Nuovi limiti al denaro da portare con sé durante i viaggi, arriva la stretta su contanti e carte prepagate alla dogana dell’Unione europea.
Nelle politiche per contrastare l’evasione fiscale e gli innumerevoli illeciti ad essa correlati, c’è anche la stretta sul contante, su cui l’Unione europea e i singoli Stati membri sono al lavoro da tempo. Pensando soprattutto alla lotta al riciclaggio, ci sono dei limiti ben precisi di denaro che è possibile portare con sé quando si viaggia dall’Unione europea verso un paese extracomunitario o viceversa.
O meglio, ci sono dei limiti precisi riguardo al denaro non dichiarato. Chi detiene un importo superiore a quello previsto dalla legge ha infatti l’obbligo di denunciarlo alle autorità di dogana. Chi viaggia abitualmente sa bene che queste regole riguardano esclusivamente il denaro contante, ma presto tutto sta per cambiare.
Il governo italiano, infatti, intende ricomprendere nella stessa normativa anche tutti gli strumenti di pagamento che non prevedono l’identificazione del titolare. Si tratta principalmente delle carte prepagate (dette anche ricaricabili) anonime, un mezzo di pagamento sempre meno utilizzato, visti i limiti introdotti con la direttiva antiriciclaggio. Soprattutto nell’ambito di un viaggio, però, l’utilizzo talvolta accresce, soprattutto per ragioni di sicurezza.
Chi non ha una carta collegata al conto corrente, infatti, potrebbe trovare conveniente l’utilizzo di una carta anonima per evitare di portare con sé il denaro contante, esposto a furto e smarrimento. Raramente lo scopo è relativo al superamento “nascosto” dei limiti alla dogana, considerati i limiti bassi imposti in genere per questo tipo di carte (almeno quando emesse in Italia), ma bisogna comunque fare attenzione.
Limiti a contanti e prepagate per chi viaggia
Attualmente, il limite di denaro contante alla frontiera dell’Unione europea è pari a 10.000 euro, tanto in ingresso quanto in uscita. I controlli sulla valuta alla Dogana europea sono regolamentati dal regolamento comunitario n. 2018/1672, che appunto estende i limiti di trasferimento a tutti gli strumenti di pagamento che possono essere utilizzati senza provare la propria identità.
L’Italia sta in proposito lavorando al decreto legislativo di recezione del detto regolamento, che è passato all’esame preliminare in Consiglio dei ministri martedì 4 settembre. Presto, dunque, il limite si estenderà a numerosi strumenti di pagamento diversi dal contante:
- carte prepagate non nominative;
- assegni turistici;
- assegni al portatore;
- vaglia cambiari o ordini di pagamento al portatore.
La cosa importante da sapere è che il denaro portato con sé sarà calcolato in modo cumulativo, sommando contanti, deposito sulle prepagate anonime, importo degli assegni turistici e così via. Proprio per questa ragione potrebbe capitare di superare il limite di 10.000 euro, nonostante i singoli limiti degli strumenti di pagamento.
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Cosa succede se si supera il limite
Fino a quando non entrerà in vigore l’apposito decreto, atteso per l’anno nuovo, il limite di 10.000 euro alla frontiera europea si applica esclusivamente al denaro contante. Si tratta, peraltro, dell’unico limite applicato al denaro detenuto dai cittadini, considerando che il governo ha previsto soltanto dei limiti sui pagamenti per garantirne la tracciabilità.
Ciò non significa che sarà impossibile superare i controlli valutari in dogana con somme superiori o che sia genericamente vietato. Non viene impedito ai viaggiatori di portare con sé più di 10.000 euro, ma viene imposto loro di denunciare la somma alle autorità (a meno che sia contenuta in uno strumento che garantisce l’identificazione, come una carta di credito o una comune carta prepagata nominativa con Iban).
L’obbligo di denuncia, che riguarda anche il “denaro non accompagnato” (ovvero non sulla persona, ma per esempio nel bagaglio), consiste in una dichiarazione da rendere all’Agenzia delle dogane e dei monopoli entro 30 giorni. Si rischia altrimenti il sequestro del denaro non dichiarato (sulla misura eccedente i 10.000 euro):
- del 50% fino a 20.000 euro;
- del 70% fino a 100.000 euro;
- del 100% oltre 100.000 euro.
Se la dichiarazione non è corretta, invece, il sequestro si applica sull’importo non dichiarato (escluso quindi quello denunciato nella dichiarazione), nella misura:
- del 35% fino a 10.000 euro;
- del 70% fino a 100.000 euro;
- del 100% oltre i 100.000 euro.
Non dichiarare il denaro è davvero molto sconveniente, anche perché si aggiungono sanzioni amministrative piuttosto salate ed eventuali controlli per approfondire la provenienza dei soldi.
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