Busta paga, è allarme: quanto pesano i mancati aumenti di stipendio con l’inflazione

Stefano Rizzuti

24 Aprile 2023 - 10:24

L’aumento degli stipendi nell’ultimo anno è stato nettamente inferiore alle maggiori spese causate dall’inflazione: quanto ci hanno rimesso i lavoratori in Italia con i mancati rinnovi contrattuali?

Busta paga, è allarme: quanto pesano i mancati aumenti di stipendio con l’inflazione

L’inflazione corre molto più veloce degli stipendi. Il caro vita causato dalla crisi energetica e dal conseguente aumento dei prezzi di tantissimi prodotti di uso quotidiano pesa enormemente sul potere d’acquisto degli italiani. Anche perché nell’ultimo anno gli stipendi sono saliti pochissimo e i rinnovi contrattuali non riescono a tenere il passo dell’inflazione.

In nessun settore, infatti, in Italia la busta paga è salita dell’8,7%, ovvero il tasso d’inflazione registrato nell’ultimo anno. In pratica il valore reale dei salari è stato eroso di 7,6 punti percentuali, spiega la Repubblica. Le retribuzioni orarie sono cresciute di pochissimo, a fronte di prezzi sempre più alti.

In alcuni settori gli incrementi sono stati addirittura nulli: pensiamo, per esempio, ai servizi, dove si registrano più contratti collettivi scaduti e tanti accordi pirata. Il timore della spirale salari-inflazione, che rischia di alimentare l’aumento dei prezzi, non si è di certo concretizzato in Italia, dove le cose sono andate ben diversamente. Nonostante i bonus e il taglio del cuneo fiscale.

In quali settori sono aumentati di più gli stipendi

In qualche settore il colpo dell’inflazione è stato maggiormente attutito. Per l’edilizia, per esempio, gli aumenti arrivati con l’accordo siglato a marzo del 2022 sono stati del 2,8%, tra i più alti in assoluto. Per l’industria la busta paga è cresciuta meno, dell’1,5%. Leggermente meglio è andata in qualche settore della Pubblica amministrazione, con diverse intese siglate nel 2022.

I più fortunati sono stati i dipendenti dei ministeri, con un incremento del 5,4%: non in linea con l’inflazione, ma quanto di più vicino a essa abbiamo visto quest’anno. L’incremento è stato invece del 3,1% per gli stipendi dei vigili del fuoco. Va però sottolineato che per la Pa i contratti erano scaduti nel 2021, quindi si registravano dei ritardi che sono stati compensati con gli arretrati. In più c’è in ballo un nuovo rinnovo, quello per il triennio 2022-2024, per il quale il governo non ha ancora individuato (almeno nel Def) le risorse.

Busta paga, in quali settori non è aumentata

Ben 6,1 milioni di lavoratori sono in attesa del rinnovo contrattuale: parliamo di quasi la metà del totale dei dipendenti. Nessuno di loro ha avuto aumenti, nonostante l’inflazione record. Il tempo medio di attesa per il rinnovo, rammenta la Repubblica, ora è di quasi 25 mesi: la busta paga, oggi, è un a livello considerato ben prima dell’inflazione. La situazione peggiore è quella dei servizi, dove le retribuzioni sono salite solamente dello 0,5%.

Commercio, la busta paga resta invariata

Il caso limite è quello del commercio, dove non c’è stato alcun aumento. Gli stipendi sono esattamente gli stessi dell’anno precedente. E parliamo del contratto collettivo che ha maggior impatto in Italia, riguardando ben 3 milioni e mezzo di lavoratori. Peccato sia scaduto da dicembre del 2019.

Al momento la trattativa è iniziata, ma è ancora lunga. Per ora si è fatto solo un accordo ponte, con 350 euro una tantum (200 euro a gennaio e 150 a marzo) e un leggero aumento in busta paga. Un anticipo sul futuro rinnovo. Inoltre ci sono altre trattative in corso, con gli stipendi che aumenteranno nei prossimi mesi per i bancari, per il settore alimentare, per quello di pelli e ombrelli e per l’occhialeria.

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