C’è il rischio che nasca presto una nuova «cortina di ferro», una guerra civile, a meno che l’Unione Europea non abbandoni, finalmente, la sua inerzia geopolitica.
Il rischio - concreto o remoto che sia, molto dipende dagli occhi con cui si guarda - è che arrivi presto una nuova «cortina di ferro», una guerra civile, a meno che l’Unione Europea non abbandoni, finalmente, la sua inerzia geopolitica.
Ma partiamo dal principio, o meglio, dal passato. Come ricorda Guido Montani, professore di economia politica internazionale all’Università di Pavia, la prima e la seconda Guerra Mondiale vengono considerate delle “guerre civili europee” da parte di molti politici e intellettuali. Ed è proprio dal sentimento che ne è derivato - una viscerale repulsione alla guerra (in territorio europeo, ça va sans dire) - che è nata e si è rafforzata l’idea di unificare l’Europa, un processo che ha portato alla nascita dell’Unione Europea.
Tutto sembrava funzionare - sorvoliamo sugli aspetti criticabili - fino all’invasione russa in Ucraina. L’evento, tragico è dir poco, ha riaperto alcune ferite profonde. Se da una parte oggi si fa sempre più concreto il rischio che il conflitto possa trasformarsi in una terza Guerra Mondiale - Occidente contro Russia, Cina &Co. - è assai ironico pensare che nel non lontanissimo 2012 l’UE abbia vinto il premio Nobel per la Pace, con il merito di essere riuscita a trasformare un continente votato alla guerra in un continente votato alla pace. [...]
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