimo ministro dell’Economia e per le prime mosse economiche, riguardanti Pnrr, legge di Bilancio, debito, lotta al caro-bollette.

Tuttavia, l’incertezza sulla credibilità del Governo a guida Meloni non è l’unico fattore di stress per il mercato obbligazionario. In Europa la crisi energetica si sta aggravando, con nuovi balzi del prezzo del gas; la Fed e la Bce aggressive promettono altri rialzi dei tassi; il dollaro è da record; il crollo del Regno Unito spaventa i mercati internazionali.

L’EUR/USD è poco mosso dopo le parole di Lagarde sulla strada ancora aggressiva sui tassi per frenare l’inflazione.

Borsa di Milano oggi 28 settembre, aggiornamento delle 18.00: Ftse Mib lima le perdite

Ancora una seduta in negativo per Piazza Affari, ma con un risultato nettamente migliore rispetto a ieri, grazie al traino positivo delle borse americane (negli Usa i tassi sui mutui salgono al 6,5%, il massimo dal 2008, frenando le speculazioni). Dopo ore di forte volatilità il Ftse Mib chiude perdendo lo 0,52%, a 20.852,67 punti.

Sul listino principale di Piazza Affari il risultato peggiore è quello di Leonardo (-5,39%). Male anche Stm (-2,56%), con alcuni operatori che segnalano come la domanda degli iPhone sarebbe inferiore alle attese, scenario che non porterebbe a una richiesta maggiore di chip da parte di Apple.

Aggiornamento delle 13.00: Ftse Mib il peggiore

Il Ftse Mib perde l’1% alle ore 13.00 e risulta il peggiore indice in Europa. Sul listino, Leonardo, STMicroelectronics, Nexi, Pirelli sprofondano con pesanti perdite.

Aggiornamento delle 9.30: Ftse Mib sotto 21.000 punti

Il Ftse Mib non supera la soglia dei 21.000 punti nell’aggiornamento delle 9.30 e segna 20.559,47 punti, perdendo l’1,92%.

Sul listino le banche scambiano pesantemente in rosso, con UniCredit che scende del 3,33%. Forti anche i cali di STMicroelectronics (-4,97%), di Leonardo (-3,28%), di Eni (-2,29%).

In Europa, il Dax tedesco scende dell’1,61% e il Cac francese dell’1,53%.

Asia precipita

Gli indici asiatici chiudono la seduta in forte ribasso. L’Hang Seng si avvia a un tonfo del 3%. A pesare sulle Borse dell’Asia sono le previsioni su nuovi rialzi dei tassi e la forza del dollaro, che sta oscurando le valute della regione, con lo yuan su nuovi minimi.

Usa: indici di nuovo sotto stress

I futures azionari Usa sono in calo, dopo che un rally di sollievo è fallito durante il normale orario di negoziazione e l’S&P 500 ha raggiunto un nuovo minimo intraday per l’anno.

Durante la sessione di martedì, le azioni hanno rinunciato a un ampio guadagno iniziale e l’S&P 500 è sceso al di sotto del minimo intraday di giugno. Il Dow e l’S&P 500 hanno chiuso in ribasso per il sesto giorno consecutivo, mentre il Nasdaq Composite ha guadagnato lo 0,25%. Tutte e tre le principali medie sono ora nel territorio del mercato ribassista.

Diverse metriche tecniche mostrano che il mercato azionario potrebbe essere ipervenduto, ma alcuni a Wall Street temono che gli investitori non abbiano scontato un rallentamento degli utili e l’impatto degli aumenti dei tassi della Federal Reserve.

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