Dopo la rottura con il Pd, Calenda alle elezioni politiche appare destinato a fare squadra con Renzi: per i sondaggi si tratterebbe di un autentico regalo a Meloni.
Alle elezioni politiche del prossimo 25 settembre Carlo Calenda, dopo la rottura con il Partito Democratico, appare destinato a correre insieme a Matteo Renzi. “Sicuramente ci incontreremo e parleremo” ha dichiarato oggi il leader di Azione in una intervista al Corriere della Sera, dopo che l’ex presidente del Consiglio nella giornata di ieri ha parlato di una “opportunità straordinaria”.
Calenda e Renzi non si amano particolarmente, sono i due classici “galli nel pollaio” e negli ultimi tempi spesso si sono punzecchiati a vicenda sui social; adesso però hanno bisogno l’uno dell’altro per affrontare queste elezioni politiche.
Lo strappo con il Pd infatti non è piaciuto per niente a Emma Bonino, con Più Europa che oggi dovrebbe ufficializzare la permanenza nella coalizione di centrosinistra rompendo così l’alleanza con Azione.
Per non dover raccogliere entro il 14 agosto oltre 30.000 firme per essere presente alle elezioni, Calenda avrebbe bisogno di stringere il patto con un partito che che come Più Europa sia esonerato da questo obbligo: l’identikit perfetto è quello di Italia Viva, con i renziani che da tempo sono alla ricerca di alleati moderati per realizzare una sorta di terzo polo.
Se questo matrimonio si dovesse celebrare, sarebbe una manna dal cielo anche per Matteo Renzi: stando ai sondaggi infatti Iv da sola al momento sarebbe sotto la soglia di sbarramento del 3%, ma in lista insieme ad Azione l’asticella non sarebbe più un problema.
Renzi e Calenda insieme: cosa dicono i sondaggi
Prima dell’addio di Carlo Calenda al centrosinistra, Italia Viva appariva destinata a correre da sola con in lista anche il movimento Civica Nazionale guidato dall’ex sindaco di Parma Federico Pizzarotti.
Ora che potrebbe aggiungersi anche Azione in questa sorta di terzo polo, bisogna sempre tenere a mente quelli che sono i dettami della legge elettorale. Il Rosatellum infatti prevede una soglia di sbarramento del 3% per le singole liste e del 10% per le coalizioni.
Un sondaggio di Quorum diramato poco prima che Calenda firmasse il patto con il Pd, ha indicato il terzo polo complessivamente al 4,9%. Nonostante il 3,3% attestato alla lista di Azione-Più Europa e il 3,5% a quella di Italia Viva, la coalizione di conseguenza sarebbe nettamente sotto l’asticella del 10%.
Considerando poi che adesso Carlo Calenda probabilmente non potrà più contare sui voti dei simpatizzanti di Più Europa, l’unica soluzione sembrerebbe essere quella di un listone unico con Matteo Renzi.
Le elezioni in mano a Giorgia Meloni
Un listone Calenda-Renzi sarebbe il modo per non avere problemi di soglia di sbarramento e per portare nel prossimo Parlamento tutti i big dei due partiti, ma in questo scenario a sorridere sarebbe soprattutto Giorgia Meloni.
Per il sondaggio infatti con un terzo polo staccato dal Pd, il centrodestra arriverebbe al 49% con buona possibilità anche di fare il pieno dei collegi uninominali. Meloni così non solo vincerebbe le elezioni, ma potrebbe puntare anche a una maggioranza di due terzi nel prossimo Parlamento.
Con uno schema Pd-Azione-sinistra-Verdi-Di Maio, il centrodestra invece per il sondaggio scenderebbe al 46% e, soprattutto, potrebbe ottenere diversi seggi uninominali in meno. Un successo non sarebbe in discussione, ma le vittoria avrebbe dei contorni più contenuti e la partita del post-voto resterebbe aperta a ogni eventualità, compresa quella di altre larghe intese se Salvini e Berlusconi dovessero in qualche modo boicottare la leader di Fratelli d’Italia.
A meno di una settimana dalla scadenza dei termini per la presentazioni delle liste, il centrodestra popcorn in mano si sta godendo lo psicodramma in atto nel centrosinistra: mentre Carlo Calenda deve ancora decidere cosa fare alle imminenti elezioni politiche, Giorgia Meloni sta iniziando a preparare la valigia per trasferirsi dopo il 25 settembre a Palazzo Chigi.
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