Busta paga, il pagamento della quattordicesima riduce lo stipendio. La “beffa” del taglio del cuneo fiscale.
Cattive notizie in vista del prossimo pagamento della quattordicesima, in programma tra le buste paga di giugno e luglio per quei lavoratori a cui è prevista dal contratto nazionale. Quest’anno, così come tra l’altro successo nel 2023, l’importo dello stipendio sul quale è caricata la quattordicesima rischia di essere più basso fino a un massimo di 100 euro.
La ragione è semplice: la quattordicesima può far perdere il diritto allo sgravio contributivo applicato in busta paga, dal quale appunto ne può risultare un aumento fino a 100 euro.
L’aggiunta della quattordicesima, quindi, comporta un taglio sullo stipendio: ovviamente da tale operazione ne risulta comunque un vantaggio per il lavoratore, per quanto appunto più basso rispetto al caso in cui l’emolumento straordinario non avesse comportato la perdita dello sgravio.
A conferma di ciò c’è la circolare Inps n. 7 del 24 gennaio 2023, con la quale viene fatta chiarezza su quali sono le voci della busta paga che determinano se l’importo lordo è inferiore a 1.923 euro (per lo sgravio del 7%) o a 2.692 euro (per quello del 6%). E come vedremo di seguito, tra queste figura anche la quattordicesima.
Bonus in busta paga, chi ne ha diritto
Il diritto al bonus in busta paga, nonché la sua misura, dipende dalla retribuzione imponibile indicata in busta paga. Nel dettaglio:
- per le buste paga di importo inferiore a 1.923 euro scatta uno sgravio del 7%;
- per le buste paga di importo superiore a tale soglia ma comunque al di sotto dei 2.692 euro, lo sgravio è del 6%;
Quindi, dal momento che la verifica del rispetto della soglia reddituale deve essere effettuata nel singolo mese di paga, lo sgravio può assumere, in relazione a differenti mensilità, un’entità diversa.
A tal proposito, ecco una tabella che indica risparmio lordo e netto in base alla retribuzione annua lorda percepita.
Retribuzione lorda annua | Risparmio lordo | Aumento netto |
---|---|---|
10.000 euro | 53,84 euro | 44,92 euro |
12.500 euro | 67,30 euro | 56,15 euro |
15.000 euro | 80,76 euro | 67,38 euro |
17.500 euro | 94,23 euro | 67,22 euro |
20.000 euro | 107,69 euro | 76,82 euro |
22.500 euro | 121,15 euro | 86,42 euro |
25.000 euro | 134,61 euro | 96,03 euro |
27.500 euro | 126,92 euro | 90,54 euro |
30.000 euro | 138,46 euro | 90,49 euro |
32.500 euro | 150 euro | 91,52 euro |
35.000 euro | 161,52 euro | 98,56 euro |
Perché la quattordicesima può far perdere il diritto al bonus
Per evitare fraintendimenti riportiamo per intero quanto scritto nella circolare Inps n. 7 del 24 gennaio 2023 in merito alla compatibilità tra lo sgravio e la quattordicesima mensilità (nelle ipotesi in cui i contratti collettivi di lavoro la prevedano) nel mese di erogazione di quest’ultima:
Nel mese di erogazione di tale mensilità aggiuntiva la riduzione contributiva potrà trovare applicazione solo nell’ipotesi in cui l’ammontare della quattordicesima mensilità o dei suoi ratei, sommato/sommati alla retribuzione imponibile, non ecceda il massimale di retribuzione mensile previsto per la legittima applicazione delle due riduzioni. Viceversa, se tale limite è superato, l’esonero in trattazione, nel mese di riferimento, non potrà trovare applicazione sull’intera retribuzione imponibile.
Di fatto, nel valutare se la retribuzione imponibile è al di sotto delle suddette soglie si terrà conto anche della quattordicesima pagata nello stesso mese. Quindi, dal momento che l’importo della quattordicesima è più o meno simile a quello dello stipendio, è molto probabile che nel mese di pagamento della mensilità aggiuntiva non spetti alcun bonus in busta paga.
Prendiamo come esempio un lavoratore che percepisce uno stipendio di 1.500 euro. Questo fino a oggi ha potuto godere di uno sgravio del 7% a fronte quindi di un risparmio di 105 euro al mese sulla contribuzione dovuta.
Adesso consideriamo che a giugno abbia percepito una quattordicesima di 1.500 euro, arrivando così a una retribuzione imponibile di 3.000 euro: in tal caso viene superato anche il limite dei 2.692 euro entro cui spetta uno sgravio del 6% e per questo verserà per intero, e sull’intera retribuzione imponibile, la contribuzione dovuta (sarebbero circa 275 euro).
Nel peggiore dei casi, quindi per chi ha una retribuzione vicina ai 2.692 euro e inevitabilmente supera questa soglia con il pagamento della quattordicesima, nel mese di luglio è previsto un taglio appena inferiore ai 100 euro netti (come si evince dalla suddetta tabella).
La quattordicesima a rate conviene al lavoratore
Va meglio a quei lavoratori dipendenti che hanno la quattordicesima pagata mensilmente in busta paga anziché in un’unica soluzione. Trattandosi di un rateo mensile, e di un importo quindi più basso, è possibile che la retribuzione resti comunque al di sotto della soglia prevista per godere dello sgravio.
Pensiamo al lavoratore dell’esempio di cui sopra: laddove la quattordicesima gli fosse stata pagata mensilmente, sullo stipendio si sarebbe aggiunto un rateo di 125 euro, con una busta paga mensile di 1.625 euro ancora al di sotto della soglia entro cui stare per godere del massimo dello sgravio previsto.
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