Brexit: in focus ci sono l’incontro di oggi tra Boris Johnson e Ursula von der Leyen e i temi caldi da affrontare
Brexit sotto i riflettori oggi nel fitto calendario del 2020. Il piano di uscita del Regno Unito dall’Unione Europea è entrato nel vivo e sta per segnare una tappa importante con l’incontro tra il Premier Boris Johnson e la Presidente della Commissione UE Ursula von der Leyen.
Il vertice che si terrà nel pomeriggio a Downing Street è molto atteso. L’esito della riunione, infatti, dovrebbe dare indicazioni importanti su come si svolgeranno i complessi negoziati per un nuovo accordo commerciale tra i due protagonisti.
E, soprattutto, potrebbe evidenziare disaccordi sulle tempistiche e sulle modalità di raggiungimento dell’intesa. La Brexit, infatti, si appresta ad affrontare mesi di arduo lavoro diplomatico.
La determinazione di Johnson nel concludere l’intero processo di divorzio entro il 2020 potrebbe scontrarsi con l’atteggiamento più prudente da parte UE.
Brexit: i tempi della transizione potrebbero essere un problema
Il tema cruciale di questo incontro tra Regno Unito e Commissione europea di inizio anno sembra essere il tempo definito per la completa transizione britannica dall’UE.
Nello specifico, nel mirino ci sono le tante questioni sul tavolo da risolvere per rinegoziare vantaggiosi rapporti economico, commerciali, finanziari tra le parti (non più sottoposte a regole comuni).
Definire condizioni completamente nuove per regolare scambi di merci, operazioni finanziarie e bancarie, gestione di risorse, diritti di pesca nei Mari inglesi, soggiorno di cittadini europei sul territorio del Regno Unito appare una missione molto impegnativa, da completare in nemmeno 12 mesi.
Il termine tassativo indicato per l’uscita di Londra nel sistema comunitario con norme condivise è il 31 dicembre 2020. Boris Johnson insiste su questo punto con un atteggiamento di intransigenza, poco aperto a possibili slittamenti.
Sarà proprio questo il tema saliente del vertice odierno. Ursula von der Leyen, infatti, ha già dichiarato circa un mese fa di essere piuttosto preoccupata di un’agenda così fitta. E oggi ha ribadito che:
“senza una proroga del periodo di transizione oltre il 2020, non ci si può aspettare di concordare ogni singolo aspetto della nostra nuova partnership.”
Le discussioni per raggiungere un’intesa su rinnovati rapporti commerciali - che siano vantaggiosi per entrambe le parti - potrebbero richiedere tempi più lunghi. Una proroga, però, dovrebbe essere concordata per non sfociare in tensioni o in un fallimento.
C’è il rischio di un mancato accordo commerciale?
Il tema delle tempistiche è controverso e insidioso. Da una parte Johnson vuole mantenere la promessa elettorale e di Governo di uscire totalmente dal blocco UE entro dicembre prossimo. Dall’altra l’Unione Europea insiste di più sui termini dell’accordo, che dovrebbero garantire una relazione solida e pacifica, anche a costo di prorogare il calendario.
Come sottolineato da Klaas Knot, membro della BCE, una Brexit conclusa in fretta potrebbe portare a risultati negativi. La questione rischia, addirittura, di riaccendere i riflettori sullo scenario hard-Brexit o no-deal, che è stato scongiurato finora. Come sottolineato da Knot:
“Ciò accadrebbe se l’Ue e il Regno Unito non fossero in grado di concordare un accordo commerciale tempestivo. E se non vi fosse un consenso reciproco sull’estensione del periodo transitorio oltre il 2020.”
Le conseguenze sarebbero gravi, soprattutto in termini economici. Senza regole concordate per i commerci, per esempio, si attiverebbero automaticamente le clausole dell’OMC, con tariffe maggiori.
Inoltre, si rafforzerebbe la tendenza - già visibile adesso - di molte aziende britanniche che si trasferiscono in diversi centri finanziari dell’UE tra cui Francoforte, Dublino, Parigi e Amsterdam per assicurarsi i clienti dell’UE.
Dall’incontro di oggi tra Johnson e Von der Leyen, quindi, ci si aspetta il buonsenso delle parti per iniziare un cammino di intenti condivisi. L’ottimismo, stando alle dichiarazioni della Presidente della Commissione UE, c’è. La Brexit resta, senza dubbio, il tema economico caldo in Europa.
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