L’Ue è al lavoro per frenare il caro energia: un tetto ai prezzi potrebbe non bastare. Serve una riforma strutturale del mercato o in autunno sarà uno shock per famiglie e imprese.
«Stiamo lavorando a un intervento di emergenza e a una riforma strutturale del mercato dell’energia elettrica», dichiara a gran voce Ursula Von der Leyen, presidente della Commissione europea, intervenendo al Forum Bled in Slovenia.
Il tempo sta per scadere e l’Europa accelera per raggiungere un’intesa sul price cap, un tetto ai prezzi dell’energia: i ricatti della Russia stanno piegando l’Europa. L’interruzione delle forniture di gas è uno scenario sempre più probabile.
Il piano Ue contro il caro energia
Un piano per frenare il caro energia. Sarà questo il tema centrale, il prossimo 9 settembre, della riunione straordinaria del Consiglio dei ministri dell’Energia.
La Commissione europea vuole essere pronta a una potenziale interruzione totale del gas russo. «Stiamo diversificando i fornitori alla velocità della luce: la fornitura di gas da fonti diverse dalla Russia è aumentata di 31 miliardi di metri cubi da gennaio di quest’anno e questo compensa i tagli russi. Stiamo anche riducendo in modo sostanziale il nostro fabbisogno di gas importato e per questo abbiamo chiesto agli Stati membri di ridurre il consumo di gas del 15%», ha sottolineato la Von der Leyen.
L’impennata dei prezzi del gas e del Kilowattora sta mettendo a nudo i limiti dell’attuale struttura del mercato elettrico, che è stato sviluppato per circostanze diverse. Ne prende coscienza anche la Germania, che scioglie le riserve dei mesi scorsi e si accoda agli altri Stati Ue per chiedere il price cap. Mentre il prezzo del gas scende finalmente sotto quota 290€/Mwh, da Berlino arriva dunque un segnale di apertura alla proposta di Draghi di sganciare il costo dell’energia elettrica dal prezzo del gas. Una proposta che risale all’ottobre 2021 e che solo ora inizia a raccogliere consensi diffusi. Ad aprile solo Spagna e Portogallo hanno messo un tetto ai prezzi dell’energia elettrica, ma si tratta di Paesi poco interconnessi con il mercato dell’energia europeo e con un’ottima diversificazione con le rinnovabili.
Il modello italiano di Draghi
In attesa delle misure di Bruxelles, il governo è al lavoro sul fronte interno, per sostenere famiglie e imprese. Arriverà probabilmente la prossima settimana un nuovo provvedimento da 10 o 15 miliardi - con un nuovo decreto o con un emendamento al decreto aiuti bis che deve ancora essere convertito in legge - per ridurre le bollette e prorogare gli sconti sulla benzina e il credito d’imposta alle imprese. Allo studio anche l’ipotesi che lo Stato compri gas per poi rivenderlo a prezzi ribassati alle aziende. Draghi deve però trovare le risorse necessarie senza cedere allo scostamento di bilancio richiesto da Salvini e da Conte. In ogni caso il premier agirà di conseguenza alle decisioni europee.
Il 7 settembre lo staff tecnico italiano incontrerà quello olandese per discutere del modello italiano di price cap. L’Olanda ha sempre rifiutato la proposta, dal momento che le contrattazioni sul gas si svolgono sul mercato virtuale del Ttf di Amsterdam, ma «anche loro stanno pagando l’energia elettrica alle stelle», con conseguenze sulla loro economia.
Il nostro destino è legato a doppio fino a quello del resto d’Europa, ma con un’incognita in più: le elezioni del 25 settembre.
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