Brexit, cosa succede tra i laburisti? Le possibili conseguenze

Ludovica Ranaldi

18/02/2019

La visione incerta sulla brexit ha lacerato ulteriormente il partito laburista, soprattutto per i dissidi con Corbyn. Ecco cosa sta accadendo e gli scenari futuri.

Brexit, cosa succede tra i laburisti? Le possibili conseguenze

Il partito laburista è arrivato a una fase di stallo causata dalle profonde divergenze che caratterizzano le personalità che lo compongono. Tuttavia le azioni dei deputati hanno inevitabilmente delle ripercussioni ed è importante comprendere quali possono essere gli sviluppi.

Il labour si è spaccato sin dal principio, continuando con una visione incerta sulla brexit. In particolare il protagonista delle vicende è il leader del partito Corbyn, accusato di avere un pensiero troppo radicale. Non solo, molte sono le critiche che lo coinvolgono e che hanno portato a una rottura definitiva.

Brexit, il labour si divide: i motivi

Dopo mesi di discussione sulla brexit, il partito laburista è arrivato a una situazione di alta criticità tale che sette deputati lo hanno lasciato con l’intento di formarne un altro indipendente con cui presentarsi in Parlamento.

I soggetti in questione sono Luciana Berger, Chuka Umunna, Mike Gapes, Angela Smith, Ann Coffey, Gavin Shuker e Chris Leslie. Ormai non condividevano più la linea politica del leader Corbyn, diventata troppo radicale e antisemita. Quindi lontana da quella originale che contraddistingue il laburismo.

Non solo, sembra che sia in atto una svolta autoritaria di Corbyn, tale da rasentare la dittatura all’interno del partito. In questo contesto è diventato impossibile dare una svolta contraria alle parole del leader che si affermano negando la possibilità di un confronto o di critica.

A tutto ciò si aggiunge il suo atteggiamento ambiguo sulla brexit, fatto di “se” e di “ma”, in cui sembra non prendere mai una decisione definitiva.

Le conseguenze della scissione

I conflitti all’interno del partito laburista hanno causato le deselection dei dissidenti, ossia la sfiducia di alcuni elettori nelle loro circoscrizioni così da non essere rieletti in futuro.

Questa è stata già una prima e diretta conseguenza dei dissidi, tuttavia può rivelarsi problematica l’uscita dei sette deputati dal partito per innumerevoli motivi. Innanzitutto potrebbe essere decisivo in Parlamento al momento di un voto, infatti i laburisti cormai decimati possono trovarsi in svantaggio.

Inoltre potrebbe subire degli attacchi dai rivali conservatori che, consapevoli della momentanea debolezza, potrebbero rubare loro i seggi alle prossime elezioni.

Non solo, le accuse di rigidità e di antisemitismo rivolte a Corbyn potrebbero nuocere in termini di consenso di cui finora ne ha goduto in abbondanza.

Posizione dei laburisti sulla brexit

Il partito laburista è stato contrassegnato da una forte ambiguità da parte del leader Corbyn che ha dimostrato mancanza di polso sulla questione della brexit non giungendo mai a una decisione definitiva.

Inoltre si era già manifestata la linea antisemita e un comportamento euroscettico fortemente criticato dai deputati.

Le indecisioni e i crescenti contrasti con il pensiero di Corbyn hanno portato a una divisione interna al partito. La destra che lo sostiene in virtù di una brexit morbida e aperta a un secondo referendum, e la sinistra che si dichiara avversa al consolidamento della brexit.

In particolare la linea morbida prevede un perfetto equilibrio della gestione sull’immigrazione, poi la capacità di punire i reati oltre il perimetro del paese, infine il mantenimento dei rapporti con l’UE e il mercato unico.

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