BTP Più, il MEF annuncia i tassi minimi garantiti: 2,80%, poi 3,60%. Il codice ISIN

Laura Naka Antonelli

14/02/2025

Il MEF ha finalmente annunciato i tassi minimi garantiti e il codice ISIN del BTP Più, nuovo titolo di Stato appartenente alla famiglia del BTP Valore.

BTP Più, il MEF annuncia i tassi minimi garantiti: 2,80%, poi 3,60%. Il codice ISIN

Il grande annuncio del MEF sui tassi minimi garantiti del BTP Più, nuovo titolo di Stato appartenente alla famiglia del BTP Valore, rivolto dunque esclusivamente alla platea degli investitori retail o anche piccoli risparmiatori, è arrivato finalmente oggi, venerdì 14 febbraio 2025.

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze guidato da Giancarlo Giorgetti ha annunciato che il nuovo BTP Più avrà un tasso cedolare minimo garantito del 2,80% dal primo al quarto anno e del 3,60% dal quinto all’ottavo anno.

Il codice ISIN del titolo durante il periodo di collocamento è IT0005634792.

E’ perfettamente centrato sul mercato secondario”, spiega un operatore di mercato, aggiungendo che si tratta di valori “buoni, molto buoni”, in quanto il Tesoro ha praticamente dato “l’opzione put, di rivendita a 100 al quarto anno gratis, senza prezzo”.

BTP Più, cedole trimestrali in base a meccanismo step up, dal 2,80% al 3,60%

Come da attese il MEF ha comunicato oggi i tassi minimi garantiti del BTP Più che, vale la pena di ricordare, non corrispondono ai tassi definitivi anche se, nelle precedenti edizioni del BTP Valore, le cedole annunciate poco prima delle emissioni sono state alla fine sempre confermate dal Tesoro.

Gli acquirenti di questo nuovo titolo di Stato riceveranno tassi minimi garantiti pari al 2,80% per il 1°, 2°, 3° e 4° anno, e al 3,60% per il 5°, 6°, 7° e 8° anno.

Al termine del collocamento, dunque, nella giornata di venerdì prossimo 21 febbraio 2025 saranno annunciati i tassi cedolari definitivi, che potranno essere confermati o rivisti al rialzo, in base alle condizioni di mercato del giorno di chiusura dell’emissione.

Di fatto, anche questo BTP Più è un titolo nominale con cedole trimestrali fissate in base al meccanismo di step up, ovvero in base a una serie di tassi cedolari crescenti nel tempo.

Cosa significa tassi cedolari step-up? Si tratta di tassi, spiega il Tesoro, con cui si calcolano le cedole corrisposte trimestralmente.

In questo caso, essendo il nuovo titolo di Stato un titolo con scadenza a 8 anni, per i primi 4 anni vi sarà un tasso “a” (2,80%), mentre per i secondi 4 anni un tasso “b” (3,60%), con b>a.

BTP Più ai nastri di partenza in linea con strategia Meloni, emissione dal 17 al 21 febbraio 2025

L’emissione del BTP Più partirà lunedì prossimo, 17 febbraio, per proseguire fino a venerdì 21 febbraio, alle ore 13, salvo chiusura anticipata.

La data di godimento e regolamento è stata fissata dal Tesoro a martedì 25 febbraio 2025.

A partire da questa data il titolo sarà negoziabile sul MOT e ne verrà garantita la liquidità attraverso l’impegno dei Dealer e dei Co- Dealer selezionati dal MEF tra i più attivi partecipanti al MOT sul comparto dei titoli di Stato italiani.

Grande l’attesa per l’esito dell’emissione di questo nuovo BTP con cui il governo italiano porta avanti la strategia annunciata due anni fa dalla stessa presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ovvero “più titoli di Stato nelle mani degli italiani”.

Strategia che si è scontrata con diverse critiche, da parte di chi ha accusato il governo italiano di voler nazionalizzare il debito pubblico.

Non una cattiva idea, hanno ribattuto tuttavia altri esperti, tutt’altro, confermando quanto detto da Meloni, ovvero che, nell’aumentare la partecipazione degli investitori retail al debito pubblico, l’Italia sarebbe meno dipendente dai capricci degli investitori stranieri che, privi dell’amor di Patria, si farebbero meno problemi a mollare i BTP nel caso in cui le condizioni del mercato non rendessero più conveniente l’investimento. Ma la domanda è: le cose andrebbero davvero così? Davvero i BTP People continuerebbero masochisticamente a detenere i titoli di Stato italiani, nel caso in cui non fosse più conveniente farlo?

La verità è che i cosiddetti BTP People, per quanto spinti da quell’amor di Patria, hanno ricordato molti analisti, deciderebbero anche loro molto probabilmente di vendere il titolo, nel caso in cui non fosse più opportuno tenerlo in portafoglio.

Di fatto, va messo in evidenza che i boom di ordini che hanno contrassegnato le precedenti edizioni del BTP Valore (quattro in tutto), si spiegano non tanto con motivi patriottici, quanto con il desiderio dei sottoscrittori di inserire nei portafogli di investimento asset con rendimenti considerati appetibili.

Tutto, a fronte dei consigli della comunità degli analisti, che hanno sempre affermato che l’investimento nei BTP di casa ha ragion di essere, a patto che avvenga nell’ambito di una strategia di diversificazione di portafoglio.

Quanto è stato spesso contestato al governo Meloni è stato dunque il modo con cui i precedenti BTP valore sono stati presentati: rimane famoso il caso di quella edizione con cui il titolo di Stato è stato sponsorizzato addirittura come un titolo di Stato per andare in crociera.

Troppe sviolinate a favore di questi titoli, insomma, per i critici, che hanno sottolineato come la campagna promozionale del governo Meloni non abbia ricordato spesso i rischi che in generale ogni investimento, di per sé, oltre ai punti di forza, comunque comporta.

Nel caso specifico, è stato fatto notare tra le altre cose il rischio palese, ovvero quello che vede l’emittente, ovvero l’Italia, essere un Paese indebitato fino al collo, a causa del debito pubblico monstre che assilla le casse dello Stato: dettaglio che gli investitori di tutto il mondo monitorano costantemente, così come le agenzie di rating.

Una crisi di mercato che finisse per travolgere il mercato dei titoli di Stato a livello globale potrebbe dunque azzannare in primis i bond considerati più rischiosi, tra cui i BTP, erodendone il valore.

Per ora, il piano di Meloni debito della Patria alla Patria ha avuto sicuramente successivo, se si considerano i dati relativi alla composizione del debito italiano, ovvero le cifre che mettono in evidenza chi sono i creditori del Paese.

BTP Più, le differenze con il BTP Valore

Intanto, se si fa un paragone con il BTP Valore, emerge che la differenza principale è che questo bond contempla la possibilità del rimborso anticipato: ovvero gli investitori, alla fine del quarto anno (ovvero nel febbraio 2029), potranno richiedere il rimborso anticipato, totale o parziale, del capitale, recuperando interamente l’ammontare investito o la quota parte che si desidera svincolare, per lotti minimi pari a 1.000 euro.

Al fine di esercitare questa opzione, devono essere tuttavia soddisfatte alcune condizioni sine qua non.

Un’altra differenza rispetto ai BTP Valore che sono stati emessi nel biennio 2023-2024 risiede nella scadenza più lunga del BTP Più, pari a otto anni, rispetto alla durata delle precedenti edizioni del BTP Valore, pari a 4,5 e 6 anni.

Come ha commentato Morningstar, “l’allungamento risponde alle esigenze del Governo di spostarsi su scadenze lunghe, come chiaramente indicato nelle Linee guida della gestione del debito pubblico 2025, pubblicate a fine dicembre”.

Ma cosa significano scadenze più lunghe per gli investitori?

Gli analisti rispondono facendo notare che “una durata più lunga espone a una maggior sensibilità alle variazioni dei tassi di interesse, in quanto il periodo di tempo fino al rimborso è più lungo”.

A tal fine, nel valutare la convenienza a fare shopping del BTP più, non si può dunque prescindere dalla traiettoria dei tassi di interesse dell’Eurozona, che viene decisa dalla BCE, banca centrale europea, e che finora è stata costellata da ben cinque tagli a partire dal 6 giugno del 2024, di cui l’ultimo annunciato in occasione della prima riunione del Consiglio direttivo dell’Eurotower del 2025, lo scorso 30 gennaio.

BTP Più e il rischio tassi

Esiste insomma per i BTP Più un rischio tassi. In che senso? Nel senso che, se sul mercato secondario i rendimenti dei BTP benchmark dovessero salire, scontando per esempio la prospettiva di una inflazione più ostinata - eterno motivo di ansia per la BCE di Christine Lagarde - e, ancora peggio, di tassi più alti, i bond acquistati dal risparmiatore inevitabilmente rischierebbero di presentare un valore di mercato inferiore.

Sulla scia di un aumento delle pressioni inflazionistiche, il Tesoro sarebbe costretto di fatto a emettere nuovi titoli di Stato italiani a rendimenti più alti rispetto a quelli del BTP Più. Il premio più ghiotto offerto dai nuovi BTP inevitabilmente renderebbe i BTP Più e gli altri titoli di Stato emessi in precedenza meno interessanti.

E se proprio in quel momento per proprie ragioni di cassa, dunque per esigenza di liquidità il sottoscrittore che lo ha acquistato fosse costretto a venderlo, incorrerebbe in una perdita, in quanto il potenziale acquirente chiederebbe uno sconto per accollarselo (visti i rendimenti più alti presenti sul mercato).

Dal canto suo, nel presentare il BTP Più, è stato lo stesso Tesoro a precisare che, “per le sue caratteristiche cedole crescenti nel tempo, a parità di altre condizioni”, questo titolo di Stato italiano “ tende a essere meno sensibile a eventuali futuri movimenti dei tassi di mercato, offrendo in questo modo, in caso di vendita prima della scadenza, una maggiore protezione del capitale rispetto ai tradizionali BTP di pari durata ”.

Come acquistare il BTP Più

In attesa di scoprire come andrà il collocamento, il Tesoro ha comunicato che il BTP Più può essere acquistato alla pari (prezzo pari a 100) e senza commissioni durante i giorni di collocamento, fermi restando i costi di gestione del conto titoli o del trading online richiesti e concordati con la propria banca laddove presenti.

Il collocamento, come ha reso noto il ministero dell’Economia e delle Finanze, avverrà sulla piattaforma elettronica MOT (il mercato telematico delle obbligazioni e Titoli di Stato di Borsa Italiana) attraverso le seguenti banche dealers: Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A, Intesa Sanpaolo S.p.A. e UniCredit S.p.A.

Nessun limite o tetto all’emissione.

L’investimento potrà partire da un minimo di 1.000 euro, avendo sempre la certezza di veder sottoscritto l’ammontare richiesto. Gli acquirenti potranno sottoscrivere i titoli di Stato anche per multipli di 1000 euro.

Il BTP Più si può acquistare in banca, presso l’ufficio postale in cui si detiene un conto titoli oppure online, attraverso il proprio home-banking se abilitato alla funzione di trading-online.

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