Due nuovi giocatori sono pronti ad entrare nella partita Carige. È quanto riporta il quotidiano “Il Messaggero”.
Dopo le smentite arrivate ieri dall’istituto ligure, la saga legata al salvataggio di Banca Carige si arricchisce di due nuovi attori.
Secondo le indiscrezioni riportate dalla stampa, nella cordata per il salvataggio della banca stanno per entrare due nuovi operatori.
Ieri Carige ha emesso una nota in cui ha definito “parziale, lacunosa e fuorviante” la ricostruzione fatta da “Affari&Finanza” di Repubblica, che ha parlato di un “buco nascosto” nei conti da 239 milioni di euro (Carige smentisce rumor giornali, valuta azione legale)
Carige: in arrivo due nuovi soci
Secondo le indiscrezioni riportate dalla testata “Il Messaggero”, due nuovi soci, che potrebbero investire 70 milioni di euro, completerebbero il quadro di un’operazione da 900 milioni di euro.
Uno degli ostacoli maggiori è rappresentato dal tempo, visto che entro il 25 luglio andrà definita l’offerta complessiva da inviare a Francoforte.
Carige: tre le condizioni per la conversione del bond
Ieri, nel corso della riunione del Comitato di gestione del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (Fitd), chiamato a decidere sulla conversione in azioni dei 318 milioni di euro di bond Carige detenuti dallo schema volontario, il presidente Salvatore Maccarone ha riportato sullo stato di avanzamento delle trattative con gli altri soggetti coinvolti.
Tre le condizioni a cui, secondo Il Messaggero, sarebbe subordinata la conversione del bond: tutti i soggetti devono fare la loro parte, la conversione deve rientrare in un’operazione di sistema e, da ultimo, per i vecchi e i nuovi soci devono essere previsti particolari vantaggi, come ad esempio warrant.
Carige: ecco chi sono i due nuovi soci
La testata romana rileva come i nomi dei nuovi soci non siano stati svelati, per ora sono stati genericamente indicati come “A” e “B”. L’impegno è rispettivamente fissato a 30 e 40 milioni di euro.
Per i ben informati, il primo sarebbe un family office genovese mentre nel secondo caso si tratterebbe di una società industriale.
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