Fmi: il costo degli aumenti del gas dovrebbe essere accollato tutto agli utenti escludendo solo i redditi bassi. Lo scopo sarebbe incoraggiare il risparmio energetico.
La ricetta del Fondo monetario internazionale per incentivare il risparmio energetico e proteggere le fasce più deboli, vista l’impennata del prezzo del gas e le politiche di riduzione dei consumi messe in campo dall’Europa, appare destinata a far discutere.
In un nuovo working papere realizzato da Oya Celasun, Dora Iakova e Ian Perry, il Fondo monetario internazionale ha suggerito ai paesi europei come “proteggere i poveri dall’aumento del prezzo dell’energia”.
“Nella maggior parte dei paesi europei - si legge nell’articolo pubblicato sull’Imf Blog - L’aumento dei prezzi dell’energia impone un onere ancora più pesante alle famiglie a basso reddito, che spendono una quota maggiore del loro budget per l’elettricità e il gas”.
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Gas: come sostenere i redditi più bassi
Nel dettaglio, stando all’analisi fatta dal working paper l’Italia farebbe registrare il terzo divario più ampio nell’inflazione subita nelle due diverse fasce di reddito: nel 2022 il 20% meno abbiente avrà un’inflazione superiore al 10%, mentre il 20% più ricco non superiore al 7%.
Il ragionamento seguente è semplice: se i governi smettessero di mettere in campo misure e sussidi a pioggia per mitigare gli effetti del caro-bollette, scaricando tutto il costo degli aumenti sugli utenti eccezion fatta per il 20% delle famiglie a basso reddito, i cittadini colpiti nel portafoglio inizierebbero a mettere in atto vere politiche di risparmio energetico favorendo al tempo stesso la transizione ecologica.
Un suggerimento questo del Fmi che arriva proprio nel momento in cui l’Arera ha lanciato l’allarme che, a causa degli aumenti di luce e gas, a ottobre il costo delle bollette potrebbe raddoppiare in Italia.
Il suggerimento del Fmi ai governi
Da quando è iniziata la crisi del gas, che ha preso il via prima dello scoppio della guerra in Ucraina che di certo ha provocato una ulteriore impennata dei prezzi, i governi dei paesi più colpiti tra cui anche l’Italia hanno messo in campo diverse misure per cercare di venire incontro ai cittadini.
Questa cosa per il Fondo monetario internazionale però sarebbe spagliata, visto che l’aiuto indiscriminato dei governi avrebbe come conseguenza il mantenimento costante della richiesta di gas: in questo modo a restare alto sarebbe anche il prezzo della materia prima.
Per i tre esperti l’Europa dovrebbe consentire che l’intero aumento dei costi di luce e gas passi agli utenti finali, così da incoraggiare per prima cosa il risparmio energetico e poi anche l’abbandono dei combustibili fossili.
I tanti soldi che fino a questo momento sono stati usati per elargire sussidi e contributi a pioggia, per il Fmi dovrebbero essere utilizzati invece solo per aiutare le famiglie che hanno un basso reddito.
Una soluzione questa che consentirebbe anche di risparmiare un bel gruzzoletto: aiutare solo chi è in difficoltà andrebbe a incidere sui vari Pil nazionali per lo 0,4% (0,9% allargando la fascia al 40% delle famiglie più povere) contro l’1,5% dei contributi elargiti a tutti.
Per quanto concerne le imprese invece, per i tre esperti del Fmi “poiché si prevede che i prezzi rimarranno alti per diversi anni, le ragioni per sostenere le imprese sono generalmente deboli”, con i sostegni che sarebbero giustificati “solo se un’impennata dei prezzi di breve durata causasse il fallimento di aziende altrimenti valide”.
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