Il governo precarizza i contratti e trasforma la festa del lavoro in una beffarda festa ai lavoratori. Ma la tendenza al precariato è mondiale.
Festeggiare la festa del lavoro con una nuova botta di precarietà. È questa la trovata del governo Meloni, che nella data simbolica del 1° maggio ha approvato un decreto che allenta le cosiddette “causali” per i contratti a termine.
L’Italia si allinea così nuovamente all’ultratrentennale politica di precarizzazione iniziata negli anni ’90 con il Pacchetto Treu, consolidata dalle leggi Biagi e Fornero e da altri provvedimenti sparsi, e che ha trovato pieno compimento con il Jobs Act del governo Renzi. In questo lungo arco di tempo, l’unica eccezione si era registrata con il “decreto Dignità” del 2018, che aveva reso più stringente la stipula di contratti temporanei. Ma Meloni e soci hanno prontamente corretto il tiro, riportando la legislazione del lavoro sul solito sentiero della precarietà, tanto caro al padronato.
Con quali effetti? La ministra Calderone ripete la vecchia litania delle magnifiche sorti progressive dell’occupazione. Ma la ricetta è ormai smentita persino da FMI, OCSE e Banca Mondiale. La ricerca scientifica è oggi concorde nel constatare che i contratti precari addomesticano le rivendicazioni salariali senza creare nemmeno un posto di lavoro in più. [...]
Accedi ai contenuti riservati
Navighi con pubblicità ridotta
Ottieni sconti su prodotti e servizi
Disdici quando vuoi
Sei già iscritto? Clicca qui
© RIPRODUZIONE RISERVATA