Cambiano le regole della direttiva Ue sulle case green: nell’ultima bozza aumentano le flessibilità e le deroghe. Ecco le novità.
La ristrutturazione obbligatoria resta, ma con regole meno stringenti. Alla fine l’Ue sembra intenzionata a rivedere e alleggerire la direttiva sulle case green, con criteri più flessibili. L’ultima versione del compromesso sulla riforma riguardante la performance energetica degli edifici sembra accogliere in parte le richieste italiane.
Il negoziato tra i principali gruppi del Parlamento europeo ha portato a un nuovo testo che arriverà in commissione Industria ed Energia il 9 febbraio. Il provvedimento sembra accogliere alcune delle lamentele espresse da diversi Stati membri, Italia in primis, e anche dalla Bce, che sostiene la direttiva ma chiede regole meno stringenti di quelle previste in un primo momento.
Nella nuova bozza non cambia, comunque, l’obiettivo di efficientamento energetico, ma arrivano nuove deroghe che potrebbero ridurre il numero di edifici coinvolti in possibili interventi. Le abitazioni devono raggiungere la classe energetica E entro il 2030 e la D entro il 2033, per un totale di oltre 3 milioni di immobili in Italia. Ma cosa cambia secondo l’ultima bozza della direttiva?
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Case green, più flessibilità nella direttiva Ue
La novità principale riguarda le deroghe previste dall’articolo 9 della direttiva, con una flessibilità molto più alta di quella finora prevista. Innanzitutto perché questo principio varrà almeno fino al 2037 e andrà a coprire, spiega il Messaggero, fino al 22% dell’edilizia residenziale.
Gli Stati membri potranno ottenere dilazioni o modifiche giustificate, rinviando il raggiungimento degli obiettivi sull’efficientamento energetico. Deroghe che verranno previste in caso di problemi riguardanti la fattibilità economica e tecnica o per mancanza della forza lavoro qualificata necessaria.
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In quale caso possono bastare meno ristrutturazioni
In sostanza saranno possibili deroghe nel caso in cui ci siano motivi oggettivi che impediscano il passaggio di classe energetica per un determinato immobile. Questo potrebbe avvenire, per esempio, nel caso in cui lo sforzo sia considerato spropositato. In questo caso il singolo Stato membro può informare l’Ue per chiedere di fermarsi a un livello più basso di classe energetica rispetto a quello richiesto dalla direttiva.
Case green, le deroghe per gli immobili
La direttiva conferma sostegni provenienti sia dalle singole nazioni che dall’Ue e, inoltre, amplia le categorie di immobili che possono beneficiare di deroghe. Agli edifici di pregio artistico, a quelli di culto e alle seconde case si aggiungono anche gli immobili a cui vengono riconosciuti meriti storico-architettonici. Il testo, però, è tutt’altro che chiuso e non è da escludere che ci possano essere importanti modifiche durante la discussione in Aula, considerando i dubbi di diversi governi e partiti sulla direttiva.
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