Lo Stato al perenne inseguimento di Stellantis. Mancano priorità industriali. Il gruppo chiede sussidi e lo Stato insegue. Si ripete una storia arcinota...
Carlos Tavares torna a battere cassa allo Stato, rinverdendo la tradizione che anche dopo la globalizzazione del brand non ha abbandonato la nostrana Fiat: alzare la posta con il governo italiano. “Si tenta di evitare di assumersi la responsabilità per il fatto che se non si danno sussidi per l’acquisto di veicoli elettrici, si mettono a rischio gli impianti in Italia”, ha detto l’ad del gruppo nato dalla fusione tra Fca e Psa, di diritto olandese e a trazione francese.
Stellantis alza la posta, Urso insegue
Il metodo non cambia: Stellantis non ha assolutamente voglia di puntare sull’Italia; gli Agnelli-Elkann questo lo sanno - e bene - e non si vogliono far influenzare dalla nazionalità sul proprio passaporto storico nel definire le linee guida del gruppo: con Iveco e Ferrari in volo, del resto, Exor può benissimo dire di non stare deindustrializzando l’Italia, almeno nella retorica. Chi è preso d’infilata è il governo italiano. Il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha abboccato all’amo, arrivando a proporre fuori tempo massimo, quando i buoi sono già scappati dalla stalla, l’ingresso del governo nel capitale sociale di Stellantis come forma di «sussidio» indiretto al gruppo e rimedio delle linee guida industriali. [...]
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