La viceministra MEF Castelli ha detto che la scadenza del 2 agosto in cui cadono 16 rate potrebbe essere ammorbidita: vediamo le ultime ipotesi e novità sulle cartelle esattoriali.
Potrebbe esserci un’importante novità in merito alle cartelle esattoriali, che in particolare riguarda la scadenza del 2 agosto.
In tale data confluisce la scadenza di 16 rate: secondo le anticipazioni della viceministra Laura Castelli, il MEF starebbe lavorando su come “ammorbidire” questi appuntamenti accatastati. La viceministra MEF però è chiara su un punto: non è una promessa.
Cartelle esattoriali, scadenza del 2 agosto “diluita”: ipotesi dal MEF
Potrebbe esserci un allungamento della scadenza del 2 agosto, secondo quanto anticipato dalla viceministra MEF Laura Castelli intervistata durante il convegno del Sole 24 Ore del 10 giugno.
Il decreto Sostegni bis ha bloccato fino al 30 giugno 2021 i pagamenti relativi a tutte le entrate tributarie e non tributarie affidati alla Riscossione e derivanti da cartelle, avvisi di addebito e di accertamento.
Il blocco riguarda tutti quei pagamenti riferiti al periodo dall’8 marzo 2020, bloccati in primis con il decreto Cura Italia, e ripresi poi dai successivi decreti emergenziali.
La macchina della Riscossione ripartirà dal 1° luglio, e i contribuenti avranno 30 giorni di tempo per procedere con il versamento delle somme dovute, quindi entro il 31 luglio 2021 (giorno che però cade di sabato, quindi la scadenza effettiva è il 2 agosto).
Visto e considerato però il periodo storico, di grave crisi di liquidità per imprese e non solo, il MEF sta pensando a un piano per “ammorbidire” questa scadenza: la viceministra MEF però non è scesa nei dettagli, specificando inoltre che è un’ipotesi e non una promessa.
Cartelle inesigibili da cancellare per sbloccare la Riscossione
L’intervista alla viceministra MEF ha toccato anche il tema dell’evasione fiscale. Secondo i dati della Corte dei Conti, negli ultimi 21 anni sono stati recuperati solo il 13% dei crediti, per un totale di 930 miliardi di euro lasciati in sospeso: quasi mille miliardi di euro in arretrato.
Se è vero che “è una malattia non solo italiana”, come sottolineato dalla viceministra, è altrettanto vero che si tratta di una cifra gigantesca, ed evidentemente non bastano le semplificazioni destinate ai contribuenti solidali che pagano le tasse.
Un primo passo è quello di fare una norma a sistema e intervenire direttamente sulla Riscossione, in modo da cancellare le cartelle inesigibili (per esempio quelle intestate a defunti o riferite ad attività fallite).
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