Aumenti fino a 100 euro con il taglio del cuneo fiscale? Non è proprio così: ecco di quanto aumentano davvero gli stipendi tra la busta paga di giugno e quella di luglio.
La trattazione sul taglio del cuneo fiscale sta generando confusione tra i lavoratori: a tal proposito, è bene fare chiarezza su come davvero cambieranno gli stipendi rispetto a quelli attualmente percepiti. Si parla con insistenza di “aumenti fino a 100 euro”, il che non si tratta di un errore: tuttavia, bisogna specificare che si tratta di un incremento complessivo, in quanto a tale risultato ci si arriva sommando gli aumenti già riconosciuti a gennaio scorso.
Se si tiene conto di cosa cambierà tra giugno e luglio, quando decorrerà il nuovo sgravio, le cifre sono invece più basse: di fatto, considerando anche la maggiore Irpef dovuta, al netto il taglio del cuneo finanziato dal Decreto lavoro garantirà un incremento di massimo 65 euro netti. Nessuno, quindi, tra giugno e luglio vedrà la busta paga aumentare di 100 euro.
È importante - specialmente in questo periodo di difficoltà economica dove anche poche decine di euro in più sono rilevanti - non deludere le aspettative dei lavoratori e spiegare le ragioni per cui gli aumenti saranno più bassi rispetto alle cifre circolare in questi giorni.
Vediamo quindi quali saranno gli effetti, tangibili per gli stipendi dei lavoratori italiani che guadagnano meno di 35 mila euro al mese facendo chiarezza su cosa cambia tra lo sgravio attuale, del 2% o 3% a seconda dell’importo della busta paga, e quello che scatterà da luglio 2023 che arriverà al 6% e 7%.
Taglio del cuneo fiscale, attenzione a non cadere in inganno
Nelle ultime ore diversi lettori ci hanno scritto chiedendo un chiarimento sull’annunciato aumento di 100 euro che scatterà da luglio. D’altronde diverse testate titolano mettendo in risalto le cifre del nuovo sgravio fiscale che garantirà aumenti in busta paga - scrive ad esempio Il Sole 24 ore - “tra gli 80 e i 100 euro al mese”, richiamando così una sorta di bonus Renzi che a oggi continua a essere riconosciuto solamente per coloro che guadagnano meno di 15.000 euro l’anno.
Ebbene, basterebbe non soffermarsi sul titolo per capire che di fatto tra giugno e luglio la differenza sarà meno rilevante di quanto si spera.
Prendiamo ad esempio le simulazioni effettuate dal Sole 24 ore che tiene conto anche delle maggiori imposte. Ricordiamo, infatti, che l’Irpef dovuta viene calcolata sull’importo lordo al netto dei contributi previdenziali: quindi più questi vengono ridotti e maggiore sarà l’imposta dovuta.
Nel dettaglio, grazie alle simulazioni dello studio De Fusco Labour & Legal sappiamo che un lavoratore che guadagna 25 mila euro l’anno - quindi 1.923 euro mensili, limite massimo per godere dello sgravio del 3% - il risparmio oggi è di 41,15 euro mensili, mentre grazie all’ulteriore sgravio che partirà da luglio (e fino a dicembre 2023) in busta paga ci saranno 54,87 euro in più.
Complessivamente, quindi rispetto all’applicazione dell’aliquota contributiva ordinaria, il vantaggio in busta paga è di 96,03 euro mensili, ma una parte - 41,15 euro - sono già accreditati da gennaio 2023.
Cosa cambia tra la busta paga di giugno e quella di luglio
Una volta chiarito che gli aumenti di 80 e 100 euro sono complessivi, tenendo quindi conto di quanto già erogato in busta paga, vediamo come cambiano di fatto gli importi dello stipendio netto tra la busta paga di giugno - quella in cui lo sgravio applicato è del 3% (per chi guadagna meno di 25 mila euro) e del 2% (per chi ne guadagna meno di 35 mila) - e quella di luglio, quando gli sgravi verranno portati rispettivamente al 7% e al 6%.
A tal proposito, ecco una tabella in cui sono indicate tutte le cifre nette degli aumenti, così da fare chiarezza su quale sarà effettivamente il vantaggio economico garantito dal nuovo sgravio.
Retribuzione lorda | Aumento mensile tra gennaio e giugno 2023 | Aumento ulteriore da luglio a dicembre | Aumento complessivo tra luglio e dicembre |
---|---|---|---|
10.000 euro | 19,25 euro | 25,67 euro | 44,92 euro |
12.500 euro | 24,06 euro | 32,08 euro | 56,15 euro |
15.000 euro | 28,88 euro | 38,50 euro | 67,38 euro |
17.500 euro | 28,81 euro | 38,41 euro | 67,22 euro |
20.000 euro | 32,95 euro | 43,90 euro | 76,82 euro |
22.500 euro | 37,04 euro | 49,38 euro | 86,42 euro |
25.000 euro | 41,15 euro | 54,87 euro | 96,03 euro |
27.500 euro | 30,18 euro | 60,36 euro | 90,54 euro |
30.000 euro | 32,95 euro | 57,56 euro | 90,49 euro |
32.500 euro | 30,51 euro | 61,01 euro | 91,52 euro |
35.000 euro | 32,85 euro | 65,70 euro | 98,56 euro |
Bisogna guardare alla terza colonna, quindi, per capire di quanto aumenterà la busta paga di luglio rispetto al mese precedente.
Complessivamente, quindi, l’aumento massimo sarà di 98,56 euro per chi guadagna 35 mila euro (o meglio, ha una busta paga mensile inferiore a 2.692 euro lordi), ma la differenza tra giugno e luglio sarà di 65,70 euro.
Ovviamente, trattandosi di uno sgravio percentuale, l’impatto sarà inferiore: ad esempio, per chi guadagna 10.000 euro l’anno, circa 770 euro al mese, l’aumento complessivo sarà inferiore ai 45 euro, e di questi appena 25,67 euro scatteranno nello stipendio di luglio.
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