Buste paga, nel 2025 possibile arrivo di un terzo bonus da 100 euro al mese. Ma non sarebbe cumulativo con quelli esistenti.
Oggi esistono ben due bonus in busta paga da 100 euro netti: il primo è il trattamento integrativo (ex Bonus Renzi) riconosciuto ai sensi della legge n. 234 del 2021 a coloro che hanno uno stipendio annuo lordo di almeno 8.174 euro e fino a un massimo di 15 mila, mentre l’altro è merito dello sgravio contributivo che si applica in favore degli stipendi fino a 2.692 euro lordi.
Tuttavia, dal prossimo anno potrebbe aggiungersi un terzo bonus di 100 euro, sempre a patto che il governo riesca a trovare le risorse.
Anche perché ricordiamo che lo stesso taglio del cuneo fiscale con il quale viene riconosciuto un aumento di massimo 100 euro netti al mese per ogni busta paga che non supera i 2.692 euro lordi è a rischio per il 2025: per quanto fonti governative abbiano posto la conferma dello sgravio in cima alle priorità, le difficoltà in vista della prossima legge di Bilancio, confermate anche dal Def, non lo rendono così immediato.
Risorse permettendo, quindi, il governo interverrà ancora sugli stipendi. In particolare, la novità dovrebbe essere rappresentata da un nuovo taglio delle aliquote Irpef rispetto a quello già attuato nel 2024 (anch’esso da confermare con la prossima manovra finanziaria), con il quale appunto potrebbe scattare un terzo bonus di 100 euro su alcuni stipendi.
Ma non sarebbe cumulativo con quelli già esistenti: come vedremo di seguito, infatti, mentre oggi l’ex bonus Renzi di 100 euro va a coinvolgere i redditi più bassi, chi appunto ha uno stipendio tra gli 8.174 e i 15.000 euro, mentre lo sgravio contributivo quelli di fascia media (il vantaggio maggiore si ha intorno ai 35 mila euro annui), quanto risulterebbe da un eventuale nuova revisione dell’Irpef interesserebbe i redditi più elevati, intorno ai 50 mila euro l’anno.
A tal proposito, facciamo chiarezza su come potrebbe essere riconosciuto questo nuovo bonus analizzando le ultime indiscrezioni in materia di riforma fiscale.
Nuova riforma Irpef nel 2025
L’Irpef - l’imposta sul reddito delle persone fisiche - potrebbe cambiare ancora nel 2025 a vantaggio delle buste paga dei lavoratori.
Ricordiamo che attualmente le aliquote Irpef sono tre:
- per i redditi fino a 28 mila euro si applica una ritenuta del 23%;
- per i redditi superiori a 28 mila e fino a 50 mila euro la ritenuta è del 35%;
- infine, per la parte che supera i 50 mila euro si sale al 43%.
Nel 2025 si proverà a fare un ulteriore alleggerimento dell’imposta sul reddito coinvolgendo anche i ceti medio-alti. Ma per stessa ammissione da parte del vice ministro dell’Economia, Maurizio Leo, è difficile pensare a una semplificazione a 2 scaglioni, in quanto tenendo conto delle risorse a disposizione al massimo potrà esserci un taglio dell’imposta sul reddito per chi ha uno stipendio annuo di 55 mila euro.
A tal proposito, ci sono diverse ipotesi a riguardo, ognuna delle quali garantirebbe un diverso bonus in busta paga (e per una platea differente di lavoratori).
La prima ipotesi di riforma Irpef 2025
La prima ipotesi è quella meno costosa per lo Stato e prevede un innalzamento del secondo scaglione con la percentuale del 35% che verrebbe applicata per i redditi fino a 55 mila euro.
Di questo accorpamento ne gioverebbero quindi coloro che hanno un reddito superiore a 50 mila euro e non superiore a 55 mila, i quali nel 2024 sono tagliati fuori anche dai vantaggi dell’aliquota ridotta al 23% per il secondo scaglione.
Nel dettaglio, ai 260 euro risparmiati per la minore aliquota tra la parte di reddito compresa tra i 15 mila e i 28 mila euro, andrebbe aggiunto un ulteriore 8% in meno per la parte compresa tra i 50 e i 55 mila euro, quindi fino a un massimo di 400 euro. In totale, dunque, per loro ci sarebbe un bonus in busta paga di 660 euro annui.
La seconda ipotesi di riforma Irpef 2025
La seconda ipotesi, invece, prevede la riduzione anche dell’aliquota applicata per il secondo scaglione (tra i 28 mila e i 50 mila attualmente ma con il limite che appunto potrebbe essere esteso a 55 mila) che verrebbe portata dal 35% al 34%.
Di fatto, in tal caso ci sarebbe un risparmio di un ulteriore 1% (che si aggiunge al 2% già applicato per lo scaglione tra i 15 mila e i 28 mila euro) per la parte compresa tra i 28 mila e i 55 mila euro.
Ci sarebbe così un guadagno ulteriore rispetto al 2024 di 230 euro l’anno per uno stipendio di 50 mila euro, persino 670 euro (con l’aggiunta dei 260 euro risparmiati per la parte di reddito compresa tra i 15 mila e i 28 mila euro) per chi ne guadagna 55 mila euro.
La terza ipotesi di riforma Irpef 2025
Infine, la terza - e più costosa - ipotesi di riforma prevede che per il secondo scaglione l’aliquota verrebbe persino ridotta al 33%.
In tal caso il risparmio per chi ha un reddito annuo fino a 50 mila euro può arrivare a 440 euro, mentre per chi ne guadagna 55 mila euro si sale a 940 euro (1.200 euro complessivi considerando anche i 260 euro risparmiati tra i 15 mila e i 28 mila euro di reddito).
Bonus busta paga, fino a 1.200 euro in più nel 2025
Ricapitolando, ecco una tabella che riassume le tre ipotesi di riforma Irpef attese nel 2024:
Ipotesi | Primo scaglione | Aliquota primo scaglione | Secondo scaglione | Aliquota secondo scaglione | Terzo scaglione | Aliquota terzo scaglione |
---|---|---|---|---|---|---|
N.1 | Fino a 28 mila euro | 23% | Fino a 55 mila euro | 35% | Oltre 55 mila euro | 43% |
N.2 | Fino a 28 mila euro | 23% | Fino a 55 mila euro | 34% | Oltre 55 mila euro | 43% |
N.3 | Fino a 28 mila euro | 23% | Fino a 55 mila euro | 33% | Oltre 55 mila euro | 43% |
A tal proposito, vediamo quale sarebbero i vantaggi rispetto a quanto percepito nel 2024.
Stipendio | Taglio Irpef 2024 (e confermato nel 2025) | Aumento ulteriore 2025 (Prima ipotesi) | Aumento ulteriore 2025 (Seconda ipotesi) | Aumento ulteriore 2025 (Terza ipotesi) |
---|---|---|---|---|
Fino a 15.000 euro | --- | --- | --- | --- |
20.000 euro | 100 euro | --- | --- | --- |
23.000 euro | 160 euro | --- | --- | --- |
25.000 euro | 200 euro | --- | --- | --- |
28.000 euro | 260 euro | --- | --- | --- |
30.000 euro | 260 euro | --- | 20 euro | 40 euro |
35 mila euro | 260 euro | --- | 70 euro | 140 euro |
40 mila euro | 260 euro | --- | 120 euro | 240 euro |
45 mila euro | 260 euro | --- | 170 euro | 340 euro |
50 mila euro | 260 euro | --- | 220 euro | 440 euro |
55 mila euro | --- | 660 euro | 930 euro | 1.200 euro |
Di fatto, per ognuna delle tre ipotesi a godere del vantaggio maggiore sarebbero gli stipendi di importo compreso tra i 50 mila e i 55 mila euro, per i quali potrà esserci un incremento annuo rispetto al 2024 (quando sono stati tagliati fuori anche dal bonus 260 euro riconosciuto con la revisione del secondo scaglione) fino a 1.200 euro l’anno, quindi 100 euro al mese.
Ma anche per i redditi più bassi ne risulterebbe un buon vantaggio: considerando anche gli effetti della riforma già applicata nel 2024, complessivamente in 2 anni ne risulterebbe un guadagno annuo tra i 480 euro e i 700 euro (a seconda che l’aliquota del secondo scaglione venga ridotta al 34% o al 33%) per chi guadagna 50 mila euro, tra i 380 e i 500 euro per chi ne guadagna 40.000 euro e tra i 330 e i 400 euro per chi ne prende 35 mila euro.
Peggio andrà a chi guadagna fino a 28 mila euro, in quanto non dovrebbero essere contemplati nella nuova riforma.
Da capire anche cosa succederà ai redditi che superano 55 mila euro, ma la sensazione è che per loro non ci sarà alcun taglio dell’Irpef: come successo quest’anno per chi ne guadagna più di 50 mila, quindi, potrebbe esserci la revisione delle detrazioni per sterilizzare i vantaggi delle nuove aliquote.
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