Il presidente della Camera Roberto Fico scrive a Giuseppe Conte, denunciando uno squilibrio “nell’esercizio della potestà legislativa tra governo e Parlamento”
Cambiano i governi, ma non l’uso di decreti legge. Il presidente della Camera Roberto Fico mette in guardia Giuseppe Conte sull’utilizzo che di questo strumento legislativo sta facendo il governo 5Stelle-Lega, che incide “sensibilmente sulla programmazione dei lavori parlamentari, soprattutto in presenza di decreti legge connotati da una particolare ampiezza e complessità di contenuti e che intervengono su una pluralità di settori”.
Il riferimento è, in particolare, ai due casi recenti Sblocca cantieri e Dl crescita, entrambi esaminati dal Parlamento in tempi troppo brevi.
Fico a Conte: troppi decreti
Sebbene il numero di decreti legge prodotto dal governo del cambiamento sia inferiore rispetto ai governi precedenti, è “comunque consistente”, ovvero “ventuno decreti legge in un anno”.
Il problema, è quanto si legge in una lettera di Roberto Fico indirizzata al presidente del Consiglio Conte, è che una quantità eccessiva di decreti inviati alle Camere porta a una compressione dei lavori parlamentari costituzionalmente dovuti.
Tempi troppo stretti per approvazione decreti
Il presidente della Camera Fico ricorda il caso dello Sblocca cantieri, approvato nei giorni scorsi, trasmesso a Montecitorio dopo 50 giorni di iter a Palazzo Madama, con la conseguenza che i deputati hanno avuto solo 10 giorni per l’esame e quindi l’approvazione.
Il Decreto crescita avrà un destino simile: per domani il governo ha imposto il voto di fiducia e, una volta trasmesso al Senato, dovrà essere approvato entro il 29 giugno. I tempi sono ancora più stretti se si considera che nel corso dei lavori entrambi i provvedimenti sono stati ampliati. Lo Sblocca cantieri è passato da 30 a 49 articoli, mentre il Dl crescita da 51 a 117 articoli.
“Dimensioni molto ampie dei decreti”, afferma Fico, “risultano difficilmente compatibili con i ridotti tempi di esame parlamentare”. I decreti legge, previsti dalla Costituzione come provvedimenti d’urgenza, sono sempre stati usati dal governo di turno per velocizzare - in certi casi bypassare - la funzione legislativa del Parlamento italiano. Anche la predecessora di Roberto Fico, Laura Boldrini, anni fa aveva rivolto un simile appello all’allora presidente Renzi.
“Sono certo che sarà possibile per il futuro garantire condizioni più equilibrate nell’esercizio della potestà legislativa tra governo e Parlamento”, conclude il presidente della Camera.
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