Busta paga, questo sarà l’anno dei rinnovi di contratto? Unica soluzione contro il caro vita, l’intervento dello Stato non può esserci all’infinito: ecco quali sono i settori interessati.
Come noto, se gli stipendi aumentano nel 2024 - e come abbiamo già avuto modo di spiegare non di molto - è perlopiù merito delle decisioni prese in legge di Bilancio con la quale il governo è intervenuto direttamente per ridurre il cuneo fiscale, ossia la differenza che c’è tra la retribuzione lorda e netta.
Una procedura che ormai si ripete da qualche anno ma non potrà essere così all’infinito: arriverà un momento, ad esempio, in cui lo Stato sarà impossibilitato a mantenere lo sgravio contributivo che da solo costa 10 miliardi di euro. Il che tra l’altro potrebbe non essere molto lontano: già con la prossima manovra, infatti, non si potrà ricorrere all’extradeficit per finanziare misure come l’attuale bonus in busta paga, limitando ancor di più le possibilità di intervento.
Arriverà il momento, quindi, in cui saranno le aziende a doversi far carico degli aumenti stipendiali. D’altronde sono diversi i contratti collettivi attualmente scaduti, sui quali inevitabilmente bisognerà intervenire al più presto per adeguare le retribuzioni al nuovo costo della vita.
A tal proposito, sono diversi i settori in cui si inizia a parlare di rinnovo di contratto, con tanto di cifre: un appuntamento importante poiché in questo caso l’aumento sarà definitivo e slegato da qualsiasi decisione che questo e altri governi potrebbero prendere in futuro.
Nuovo contratto Pubblica amministrazione
Per il rinnovo di contratto della Pubblica amministrazione sono stati stanziati 8 miliardi di euro, di cui 3 a disposizione già per quest’anno e 5 per il prossimo. Una cifra che, come spiegato dal ministro della Funzione pubblica, Paolo Zangrillo, dovrebbe permettere al governo di autorizzare un aumento del 5,78% dello stipendio tabellare, garantendo un incremento che oscilla tra i 180 e i 190 euro medi e lordi per gli oltre 3 milioni di dipendenti pubblici impiegati in Italia.
Tuttavia, quest’anno l’aumento dovrebbe riguardare solamente i lavoratori dei comparti Difesa, Sicurezza e Soccorso pubblico, le Forze dell’Ordine per intenderci, per i quali la piattaforma di rinnovo verrà avviata già nelle prossime settimane, giusto il tempo per permettere il formale passaggio dalla rappresentanza al sindacato che riguarderà le Forze Armate.
Per tutti gli altri, invece, il rischio è che l’accordo venga rinviato a inizio 2025.
Nuovo contratto Poste Italiane
Circa 120 mila lavoratori potrebbero godere di un aumento monstre: si tratta di coloro che sono impiegati in Poste Italiane, per i quali sta per essere avviato il tavolo di contrattazione per il rinnovo nel triennio 2024-2026.
Per loro i sindacati - che si oppongono a qualsiasi possibilità di privatizzazione - si presenteranno al tavolo con una richiesta di aumento pari a 260 euro medi e lordi, oltre a una riduzione dell’orario di lavoro, a nuove vie di partecipazione dei lavoratori e al miglioramento del welfare.
È ancora presto, dal momento che il confronto deve ancora iniziare, per sapere quale sarà la reazione dell’azienda, per quanto la storia ci insegni che difficilmente viene raggiunto un accordo sulla proposta sindacale.
Nuovo contratto settore commercio e terziario
Un comparto per il quale bisognerà al più presto arrivare a un rinnovo dei contratti è quello dei settori commercio e terziario. Lavoratori e sindacati, infatti, non sono disposti ad aspettare ancora tant’è che lo scorso dicembre è stato proclamato uno sciopero organizzato dalle sigle sindacali più rappresentative.
Il rinnovo dovrà riguardare i quattro contratti più diffusi, quelli sottoscritti con le associazioni datoriali Confcommercio, Federdistribuzione, Confesercenti e Coop: tutti scaduti nel 2019, per quanto lo scorso anno sia stato raggiunto un accordo intermedio con il quale è stato riconosciuto un bonus una tantum di 350 euro più un acconto sui futuri aumenti di 30 euro mensili.
Un rinnovo che dovrà riguardare 3,5 milioni di lavoratori, con l’aggiunta del settore turismo, ristorazione collettiva e commerciale, agenzie di viaggio e agenzie termali. I lavoratori, circa 1,5 milioni, del turismo quindi, che con quelli impiegati nel commercio condividono un contratto scaduto da tempo (in questo caso 3 anni), con ancora zero segnali riguardo all’avvio della negoziazione.
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