Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, lancia a Money.it l’allarme sul caro bollette, chiedendo al governo di intervenire con aiuti che vadano oltre il primo trimestre del 2023.
I costi sono troppo alti, le bollette pesano in maniera eccessiva sul fatturato e gli aiuti contro il caro energia, limitati al primo trimestre del 2023, non bastano. Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, lancia l’allarme sulla crisi energetica, non nascondendo il rischio che il 2023 possa essere, dal punto di vista economico, peggiore dell’anno in corso.
In occasione dell’assemblea di Confagricoltura, Giansanti parla con Money.it ribadendo la richiesta di prorogare le misure previste contro il caro bollette oltre il 31 marzo del 2023, anche se è difficile trovare le risorse.
Tra le richieste di Giansanti, avanzate anche nel suo intervento che ha aperto l’assemblea, c’è anche un’altra questione: viene chiesta un’azione a livello Ue sui fertilizzanti, proponendo acquisti comuni per la riduzione dei prezzi. Questione su cui il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, assicura che l’Italia si è già mossa.
Caro bollette, richiesta proroga oltre marzo
Giansanti sottolinea a Money.it come le misure contro il caro bollette siano sì efficaci, ma abbiano un respiro troppo breve, essendo previste solamente per il primo trimestre del 2023: “Noi oggi stiamo chiedendo quello che, in qualche modo, è stato già concesso alle aziende francesi, tedesche, spagnole, portoghesi, che sono i nostri principali competitor sui mercati domestici e internazionali”.
Il presidente di Confagricoltura ricorda che il governo tedesco ha varato un programma di sostegni pubblici per 200 miliardi di euro, mentre le pmi francesi riceveranno un aiuto per coprire, per tutto il 2023, “almeno il 20% delle spese energetiche”. La richiesta, quindi, è quella di investire maggiormente nel made in Italy per non perdere competitività.
Per Giansanti è necessario trovare una soluzione sul costo dell’energia: “Noi utilizziamo energia per produrre, trasferiamo energia e otteniamo cibo. I nostri prodotti, in quella dimensione, rischiano di essere fuori mercato, le imprese si trovano oggi a competere con chi può produrre a un costo minore e quindi oggi, con un aiuto esclusivamente per il primo trimestre, noi non riusciamo, lo dobbiamo dire con chiarezza e franchezza”.
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Il costo delle bollette per le aziende agricole
Oggi il costo dell’energia per le aziende agricole è troppo alto, secondo Giansanti: “Abbiamo raggiunto un costo pari al 25% di quello che noi fatturiamo, ovvero fatto 100 quello che l’azienda fattura, il 25% se ne va per pagare le bollette: non c’è azienda in Italia, in alcun comparto economico, che possa sostenere una cosa del genere”.
D’altronde la soluzione non sembra dietro l’angolo, anzi, perché la crisi energetica - come sottolinea lo stesso presidente di Confagricoltura - non sarà breve: i prezzi dell’energia non torneranno presto ai livelli pre-crisi e bisognerebbe quindi fare di più “per sostituire il gas russo”.
Il gas e le energie rinnovabili
Gli aiuti contro il caro bollette, però, rischiano di avere effetti controproducenti perché non invitano a risparmiare cittadini e imprese. Come fare, allora, per riuscire a disincentivare i consumi? Per Giansanti “basterebbe dare agli agricoltori la possibilità di produrre energie rinnovabili, lo stiamo dicendo da tempo. L’Italia ha una potenzialità e una capacità di produrre energie rinnovabili, in questa transizione green possiamo dare un contributo importante”.
Però resta il problema di un sistema di regole che comporta lungaggini nei processi autorizzativi, sottolinea Giansanti, più un altro nodo critico: “Ci viene detto producete solo quello che voi consumate quando invece potremmo produrre energia per il Paese, per esempio gli agricoltori francesi stanno producendo biofuel per le loro macchine che vendono a 90 centesimi al litro”.
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